La fine di tutte le cose apre a nuovi inizi. Il significato della conclusione di un percorso, di un amore, è di dover fare spazio al nuovo, aprire ad un’altra fase della vita. L’unidirezionalità del tempo, proteso verso il futuro, è un continuo andare verso avanti e qualcosa di nuovo. Così, la morte coincide con la rinascita, un’altra dimensione, con equilibri e abitudini nuove. Per questo, riprendersi dopo la fine di una storia, un lutto, un licenziamento, non è immediato, né automatico. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Angela Todaro, psicoterapeuta e autrice di ‘Se mi lasci rinasco’.

“Se mi lasci rinasco” di Angela Todaro: ecco quali sono le fasi da affrontare tra una fine e l’inizio

  1. Shock e negazione: quando una relazione finisce è comune rifiutare l’addio. E’ una fase che può durare giorni o settimane, a seconda della capacità di elaborazione di ciascuno.
  2. Dolore, rabbia, nostalgia: sono le emozioni che si sviluppano e possono sembrare insopportabili. In realtà, esprimere queste emozioni, ad esempio con un amico o attraverso un diario, è fondamentale per alleggerire il carico emotivo.
  3. Accettazione: gradualmente si riflette su cosa abbia portato alla fine, si può cominciare a vedere l’ex e la relazione da una nuova prospettiva. È un momento cruciale permette di liberarsi dal peso della colpa, o del rimpianto, e di aprirsi a una crescita personale.
  4. Ritrovare sé stessi quando il dolore si attenua per ricominciare a sentirsi leggeri e riscoprire la propria identità, ora più forte e matura. Si tratta di una fase di scoperta di sé, in cui possono emergere nuove passioni, interessi e obiettivi.
  5. Apertura al nuovo: è il momento in cui smettiamo di rimpiangere il passato e ci sentiamo pronti a vivere un nuovo inizio. Non significa necessariamente innamorarsi subito di qualcun altro, ma imparare a vivere e crescere con una visione più aperta.

Il tempo della trasformazione

Quanto tempo è necessario a trasformare la fine in un inizio? “Il percorso di guarigione è personale, dipende da vari fattori come la profondità della relazione, le circostanze della separazione e il modo in cui ciascuno affronta le emozioni. Il processo di elaborazione del lutto non è un lineare, alcuni impiegano mesi, altri anni non esiste una tabella di marcia per guarire, ma le fasi del percorso sopraelencato vanno affrontate senza fretta e senza colpevolizzarsi.”

Come gestire la fine di un amore?

Il fatto che la fine di un amore, soprattutto se vero amore, provochi dolore è normale. “Limitare il contatto con l’ex, anche sui social, è fondamentale per garantirsi uno spazio di guarigione, così come aprirsi a nuove amicizie, relazioni positive può essere un buon aiuto e un supporto del processo di rinascita.” Così l’autrice di “Se mi lasci rinasco”, edito Sperling&Kupfer, in libreria dal 5 novembre.

Differenze tra uomini e donne

“Le donne vivono e gestiscono la fine di un amore esprimendo le emozioni più apertamente: cercano supporto emotivo, dagli amici e dalla famiglia. Gli uomini, invece, vivono la fine in modo più solitario o nascondendo la sofferenza, possono sentirsi condizionati dalla pressione sociale a non esprimere apertamente il proprio dolore, sentendo di dover mantenere un atteggiamento di forza o indipendenza. Cercano, inoltre, di superare la fine di una relazione lanciandosi in nuove esperienze amorose o relazioni di rimbalzo: il famoso chiodo scaccia chiodo! Questo può funzionare come una distrazione momentanea, ma non risolve il dolore che può riemergere più avanti. Le donne, invece, tendono a voler chiudere emotivamente prima di passare a un nuovo partner, preferendo affrontare il dolore prima di ricominciare.”

Quando un amore è davvero finito?

Accettare e gestire la fine è complicato. “La voglia di riparare una relazione è naturale, soprattutto se è stato investito tempo ed aspettative. Quando emergono alcuni segnali c’è bisogno di lucidità, ed onestà, con sé stessi per accettare la fine: uno di questi segnali è sicuramente l’assenza di fiducia e di rispetto. Se questi elementi sono stati compromessi e non si riesce più a ristabilirli il rapporto diventa insostenibile. La comunicazione è fondamentale: se ci accorgiamo che è danneggiata, risolvere i problemi è impossibile.”

Come rinascere?

Volontà, dedizione e amor proprio: senza questi elementi, gli ostacoli diventano insormontabili, quindi è necessario partire da qui. Il cambiamento non può prescindere dal duro lavoro su se stessi. In questa direzione, la terapia può essere uno strumento prezioso per ritrovare fiducia in se stessi e navigare attraverso il dolore in modo sano.”

Oggi, l’amore è sempre più raro: perché?

“Oggi ci sono molte più opportunità di incontri, tra cui i social network. Questo scenario crea l’illusione di infinite possibilità e porta a una continua ricerca di qualcos’altro, scoraggiando l’impegno e la costruzione di un legame profondo. Le aspettative da una relazione sono molto più alte, le relazioni vengono idealizzate. Quando non si trova una persona che soddisfi ogni aspetto, si tende a confrontare con modelli inesistenti e perdere interesse o ad allontanarsi, pensando che ci sia qualcuno che possa rispondere meglio alle proprie esigenze.”

Il sistema in cui viviamo

La società moderna incoraggia all’individualismo e all’indipendenza. Questo porta alcune persone a temere di perdere la propria libertà e a vivere il legame come un ostacolo alla propria autonomia. I media e numerose celebrities hanno normalizzato il fallimento delle relazioni, finite con estrema superficialità, offrendo modelli non sani e allontanando le persone da quei valori necessari per costruire relazioni profonde, come l’impegno, il rispetto, l’empatia il compromesso e la dignità.”