Dopo una lunga campagna pubblicitaria per incentivare quanto più possibile le adesioni, il 31 ottobre si sono chiusi definitivamente i termini per aderire al concordato preventivo biennale.

Trascorsi due giorni, si possono tirare un po’ le somme di uno strumento che fin dall’inizio non convince – o convince molto poco. Le adesioni, secondo i primissimi dati, dovrebbero andare verso il 15%. Per chi ha deciso di barrare la casellina del Modello Redditi è iniziata la seconda fase del patto con il Fisco.

Cosa succede per chi non ha aderito? Gli indecisi sono stati tanti, anche per mancanza di tempo. Se una proroga, come era stata richiesta a gran voce soprattutto nelle scorse ore, non ci sarà, potremmo potenzialmente aspettarsi una nuova chiamata all’appello.

Come sono state le adesioni al concordato preventivo biennale?

Il 31 ottobre si sono chiusi i termini per aderire al concordato preventivo biennale. Tutti si chiedono come sono state le adesioni: soddisfacenti o deludenti? Per saperlo si dovrà attendere ancora qualche giorno, ma secondo le indiscrezioni dovrebbero andare verso il 15%.

La prima fase non sembrerebbe essere passata a pieni voti e già si sta pensando a un esame di riparazione.

Si tratta di dati provvisori, anzi, più che altro indiscrezioni. Se, da una parte, sono stati anche più incoraggianti rispetto alle previsioni, dall’altra sono lontanissimi dall’obiettivo che inizialmente il Governo si era posto di raggiungere.

La scelta di stipulare il patto con il Fisco è stata valutata positivamente soprattutto da quei contribuenti che, in cuor loro, sapevano bene di avere qualcosa da farsi perdonare. Infatti, non solo il calcolo dei due anni gli può portare qualche beneficio, ma anche e soprattutto la possibilità di non avere controlli.

Come funziona la seconda fase del concordato preventivo?

I contribuenti che hanno aderito al concordato preventivo devono prepararsi all’avvio della seconda fase.

Entro il 2 dicembre dovranno versare l’acconto optando per:

  • Il metodo storico (maggiorato);
  • Il metodo previsionale (considerando il nuovo reddito patteggiato con il Fisco).

Sul versante delle dichiarazioni 2024, non sono più possibili integrazioni che possano modificare la scelta. Tuttavia, sono ancora consentite le operazioni per modificare i dati reddituali del modello originario.

In questo caso, occorre fare un appunto molto importante. Tutte le variazioni che possano determinare un reddito oppure un valore della produzione oggetto del concordato di importo superiore del 30% fanno saltare automaticamente l’accordo tra contribuente e il Fisco.

Possibile riapertura dei termini in arrivo?

Sono passate poche ore dalla chiusura dei termini per aderire al concordato preventivo biennale e già spuntano le prime ipotesi di una nuova data di appello. Sì, perché già si pensa al peggio, nonostante i termini sono chiusi da poco e ancora non si conoscono i dati ufficiali delle adesioni, ma già si ipotizza a una riapertura del concordato.

Non ci sarà una proroga, come si stava già ipotizzando, ma forse la riapertura di una finestra nuova con un altrettanto nuovo iter e un proprio gettito.

I commercialisti avevano richiesto la proroga dei termini e l’idea di stabilire una nuova finestra per le adesioni potrebbe andare loro incontro. Si sta pensando in tal senso anche per dare un’altra possibilità a tutti quei contribuenti ancora indecisi e a chi non ha avuto il tempo necessario per fare i calcoli e valutare al meglio la proposta del Fisco.

Bisogna fare anche un’altra considerazione. Gli ultimi giorni di adesione, senza possibilità di proroga, hanno dato una spinta agli indecisi per afferrare al volo l’occasione di cumulare il concordato e il ravvedimento speciale per gli anni pregressi.

Si tratta di una soluzione diversa dalla proroga, che andrebbe a riproporre una sorta di seconda edizione del concordato, con nuove scadenze e anche diverse tranche di incasso. Infatti, si pensa proprio all’incasso che, con tutta probabilità, nella prima versione, non ha raggiunto le aspettative.

In sintesi

Ecco un riassunto in tre punti:

  1. Chiusura adesioni: il 31 ottobre si sono chiusi i termini per aderire al concordato preventivo biennale, con adesioni stimate intorno al 15%, ben al di sotto delle aspettative del governo.
  2. Seconda fase: i contribuenti che hanno aderito devono prepararsi per la seconda fase, con scadenze per versamenti e senza possibilità di modificare le scelte reddituali già effettuate.
  3. Possibile riapertura: si ipotizza una futura riapertura dei termini per il concordato, rispondendo alle richieste di proroga da parte dei commercialisti e dando un’ulteriore opportunità ai contribuenti indecisi.