Su Eduardo De Filippo si potrebbe parlare e scrivere all’infinito, lascia in eredità a giovani e curiosi una storia fatta di sacrificio e vissuta con serietà: una storia d’amore. Ne parla così Marisa Laurito, in un’intervista esclusiva a TAG24.IT. “Era un uomo spiritoso, divertente e ironico, sia quando recitava che nella vita. Adorava il suo lavoro, era molto severo, esigente e rigoroso. Ho iniziato con lui, gli devo moltissimo: mi ha insegnato l’amore per il lavoro, la disciplina. Ti faceva capire che era un lavoro serio! Caratteristiche difficili da ritrovare, oggi.”

Eduardo De Filippo, il regista e il rapporto con gli attori

Dai tempi tutto è cambiato, per questo è necessario rinfrescare ricordi ed esempi virtuosi alla memoria senza farsi trascinare dalla nostalgia. Il tempo divora ogni cosa, ha cambiato “il modo con cui registi e autori affrontano i testi: lui non dava spazio alla creatività degli attori. Era un regista vero: spiegava i personaggi, dava le intonazioni, ti diceva come dovevi parlare come ti dovevi muovere, sapeva interpretare tutti i ruoli.”

Il successo, ieri e oggi

Impariamo da Eduardo che il successo è sacrificio, dedizione, alle volte rischi. Invece, “i ragazzi vogliono tentare di arrivare al successo, devo dire con la complicità delle famiglie, ma il segreto è fare questo lavoro senza pensare all’esito finale. Bisogna prima diventare bravi, come in tutte le professioni libere, e poi una volta che sei diventato bravo puoi pensare al successo. Ma prima di tutto devi diventare bravo!”

Eduardo, la famiglia e altre faticose conquiste

La storia di Eduardo è una storia di ripetute, e continue, conquiste, “non è stato legittimato come figlio: sia lui che i fratelli. Ha avuto una vita faticosa, ha conquistato il successo con difficoltà, così come con sforzo è riuscito a conquistare il teatro pagando debiti e rischiando di andare sottosopra. La sua è una storia di grande amore per il lavoro, non c’è altro da dire, è la storia di uno che si è dedicato corpo e anima solo a quello che adorava fare.”

Il rapporto con Napoli

“Credo avesse un rapporto bello, la famosa frase fuitevenne la pronunciò perché Napoli non è il massimo per i suoi figli, ma è un problema italiano: non amiamo le nostre star, in America sono molto più affettuosi di noi con quelli che portano avanti il nome di una nazione, e la portano in giro per il mondo. A Napoli questo non accade.”

Napoli, una città anticonformista

“Napoli è una città dalle forti espressioni ed emozioni, riesce a essere al top della bellezza, dell’emozionalità e dell’orrore: è sempre stata così, ma va presa così com’è. I napoletani sono ribelli, in questa ribellione c’è il bello e il brutto. E’ una ribellione che porta alla creatività e all’egocentrismo: positivo in alcuni momenti, ma può portare al peggio perché porta a infrangere le regole.”

1981: nomina di senatore a vita

La nomina di senatore a vita, nel 1981, sancisce il valore di un artista, di valore e valori, che non ha soltanto saputo raccontare l’animo umano. “Si è molto occupato dei giovani, ha fatto tanto per loro, la nomina gli era dovuta: il successo è arrivato dopo tanta gavetta e problemi, poi le cose sono andate positivamente. Era giusto fosse così.” Eduardo: uno dei più grandi monumenti del ‘900.