Sono in tanti a chiedersi che fine abbia fatto Oscar Pistorius, l’atleta paraolimpico condannato a 13 anni e 5 mesi di reclusione per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp a Pretoria, in Sudafrica: dopo aver scontato parte della sua pena, l’uomo, oggi 37enne, si è in effetti ricostruito una vita. Ecco cosa ne sappiamo.
Dove vive e cosa fa oggi Oscar Pistorius
Dallo scorso gennaio Oscar Pistorius, 38 anni il prossimo 22 novembre, vive in regime di libertà condizionata: dopo aver trascorso in carcere 9 dei 13 anni che i giudici gli hanno inflitto per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto nel 2013, è tornato a stare nella villa da 12 posti letto dello zio Arnold a Waterkloof, un ricco sobborgo di Pretoria, in Sudafrica, dove è nato.
Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera in un articolo di aprile, sarebbe costantemente sottoposto a test antidroga e alcol, vivendo sostanzialmente “nell’ombra di quello che era un tempo”, costretto a prestare servizio sociale nella parrocchia locale come lavapavimenti e parcheggiatore. Tutto senza avere contatti con i familiari o con la stampa, in isolamento e in anonimato. Una vita molto diversa rispetto a quella di tanti anni fa.
La carriera prima dell’omicidio di Reeva Steenkamp
Il suo nome, allora, figurava soprattutto nelle pagine sportive dei giornali. Nonostante l’amputazione delle gambe a causa di una grave malformazione congenita, Pistorius è stato infatti, per tempo, un vero e proprio campione dell’atletica leggera. Tra il 2004 e il 2012 ha vinto sei ori nei 100, 200 e 400 metri.
Lo chiamavano “Blade Runner”, oppure “uomo bionico”, per il suo talento e i suoi successi nonostante le difficoltà. Nel 2013, all’apice della sua carriera, l’evento che ha cambiato tutto, facendo crollare il mito e spezzando il cuore dei tifosi.
La ricostruzione del delitto di Pretoria
Era il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2013, quando l’uomo, 26 anni, fu arrestato dalla polizia di Pretoria con l’accusa di omicidio per aver ucciso la fidanzata, la modella 29enne Reeva Steenkamp, a colpi di pistola.
Interrogato, spiegò di averlo fatto “per errore”, di aver sparato con la sua pistola 9 mm attraverso la porta del bagno, credendo che dietro vi si nascondesse un intruso, un estraneo intrufolatosi nell’abitazione per imprecisati scopi, e non la ragazza.
Il 22 febbraio, dopo otto giorni di carcere e una serie di udienze, gli fu concessa la libertà su cauzione. Il processo a suo carico si aprì un anno dopo, il 22 marzo 2014. A settembre Pistorius fu riconosciuto colpevole di omicidio colposo e possesso illegale di arma da fuoco; reati per cui venne condannato, rispettivamente, a 5 e 3 anni di reclusione.
Trascorse da detenuto solo un anno. Poi gli furono concessi i domiciliari. La Procura – che sosteneva che Pistorius avesse sparato alla giovane, rifugiatasi in bagno al culmine di una lite, consapevolmente – ricorse in Appello. Nel 2015 la Suprema Corte lo riconobbe colpevole di omicidio volontario. Dopo una serie di altri ricorsi, la pena fu alzata, alla fine, a 13 anni e 5 mesi di reclusione. Sarà definitivamente libero nel 2029.
La fondazione in memoria della vittima
La famiglia della vittima ha fondato in suo onore la Reeva Rebecca Steenkamp Foundation, che si occupa dell’assistenza legale alle donne vittime di violenza, di cui lei stessa avrebbe voluto occuparsi dopo la laurea in legge. Nel 2023, a ridosso di quello che sarebbe stato il suo 40esimo compleanno, la madre, June, ha dichiarato in un’intervista che “è stata una figlia speciale”, “un dono di Dio”.
I punti salienti della storia di Oscar Pistorius
- Libertà condizionata di Pistorius: da gennaio Oscar Pistorius vive in libertà condizionata, prestando servizio sociale in una parrocchia di Pretoria. Ha trascorso in carcere 9 dei 13 anni della condanna per l’omicidio volontario di Reeva Steenkamp.
- Carriera e condanna: ex campione paraolimpico, il 37enne è stato arrestato nel 2013 e condannato definitivamente a 13 anni e 5 mesi di reclusione nel 2017.
- Fondazione in memoria della vittima: la famiglia della vittima ha dato vita a una fondazione che offre supporto alle vittime di violenza, realizzando il sogno di Reeva di aiutare le donne, come lei avrebbe voluto fare dopo la laurea in legge.