Al centro di una grande discussione, il destino della pensione minima è contornato da poche certezze e speranze sfumate. Nel 2025, è previsto un aumento, forse troppo modico e fin troppo minimo, rispetto alle promesse fatte.

Il traguardo dei 1000 euro al mese sembra davvero lontano. Concretizzare questa proposta e promessa elettorale, però, non è facile come si crede, soprattutto considerando che si tratta di un’operazione onerosa per le stesse casse dello Stato.

Se i 1000 euro sembrano lontani e, oramai, anche poco probabili, l’aumento previsto dal prossimo anno è davvero irrisorio.

Quello di cui ci occuperemo nel testo è spiegare come cambia l’importo dell’assegno nel 2025 e perché l’aumento previsto è così basso.

Come cambia l’importo della pensione minima nel 2025

Introdotta con la Legge n. 638/1983, la pensione minima è una misura che garantisce un importo minimo nel caso in cui l’importo pensione non raggiunga il valore base stabilito dalla legge.

Grande promessa elettorale fatta durante gli anni, con il comma 310 dell’articolo 1 della legge n. 197/2022, il Governo ha formalizzato l’aumento delle pensioni minime.

Un aumento che, progressivamente, avrebbe dovuto portare l’importo al tanto declamato traguardo di 1000 euro. Il nastro d’arrivo non sarà tagliato tanto presto, considerando il modico aumento previsto per il 2025.

L’assegno minimo, infatti, dovrebbe passare dai 614,77 euro attuali a 631,37 euro per un aumento di soli 16 euro. Parliamo di un aumento davvero minimo che, secondo più parti, e secondo gli stessi percettori delle pensioni minime è davvero insufficiente e inadeguato. Ciò detto, considerando anche il fatto che lo stesso importo della pensione, spesso, non basta neppure a coprire le spese essenziali, in modo particolare laddove la vita costa più che altrove.

Ecco che, in questo scenario già complesso, l’arrivo dell’aumento di 3 euro mensili non può fare altro che suscitare polemiche.

Perché l’aumento è così basso

Promettere è facile, mantenere un po’ meno. Se la proposta di portare le pensioni a 1000 euro sembrava semplice, anche se spalmata su un aumento progressivo negli anni, la realtà sembra ben diversa.

I 1000 euro non solo sono diventati lontani, ma le stesse speranze che, prima o poi l’assegno diventi tale, sono svanite.

Bisogna capire che per riuscire nell’intento di portare l’assegno a 1000 euro, si dovrebbe sostenere un investimento finanziario davvero considerevole. Si sono fatti un po’ i conti senza l’oste perché per garantire a tutti i pensionati un importo di 1000 euro al mese, la spesa annuale da sostenere è di ben 30.000 miliardi di euro. L’esborso sarebbe comunque significativo se si pensasse di restringere il campo ai soli pensionati che percepiscono importi minimi. In questo caso, servirebbe un budget di 10.000 euro l’anno.

Per questi e per altri motivi, l’aumento è stato così basso. Le pensioni costano e pure tanto e lo Stato riesce a pagarle sempre con più difficoltà. Considerando, infine, che si stanno sempre più facendo avanti proposte per incentivare i lavoratori a lasciare il mondo del lavoro più tardi e rinunciare, anche se in presenza dei requisiti, al pensionamento anticipato.

La pensione minima arriverà a 1000 euro (prima o poi)?

Con il passare del tempo (molto tempo) forse l’obiettivo sarà raggiunto. D’altra parte, occorre considerare alcune possibili conseguenze che l’aumento delle pensioni a 1000 euro potrebbe avere su chi percepisce importi superiori alla soglia.

Si pensi a coloro che percepiscono una pensione di 800 euro: questi, con tutta probabilità, si troverebbero esclusi dall’aumento. Così facendo si rischierebbe di accontentare qualcuno a scapito di qualcun altro.

Detto altrimenti, sarebbe difficile portare a 1000 euro la pensione di chi percepisce 617 euro e lasciare l’importo a 800 euro a qualcun altro solo sulla base dei contributi versati. Infatti, si dovrebbe pensare a un sistema di adeguamento per tutti quei pensionati che già oggi si trovano poco sopra la soglia minima.

In sintesi

  • Aumento irrisorio: nel 2025, l’importo della pensione minima passerà da 614,77 euro a 631,37 euro, con un incremento di soli 16 euro, insufficiente per coprire le spese essenziali.
  • Costi elevati: raggiungere l’obiettivo di 1000 euro mensili richiederebbe un investimento annuale di circa 30.000 miliardi di euro, rendendo l’aumento significativo impraticabile in un contesto di bilancio statale già difficile.
  • Equità e sostenibilità: qualsiasi futura riforma deve considerare l’equità tra pensionati, evitando di penalizzare chi percepisce già pensioni poco sopra la soglia minima, per garantire un adeguamento giusto e sostenibile.