Il terremoto del 1968 distrusse Gibellina e interi paesi della valle del Belice in provincia di Trapani ma la comunità ha voluto la costruzione di un centro abitato a undici chilometri da quello storico. Il vecchio centro è stato abbandonato e negli anni Ottanta è stato trasformato nel Cretto, un’opera di Alberto Burri. E grazie a questo Gibellina è la città vincitrice della prima edizione di “Capitale italiana dell’arte contemporanea” per l’anno 2026. Il progetto è stato promosso dal Ministero della Cultura e mira a “costruire il passato del futuro”, per valorizzare realtà territoriali decentralizzate attraverso l’arte contemporanea.

Gibellina è stata eletta all’unanimità dalla giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo che ha commentato: “Con i giurati abbiamo letto con attenzione e valutato con serietà e alto senso di responsabilità i dossier presentati dalle cinque città finaliste: Carrara; Gallarate; Gibellina; Pescara e Todi, selezionate da una commissione indipendente, composta da cinque esperti di comprovata fama nel settore della cultura e delle arti visive contemporanee, tra le 23 candidature pervenute a seguito dell’istituzione del progetto lo scorso 15 aprile. Dopo la lettura preliminare, le audizioni e un’ulteriore analisi dei progetti sulla base degli esatti requisiti del bando, il titolo è stato assegnato all’unanimità”. 

Il paese del Belice proclamata Capitale italiana dell’arte contemporanea

Il neoministro della Cultura Alessandro Giuli ha affermato: “Saluto con entusiasmo l’imminente proclamazione della città vincitrice di Capitale italiana dell’Arte contemporanea. Un riconoscimento che mette in luce la grande vitalità dell’arte italiana e di un settore come quello dell’arte contemporanea in continuo movimento e che conferma la città come forma politica per eccellenza del Paese, dal Medioevo al Rinascimento. Luogo in cui sono state vissute sfide di ogni tempo. Anche ai nostri giorni le città d’Italia rappresentano il cuore culturale, scientifico e artistico del Paese”.

Felice il sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera: “E’ un’emozione grandissima, soprattutto perché segna una tappa importante per il rilancio di qualcosa che era già grandioso”. Premiare Gibellina è un messaggio che va oltre il riconoscimento. Serve a capire che anche dai momenti più bui possono nascere nuovi sogni e realizzazioni.

Stefano Bisi