Cgil e Uil, ieri, 30 ottobre 2024, hanno proclamato per il prossimo 29 novembre lo sciopero generale. Le due sigle sindacali, l’ultimo venerdì del prossimo mese, vogliono un black Friday tutto loro: con l’Italia bloccata per protestare contro la terza manovra economica firmata dal Governo Meloni rea, ai loro occhi, di essere iniqua e di ridurre ancora di più il potere d’acquisto delle famiglie.

Dopo le manifestazioni con gli addetti dell’automotive, con i dipendenti pubblici e il mondo della scuola (oggi, 31 ottobre), l’autunno caldo delle organizzazioni di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri vuole segnare il suo culmine a meno di un mese dal Natale, quando dovrebbe cominciare a marciare a pieno ritmo anche lo shopping di fine anno.

Sta di fatto che il Governo Meloni non si sta mostrando intimidito. Ieri, nel corso di una intervista data a Porta a Porta a Bruno Vespa, la stessa premier ha detto che la mossa di Cgil e Cisl contro la legge di bilancio le sembra dettata “da un piccolissimo pregiudizio”. Almeno per due ragioni: la legge deve essere ancora approvata, e Palazzo Chigi ha convocato solo per lunedì prossimo, 4 novembre, i sindacati per discuterla recependo, magari, delle migliorie. Oggi, intercettato dai microfoni di Tag24.it, anche il vicepremier nonché leader di Forza Italia Antonio Tajani ha speso parole del tutto simili, evidenziando per di più la spaccatura del fronte sindacale.

Sciopero generale nel Black Friday 2024, Tajani risponde ai sindacati

Intercettato da Lorenzo Brancati di Tag24.it, Antonio Tajani sullo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il prossimo 29 novembre, il venerdì dei grandi acquisti prenatalizi come da qualche anno ormai si è preso a celebrarlo anche in Italia all’insegna del Black Friday, l’ha messa così:

“Innanzitutto non è uno sciopero indetto da tutti i sindacati: sono solamente due le sigle che l’hanno annunciato. La Cisl, l’Ugl e gli autonomi non hanno proclamato lo sciopero”

Come dire: non è vero che il Governo Meloni ha contro tutto il mondo del lavoro. Tanto più, ha evidenziato il vicepremier, che la condotta dell’esecutivo nel varare questa legge di Bilancio è ineccepibile e mostra anche una certa apertura politica.

“È singolare che si proclami lo sciopero generale prima di discutere col Governo. E prima che il Parlamento approvi la legge di Bilancio, visto che è sovrano. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma a me appare un pò singolare”

A questo punto, Tajani ha affondato ancora di più la lama sulla spaccatura del fronte sindacale:

“Forse ha ragione il segretario della Cisl quando dice che i sindacati che hanno indetto lo sciopero generale sembrano più dei partiti di opposizione che delle organizzazioni che difendono i diritti dei lavoratori”

E non c’è “convocazione tardiva” del tavolo di confronto che tenga come hanno fatto riferimento Cgil e Uil nell’annunciare lo sciopero, secondo il numero due di Palazzo Chigi:

“Ma se in Parlamento ancora non è iniziato il dibattito…”

La polemica tra la Cgil di Landini e la Cisl di Sbarra

Che il fronte sindacale sia spaccato, che la triade (Cgil-Cisl e Uil) sia la protagonista di un vecchio film uscito ormai da tempo dalle sale, è cosa nota dal 2022. Da quando, vale a dire, il centrodestra ha vinto le elezioni politiche: si possono contare sulle dita di una mano le volte in cui si sono viste tutte e tre le principali sigle sindacali andare a braccetto. Tanto più che in tre anni di Governo Meloni, Cgil e Uil hanno indetto per altrettante volte lo sciopero generale in occasione della presentazione della legge di Bilancio.

I veleni tra le parti, con Landini che accusa la Cisl di Sbarra di essersi venduta alla destra e quest’ultimo che ribatte dicendo che, assieme alla Uil, la Cgil fa un’opposizione più politica che sindacale, sono quasi diventati routine. Tant’è che proprio il leader della Cisl, anche in questa occasione, non ha potuto fare a meno di difendere ancora una volta la sua organizzazione:

“A Landini, che si è permesso di offendere la Cisl, consigliamo vivamente di rivestire i panni del sindacalista e di smettere quelli di traino dell’opposizione politica”

Insomma: la lingua batte dove il dente duole. Tanto più che anche la Lega ha iniziato a martellare definendo Cgil e Uil “due sindacati di estrema sinistra” pronti, per di più, a scendere in piazza “contro l’aumento dello stipendio per 14 milioni di dipendenti”. Insomma: bravi chi li capisce. Sebbene dalle parti di XX Settembre, dalle parti del ministro dell’Economia leghista Giancarlo Giorgetti, sia impossibile non notare che gli ultimi dati Istat hanno segnalato un terzo trimestre 2024 con il Pil inchiodato a zero rispetto al precedente e quello cumulato nel 2024 di appena lo 0,4%: l’1% di crescita, che era l’obiettivo del Governo, è già andato a farsi benedire.

La manifestazione del mondo della scuola

In ogni caso: oggi, giornata di Halloween, i fantasmi della crescita al ritmo dello zero virgola, di una legge di Bilancio considerata “inadeguata” e di una Autonomia differenziata “pericolosa, che peggiorerebbe solo la situazione”, li ha fatti vedere il mondo della scuola. Lo striscione “Valditara bocciato” era già tutto un programma. Il nostro inviato Thomas Cardinali lo ha riassunto con questo video:

Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil e i veleni in tre punti

  • Cgil e Uil hanno proclamato per il prossimo 29 novembre, giorno in cui si celebra anche il Black Friday, lo sciopero generale per protestare contro la legge di Bilancio in itinere. Il vicepremier Antonio Tajani però ha evidenziato che il fronte sindacale è spaccato e che la scelta dello sciopero è singolare prima ancora che parta un confronto con l’esecutivo
  • Effettivamente, da tempo la triade si è rotta. I veleni tra Maurizio Landini, leader della Cgil, e Luigi Sbarra della Cisl sono all’ordine del giorno e non sono mancati nemmeno in questa occasione con il primo che accusa il secondo di essersi venduto alla destra al potere e il secondo che che contrattacca dicendo che la Cgil fa opposizione politica anzichè sindacato
  • Oggi, 31 ottobre, intanto, è sceso in piazza a manifestare il mondo della scuola. Sotto l’entrata del ministero dell’istruzione è stato sistemato uno striscione con su scritto “Valditara bocciato”. La piattaforma della protesta era incentrata anche sulla legge di Bilancio, naturalmente, che lascia a terra ancora una marea di precari