Sembrava andare nella direzione giusta la tecnologia messa a disposizione del calcio, in serie A però col Var le cose dopo nemmeno un decennio non vanno e il gioco più bello del mondo almeno qui in Italia pian piano sta perdendo credibilità.

Noi tifosi ingoiata la capacità di non poterci più emozionare ad un gol nell’immediatezza perchè spesso anche quelli realizzati con evidentissima regolarità devono lasciar spazio alla definitiva “benedizione” da parte degli arbitri in sala video per la loro convalida, siamo sempre più convinti che per quanto concerne i normali contatti di gioco si stia un pò troppo esagerando.

Gli ultimi episodi della domenica calcistica nostrana appena passata hanno rafforzato la mia idea e di altri milioni di appassionati che non ne possono più!

Var in serie A: gli arbitri non arbitrano più autonomamente e il calcio va a rotoli

I direttori di gara sembrano non avere più (da quando sanno che possono contare sulla tecnologia come mezzo ausiliare) la percezione di come gestire i contatti e di conseguenza come valutarli.

La sensazione che ci riestituiscono è che si lascino più guidare dal Var che non dalle proprie conoscenze e competenze. Insomma non fischiano più con serena autonomia e il calcio moderno almeno dalle nostre parti non è più uno sport coinvolgente.

Diciamocela tutta: quanti interventi sono stati puniti con “l’intervento coircitivo” del Var perché gli arbitri non si sono assunti la responsabilità di giudicare un fallo evidente ad occhio nudo?

Laddove arriva la percezione umana non può la tecnologia perché non sarà mai in grado di stabilire quanto sia stato decisivo o meno un contatto e se punirlo: purtroppo però spesso proprio perché è la tecnologia che decide sugli episodi chiave assistiamo ad assegnazioni di rigori o di espulsioni ridicoli.

Dunque il caos che si sta generando di settimana in settimana verte su una verità imprescindibile: l’arbitro non arbitra più! È sempre in balia della paura di decidere da solo e se lo fa finisce in preda al panico, inoltre vive con la riserva che comunque il Var male che vada venga in suo soccorso. Milan-Monza ma di più Inter-Venezia per esempio appartengono alla categoria di partite che testimonia quanto affermo.

L’arbitro su Milan-Monza

Nell’anticipo della 10ª giornata di serie A il è l’arbitro che mostra come il calcio stia andando verso una nuova direzione che sicuramente non piace a giocatori e ad addetti ai lavori.

Non incontro alle dinamiche “normali” previste da sempre nel gioco del pallone ma evidentemente per rendere le partite sempre più discutibili di quanto non lo siano state in passato.

L’episodio incriminato e che toglie la voglia di assitere alle partite è quello che interessa Bondo e Theo Hernandez poco prima del gol di Dany Mota.

Un intervento che nel calcio di qualche anno fa non sarebbe stato mai sanzionato (giusto per ritornare a quei minimi contatti normali in un corpo a corpo con chi ha la palla e chi deve prenderla) ma che oggi nell’era del calcio tecnologizzato lo si punisce pur se caratterizzato da un normale corpo a corpo.

In questo caso il protagonista è il direttore di gara Feliciani (non può perchè valutare l’intesità del fallo tocca solo al direttore di gara) che crea tra l’altro un precedente mai visto fino a oggi.

Talmente addentrato nella tecnologia che si comporta come se dalla sala Var l’avessero invitato a ritornare sui suoi passi: fa proseguire prima l’azione che dà il là al gol del Monza e poi in modo retroattivo fischia il fallo che avrebbe dovuto precedentemente!

Da considerare che il gol però non è stato realizzato subito, e allora perchè non fischiare prima se convinto dell’intevento dannoso di Bondo ai danni del terzino francese?

Var su Inter-Venezia

A San Siro nel posticipo della 10ª giornata invece è il Var il vero protagonista. In negativo o in positivo? Lo lascio dire a voi cari lettori. L’episodio a mio avviso è sicuramente molto discutibile, non a caso ha suscitato l’ira di molti.

Al 97esimo Sverko raccolto un cross dalla sinistra mette la palla dell’1-1 ma si vede annullato il gol direttamente dal Var: infatti Chiffi e Marini hanno ritenuto che c’era stato un tocco di mano da parte del difensore centrale croato che l’arbitro non aveva ravvisato.

Le immagini tuttavia non chiariscono se il giocatore di Eusebio Di Francesco tocchi la palla con la mano mentre salti o se la palla impatti con la nuca di Bissek. Su immagini non chiare non si era detto che la decisone dell’arbitro prevale?

Var e arbitri: binomio imperfetto nell’ultima domenica di A

  1. I direttori di gara, sempre più dipendenti dal VAR, faticano a prendere decisioni autonome, questo non fa che generare confusione nelle direzioni delle partite.
  2. Nell’anticipo della 10ª giornata di Serie A, è l’arbitro al centro della controversia: sul corpo a corpo tra Bondo e Theo Hernandez, che non sarebbe stato sanzionato in passato l’arbitro ha applicato in modo particolare il regolamento, lasciando vproseguire l’azione conclusasi col gol prima di fischiare retroattivamente un fallo, come se l’avesse richiamto il Var creando un precedente mai visto finora.
  3. Nel posticipo a San Siro, il Var è al centro di una controversia: il gol del 1-1 di Sverko viene annullato per un presunto tocco di mano, non visto dall’arbitro. Le immagini non chiariscono se il difensore ha effettivamente toccato la palla con la mano o se quest’ultima ha colpito la nuca di un altro giocatore. La situazione ha suscitato molte critiche, perché in caso di dubbio la decisione dell’arbitro dovrebbe prevalere in caso di dubbi.