Dopo la sconfitta in Liguria, tra due settimane, il 17 e il 18 novembre, il Partito Democratico e il resto del centrosinistra hanno una prova del nove di notevole importanza. Le urne, infatti, si riapriranno di nuovo in Emilia Romagna e Umbria e non possono consentirsi di perdere ancora: significherebbe che una coalizione per battere nel 2027 la destra di Giorgia Meloni alle politiche è tutta da costruire, fin dalle fondamenta.
Certo, il calvario che sta vivendo il Movimento Cinque Stelle non aiuta. Ma, a ben vedere, nemmeno ciò che sta covando all’interno del Pd. In casa democrat, tutti guardano con apprensione a ciò che sta accadendo in Campania. Qui, martedì 5 novembre 2024, è convocato il consiglio regionale con all’ordine del giorno il recepimento della legge elettorale che impone il vincolo dei due mandati ai Governatori e Vincenzo De Luca vorrebbe approvarlo a costo di dimettersi facendo esplodere una crisi interna a tutto il centrosinistra.
Del resto, è in gioco il suo stesso futuro politico: significherebbe far scattare la regola dei due mandati da martedì in avanti e che, quindi, lui stesso potrebbe ancora candidarsi alla guida della Regione, cosa che la segretaria Elly Schlein proprio non vuole.
Il Pd, quindi, gioca la doppia partita in Emilia Romagna e in Umbria con il peso sullo stomaco della Campania, chiamata al voto nel 2025. Ma che Forza Italia, a questo punto, con il suo candidato Governatore in pectore, Fulvio Martusciello, vorrebbe alle urne in maniera anticipata.
La partita delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria col centrosinistra che si gioca tutto anche in Campania
Perché Fulvio Martusciello, il leader di Forza Italia (e del centrodestra, Fdi permettendo) in Campania, ha lanciato la bomba delle elezioni anticipate in Campania? Semplice: perché vuole approfittare della spaccatura interna al Pd tra deluchiani e fedelissimi della segretaria nazionale dem. L’eurodeputato azzurro l’ha messa così:
“Se la proposta avanzata da Vincenzo De Luca di creare le condizioni giuridiche per la sua ricandidatura non dovesse ottenere il via libera, riteniamo che sia più corretto per tutti evitare che la legislatura si prolunghi fino a ottobre 2025 in un clima che non gioverebbe alla politica”
Per questo, Martusciello si rivolge al Pd con queste parole
“Propongo al Partito Democratico di considerare l’opzione di elezioni anticipate in primavera. Crediamo sia opportuno che le due coalizioni possano confrontarsi sui programmi in un clima costruttivo. Da parte nostra, assicuriamo il massimo impegno a non strumentalizzare questa vicenda durante la campagna elettorale”
I democrat staranno al gioco? Per ora, le bocche, tra una riunione e l’altra, sono cucite. I dem in consiglio regionale vorrebbero far passare la loro adesione alla legge sul doppio mandato come una semplice presa d’atto. Ma politicamente è scontato che non è così: sarebbe il semaforo verde a un Vincenzo De Luca di nuovo candidato per Palazzo Santa Lucia.
De Luca e la minaccia delle dimissioni
Sta di fatto che a gettare nel panico il Partito Democratico è stata una frase che De Luca ha pronunciato nel corso di una riunione con il gruppo consiliare dem svoltasi giovedì 31 ottobre scorso, non a caso il giorno degli spettri di Halloween:
“Se non vi va bene la norma della legge elettorale da approvare, mi dimetto”
Il che se, paradossalmente, si allinea alla sfida lanciata da Forza Italia delle elezioni anticipate, vorrebbe dire anche quantomeno scompaginare i piani della segreteria nazionale del Partito Democratico che si troverebbe spiazzata a dover in fretta e in furia trovare un candidato governatore, a costruirgli una coalizione attorno e a formare le liste dei candidati senza i deluchiani doc. Il tutto, naturalmente, mentre è in procinto di scendere in campo in Emilia Romagna e Umbria.
Ma non solo: De Luca, quando ha minacciato di dimettersi, avrebbe fatto anche di peggio, secondo le voci filtrate da Palazzo Santa Lucia, dicendo questo:
“Se non passa la legge elettorale col vincolo dei due mandati da far scattare da martedì in avanti, salta il centrosinistra. Anche al Comune di Napoli”
Come dire: muore Sansone con tutti i filistei. Il primo dei quali sarebbe Gaetano Manfredi, evidentemente. Tanto più che il sindaco di Napoli in corsa per la presidenza dell’Anci, l’associazione dei comuni, è un uomo simbolo del Campo largo.
Il tentativo di un armistizio
Il Nazareno, anche in queste ore, sta tentando da Roma di imporre un armistizio, almeno fino alle regionali in Emilia Romagna e Umbria, non a caso. Ma De Luca sembra non sentirci da quest’orecchio: del resto, sa che è proprio ora che può muoversi con più forza, approfittando del fatto che Schlein e company sono nel bel mezzo di due importantissime campagne elettorali e non possono mostrare la faccia feroce per una vicenda che rischia di esplodergli in casa.
De Luca forza per votare la legge elettorale il 5 novembre anche se promette che una volta approvato il vincolo del secondo mandato farà un passo indietro: a quel punto, ha fatto balenare l’ex sindaco di Salerno, Pd e centrosinistra saranno liberissimi di scegliersi il candidato Governatore, anche se lui ha più volte ripetuto che si candiderà a prescindere: farebbe un passo se non indietro, almeno di lato.
Ma è un gioco molto pericoloso per il Pd: per i tempi che corrono e per un calcolo che al Nazareno avrebbero già messo in conto:
“Piuttosto che giocarci la faccia sostenendo ancora De Luca, ci giochiamo la Campania”
Se sarà nell’autunno 2025, assieme al Veneto, o già la prossima primavera con un’elezione anticipata, a quel punto, poco importa.
I sondaggi
Di certo, con questo passo, Elly Schlein non vorrà impiccarsi sul patibolo della Campania. Anche perché i sondaggi iniziano a promettere nulla di buono per il centrosinistra, soprattutto se si dovesse presentare alle urne spaccato. Fulvio Martusciello, ancora lui, lo sa bene. Tant’è che oggi, 2 novembre 2024, dice:
“Leggo con piacere che sarei favorito nei sondaggi del centrodestra per la vittoria alle elezioni regionali in Campania. Tuttavia, ho già ribadito che la scelta non spetta a noi, bensì ai leader nazionali. In Campania, abbiamo bisogno di un lor supporto forte. Lo scontro tra il Pd e il presidente Vincenzo De Luca mette a rischio la normale vita democratica della Regione”