Il verdetto è stato questo: 33 voti a favore, 16 contrari e un astenuto. Nel consiglio regionale della Campania più atteso degli ultimi anni, è passata la norma che recepisce la legge nazionale che limita a due consecutivi i mandati possibili per i Governatori. Per quello attuale, Vincenzo De Luca, si tratta di un secondo mandato bis, come si dice pizzicando le corde dell’ironia. E già: perché la legge regionale appena approvata, naturalmente, entra in vigore da oggi, 5 novembre 2024, in poi, quando De Luca ha già alle spalle nove anni da presidente della Regione Campania, quindi quasi due mandati pieni. L’anno prossimo, quando in regione si tornerà a votare per scadenza naturale del De Luca due, l’ex sindaco di Salerno potrà tranquillamente presentarsi di nuovo alle urne.
Ma con quale partito? Ad oggi, sembra da escludersi il suo. Elly Schlein, infatti, ha già fatto sapere che il Partito Democratico non sosterrà alcun nome al terzo mandato (effettivo).
E allora ecco uno dei paradossi della politica: nella giornata in cui De Luca inizia a viso aperto la sua battaglia contro il Pd per accreditarsi quale candidato del centrosinistra campano nel 2025, la vera, buona notizia che in prospettiva può cogliere è quella di un centrodestra sulla buona strada della spaccatura. Forza Italia e Fratelli d’Italia sono già l’uno contro l’altro armati: entrambi vogliono imporre il proprio candidato per Palazzo Santa Lucia: l’europarlamentare azzurro, Fulvio Martusciello; e il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli per i meloniani.
Campania, ok alla legge pro De Luca. Ma le buone notizie gli arrivano dal centrodestra
Nel giorno in cui Vincenzo De Luca porta a casa la norma che gli consente di candidarsi anche l’anno prossimo come Governatore della Campania (sarà la quarta volta: la prima lo fece, perdendo, nel 2010 contro Stefano Caldoro dopo il decennio di Antonio Bassolino), il vero motivo di soddisfazione lo può trarre dando uno sguardo allo schieramento che tra un anno lo sfiderà sotto il cielo del centrodestra.
Su questo fronte, appena è stato ufficializzato l’esito della votazione, Fulvio Martusciello, l’eurodeputato numero uno di Forza Italia in Campania, si è precipitato a dichiarare le seguenti parole:
“Quanto accaduto oggi in Consiglio non cambia di una virgola la nostra strategia. De Luca può votare per il terzo, il quarto, il quinto mandato: tanto vinciamo noi”
Ma questo è niente: il vero messaggio Martusciello l’ha lanciato nella seconda parte della sua dichiarazione:
“Nella mia carriera politica ho vinto ininterrottamente: nel 1995 e nel 2000, quando sono stato il consigliere regionale più votato d’Italia; nel 2005 e nel 2010, riconfermandomi come il più votato. Ho vinto ancora nel 2014, nel 2019 e nel 2024, superando i centomila voti personali. Non conosco sconfitte: ho vinto sempre, sia come consigliere regionale sia come parlamentare europeo. E vincerò anche nel 2025”
Come dire: dato che si gioca, il pallone lo porta lui. E la fascia di capitano è per il suo braccio.
Peccato che Fratelli d’Italia, che dovrebbe essere il suo principale alleato, è tutt’altro che d’accordo.
La destra contro Forza Italia: “Da Martusciello arroganza e presunzione”
Dal mondo che ruota attorno a Fratelli d’Italia, il primo a uscire allo scoperto è un grande vecchio della destra napoletana e campana: Amedeo Laboccetta, presidente dell’associazione Polo Sud e, nell’occasione che offre a Tag24.it, grillo parlante del partito di Giorgia Meloni:
“Martusciello dimentica o finge di dimenticare che non basta essere rastrellatori di preferenze per vincere in una competizione di tipo maggioritario qual è, appunto, l’elezione a governatore. In più stupisce il ricorso a così massicce dosi di presunzione e arroganza, la cui ostentazione risulta persino sospetta dal momento che essa appare più atta a stizzire che a mobilitare il centrodestra. A quel scopo, ci chiediamo? Un interrogativo che giriamo volentieri agli esponenti campani del partito di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, affinché soppesino con attenzione i movimenti politici che iniziano a scuotere la politica nella nostra regione. Del resto, la profonda stima che nutriamo per l’intelligenza del luogotenente del ministro Tajani ci impedisce di pensare che tutto questo possa accadere per caso o per inguaribile narcisismo. Forse ci sbaglieremo, ma a noi pare che l’onorevole Martusciello si sia messo in testa qualche pazza idea e che le provocazioni di queste ore siano solo funzionali alle scelte neo-centriste di domani. A pensar male, diceva qualcuno, si fa peccato ma si azzecca”
Edmondo Cirielli, il candidato che vuole Fratelli d’Italia (e che aiutò Berlusconi e Previti)
In realtà, la guerra all’interno del centrodestra per sfidare De Luca e, a questo punto, il candidato del centrosinistra che correrà col simbolo del Pd, è aperta perché se Martusciello si sente il candidato in pectore della coalizione, Fratelli d’Italia ha pensato per quel ruolo un altro nome: Edmondo Cirielli.
Sessant’anni, parlamentare di lungo corso, attuale viceministro degli Esteri ma famoso per una legge catalogata tra quelle ad personam dell’epoca berlusconiana. Correva il 2005, e la legge Cirielli (che poi lui stesso disconobbe dopo delle modifiche pretendendo che si denominasse ex Cirielli) diminuiva i termini di prescrizione e vietava il carcere per i settantenni. Sarebbe servita per il processo Mediaset in cui rimase coinvolto il Cavaliere e all’ex ministro della Difesa Cesare Previti, in quegli anni vero e proprio Belzebù del centrodestra tanto che una volta ebbe a dire che se aveva la faccia da brutto e cattivo non era colpa sua. Ospite di Enzo Biagi al Fatto, il pre-serale di Rai 1, poi, nel marzo del 1996, fu presentato come il senatore che aveva “quasi più imputazioni del bandito Renato Vallanzasca” come ricorda questo video di NicoloVideo su YouTube
E in effetti: Cirielli, nel suo caso, potè poco con il suo lodo. Ma, qualche anno dopo, chissà che non voglia lo stesso saldare qualche credito.