E’ calato il sipario sulle Elezioni Regionali in Liguria 2024 dove, alla fine, a spuntarla è stato – per appena 8mila voti, pari all’0,8% delle preferenze – il sindaco di Genova, Marco Bucci, candidato unico del centrodestra. Niente da fare, invece, per l’ex ministro Andrea Orlando che, paradossalmente, non può essere considerato come il vero sconfitto.

La tornata elettorale che si è appena conclusa ha lasciato sul campo molti perdenti tanto a sinistra quanto ha destra e su cui ha gravato come un macigno l’altissimo tasso di astensionismo che ha irrimediabilmente ‘dopato’ l’esito finale. In una regione dove più della metà degli aventi diritto non è andata a votare si può affermare che è stata la politica ad aver perso a tavolino.

Elezioni regionali Liguria 2024, chi ha perso e chi ha vinto?

Il vincitore ufficiale delle elezioni regionali in Liguria 2024 è il sindaco di Genova Marco Bucci sostenuto dal centrodestra al gran completo. A vincere è stata l’unità della coalizione che, quando è stato necessario, ha saputo serrare i ranghi e tirare dritto, evitando – come invece ha fatto il campo progressista di centrosinistra – di sfaldarsi tra veti e liti intestine.

La vittoria del centrodestra e di Bucci, è stata anche merito dei partiti cosiddetti ‘minori’, come Alternativa Popolare del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi che ha contribuito alla causa con lo 0,34% e della lista Libertas-Udc che ha raggiunto una percentuale di preferenze pari al 1,3%.

In una competizione elettorale decisa da una percentuale dello 0,8% è evidente che il loro apporto è stato determinante per la vittoria finale. Perché, alla fine se la politica non è solo matematica è comunque sempre la matematica a decidere chi vince.

Nel centrodestra può considerarsi soddisfatta la Lega di Matteo Salvini (8,47%) che si è posizionata ‘sopra’ l’alleato Forza Italia, rimasto di poco sotto la soglia dell’8% (7,98%).

Dovrà riflettere, invece, Fratelli d’Italia che, pur restando il primo partito della coalizione, non va oltre il 15% consegnando al Partito Democratico lo scettro di primo partito della regione.

Il voto in Liguria, infine, sancisce anche un altro importante risultato per il centrodestra che è riuscito a prevalere sugli strascichi lasciati dall’inchiesta della Procura di Genova. Una vittoria che in molti già leggono come un punto a favore dello scontro in atto con la magistratura.

“I cittadini liguri hanno premiato il buon governo e la voglia di andare avanti. Noi con serenità continuiamo a lavorare per l’Italia e gli italiani”.

Ha dichiarato oggi il deputato di Fratelli d’Italia, fedelissimo di Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli ai microfoni di Tag24.it commentando la vittoria in Liguria dello schieramento di centrodestra.

Campo progressista, Pd primo partito ma incapace di capitalizzare

Lo vero sconfitto della tornata elettorale appena conclusa è il campo progressista del centrosinistra, condannato dalle divisioni interne e dalla mancanza di quello spirito di coalizione invocato dal candidato Andrea Orlando a cui, nonostante il risultato finale, non è possibile imputare nessun’altra responsabilità. Ha fatto la sua campagna elettorale sui temi, tenendosi fuori dalle polemiche se non per invocare all’unità. Ha vinto a Genova, città amministrata dal suo sfidante.

E il caso Genova meriterebbe una riflessione a parte, in quanto è una delle tante contraddizioni che hanno caratterizzato questa tornata elettorale condizionata, come ampiamente previsto dagli analisti, dalla bassissima affluenza alle urne.

L’altra contraddizione, forse la più stridente è rappresentata dal Pd che con 160 mila preferenze e il 28,47% dei voti è il primo partito della regione ma non è riuscito a portare il proprio candidato sulla poltrona di Governatore. Eppure, qualcosa di positivo c’è: dalla conta delle forze della coalizione, il Partito Democratico e la segretaria Elly Schlein hanno rinforzato la leadership all’interno della coalizione. Maggiore forza per evitare, nei prossimi appuntamenti elettorali, di farsi imporre veti come accaduto in Liguria

Crollo M5S, Bonelli (Avs): “Trarre degli insegnamenti da questa vicenda”

Veniamo, quindi, ai veri sconfitti del voto ligure: Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle. In Liguria il M5s è scivolato sotto la soglia psicologica del 5% (4,56%).

In Liguria i Cinquestelle sono ‘evaporati’ come aveva ‘profeticamente’ tuonato il Garante del Movimento Beppe Grillo appena pochi giorni fa dal suo blog. Il tracollo M5s ha, però, affossato l’intera coalizione di centrosinistra rendendo ancora più evidente la mancanza di Italia Viva e di Matteo Renzi. Giuseppe Conte aveva posto un veto, aveva puntato i piedi e Italia Viva era stata esclusa.

Renzi ha lasciato ai suoi elettori libertà di voto eppure, a conti fatti, all’appello mancano il 2% (ma forse sarebbero stati di più?) dei voti di Iv.

La politica non è matematica, ma sarebbero bastate anche la metà delle preferenze dei renziani per cambiare gli esiti del voto.

Bene AVS che anche in Liguria ha confermato la crescita di consensi delle Elezioni Europee, raggiungendo il 6,17% delle preferenze e attestandosi come seconda forza della coalizione.

Il leader Angelo Bonelli analizza la sconfitta in Liguria, sottolineando la necessità di recuperare gli elettori che non vanno più a votare e in cui ci sono – a suo parere – tanti elettori di centrosinistra.

“Le elezioni non sono mai un rigore a porta vuota, bisogna trarre degli insegnamenti da questa vicenda in prospettica dei prossimi appuntamenti dove l’alleanza è molto più stabile. Il problema non sono i veti e non sono neanche le sommatorie, perché in politica 1+1 non fa mai due. L’astensionismo è un fatto estremamente preoccupante e questa è la questione su cui dobbiamo riflettere perché in quella percentuale c’è tanta parte del voto di centrosinistra che va recuperato”

Le ripercussioni sul voto in Umbria ed Emilia Romagna

Tra 20 giorni si ritorna alle urne e non è il momento delle recriminazioni. E’ quanto dichiarato a caldo dalla segretaria dem Elly Schlein, ma inevitabilmente il voto in Liguria lascerà cicatrici e avrà strascichi anche sui prossimi appuntamenti elettorale in Umbria ed Emilia Romagna, il 17 e 18 novembre.

L’appuntamento in Liguria era un appuntamento che nessuno voleva fallire per un motivo ben preciso, perché avrebbe poi influenzato in positivo o in negativo gli appuntamenti successivi. Il rischio che il fallimento di ieri possa demoralizzare la base e quindi compromettere il successo nelle altre regioni esiste. Come non si può ignorare che la vittoria del centrodestra in Liguria sarà sicuramente un traino anche in Umbria e in Emilia Romagna.

In conclusione il risultato ligure impatterà sicuramente in maniera significativa sulle dinamiche che si creeranno in Umbria e in Emilia Romagna.

Vincitori e dei vinti delle elezioni regionali in Liguria in 5 punti

  1. Marco Bucci – Il sindaco di Genova, sostenuto dal centrodestra, ha vinto le elezioni con un margine molto stretto, confermando la sua leadership.
  2. Centrodestra – La coalizione di centrodestra ha dimostrato unità e compattezza, risultando vincente nonostante le difficoltà.
  3. Andrea Orlando – L’ex ministro del centrosinistra ha perso, nonostante un buon numero di voti, e ha rappresentato una frangia di un’alleanza disunita.
  4. Movimento 5 Stelle – Il M5S ha subito un forte calo, scendendo sotto la soglia del 5%, evidenziando una crisi di consensi.
  5. Partito Democratico – Pur risultando il primo partito in termini di voti, il PD non è riuscito a portare il proprio candidato alla presidenza, evidenziando le difficoltà del centrosinistra nel capitalizzare i propri consensi.