Una Meloni che sorride poco. Eppure ha vinto in Liguria, non certo lei perché a vincere è Marco Bucci, ma è un successo che porta comunque la sua firma perché è stata proprio lei a chiedere al Sindaco di Genova di scendere in campo per il centrodestra dopo quanto avvenuto con Toti. E lui, Bucci, ci ha pensato e alla fine ha detto sì, poi ha vinto, ma, a parte la soddisfazione dove Meloni si concede solo un “tra elezioni provinciali e regionali il centrodestra ha vinto 11 a 1, quindi gli italiani hanno in qualche modo deciso, almeno per il momento”, poi torna sull’attualità e sui temi che più gli stanno a cuore e che le fanno avere un’espressione corrucciata.

E quello che più la fa preoccupare e arrabbiare è la questione legata ai dossier e anche a quei funzionari che dovevano vigilare e non l’hanno fatto. “In questa nazione esiste ormai un mercato delle informazioni. Penso che bisogna mettere fine a questo schifo“, ha spiegato il presidente del Consiglio mentre si trovava a Porta a Porta.

Un affondo importante, di quelli che solo lei e in determinati situazioni può dare, anche perché è un argomento che non ha proprio digerito, soprattutto il capitolo che riguarda i funzionari: “La cosa più importante riguarda l’infedeltà dei funzionari, l’hackeraggio non è il tema più importante le nostre banche dati non sono violate da estranei ma da funzionari dello Stato che dovrebbero proteggerle ma usano il loro potere per fare altro con quei dati. Bisogna essere implacabili e non lo dico solo per loro ma anche per chi ha il dovere della vigilanza“.

Meloni a Porta a Porta ironizza sulla Sanità e non teme i referendum

Durante il suo intervento a Porta a Porta da Bruno Vespa, la premier affronta anche la questione dei fondi alla sanità, al centro delle polemiche con le opposizioni.  “Noi veniamo accusati di aver tagliato. I numeri non sono un punto di vista: quanto c’era sul Fondo sanitario prima del Covid? Nel 2019 c’erano 114,5 miliardi di euro. E quanti soldi ci saranno nel 2025? 136,5 miliardi di euro. Ci sono 22 miliardi in più sulla sanità“. Una rivendicazione soprattutto nei confronti della sinistra e di Elly Schlein che su questo tema attacca da settimane e mesi a testa bassa.

La Premier per cercare di sottolineare e precisare al meglio il suo concetto, ma soprattutto per renderlo ancora più forte e incisivo, durante la puntata, tira fuori il suo telefonino e comincia a fare i conti sul serio sulla spesa pro capite, ma le cose non vanno proprio come le aveva studiate e fa la battuta col sorriso “sto sbagliando i conti”, ma poi il conduttore le dà il suo cellullare per fare bene i calcioli e tutto riprende come se niente fosse.

Dalla Sanità si passa direttamente, e di nuovo, sulla scena politica e ribadendo il concetto delle vittoria in Liguria e di tutte le altre che ci sono state in precedenza, con Meloni che ribadisce il risultato come se fosse una sfida sportiva con quel “siamo 11 a 1 per il centrodestra tra Regionali e elezioni nelle Province autonome“, la premier viene incalzata sui referendum, non solo quello sulla cittadinanza e sulla separazione delle carriere, ma anche e soprattutto sul premierato, una riforma a cui tiene tantissimo.

Siamo e sono pronta su tutto, su ogni cosa – ribatte Giorgia Meloni mentre è ospite a Porta a Porta-. Non cambio idea sul premierato anzi sono sicura che sia la madre di tutte le riforme. Non la sto facendo certo per me, perché questo governo è stabile, ma s non approfitto di questa occasione per cambiare davvero questa nazione, allora che ci sto a fare qui, ho preso un impegno con cittadini e non farò altro che rispettare il programma“.

Meloni a testa bassa sui Sindacati e su Elkann per Stellantis

Durante la puntata televisiva, Giorgia Meloni non poteva non toccare il tema lavoro e sullo sciopero programmato da parte dei sindacati e lancia l’accusa: “Direi che c’è un piccolissimo pregiudizio da parte di Cgil e Uil…“. E mentre lo dice ironizza col sorriso, sapendo bene l’allusione dove vuole arrivare, anche perché, sostiene, “i sindacati chiedevano più lavoro, meno disoccupazione, più contratti, abbiamo fatto tutto, ma loro scioperano…”, sottolineando che lo sciopero generale “è stato convocato qualche giorno prima della convocazione del governo sulla legge di bilancio“.

“I sindacati confederali volevano la riduzione del precariato, ed è diminuito. Volevano l’aumento dei salari, abbiamo tagliato il cuneo e messo più soldi sui redditi più bassi – ha aggiunto -. Volevano l’aumento dell’occupazione ed è aumentata. Volevano l’aumento dell’occupazione femminile, ed è aumentata”. E su Stellantis e la mancata presenza di John Elkann in audizione al Parlamento, non fa sconti: “Questa mancanza di rispetto verso il Parlamento me la sarei evitata se fossi stata in lui”.