La campagna elettorale dei due principali candidati alle elezioni presidenziali del 2024 è entrata nell’ultima settimana. Né il repubblicano ed ex presidente, Donald Trump, né la vicepresidente democratica, Kamala Harris, sembrano aver conquistato una vittoria sicura.

Sebbene la maggior parte dei 50 stati sia tradizionalmente colorata in blu democratico o rosso repubblicano, esistono diversi stati che, oltre alla fedeltà al proprio partito, votano in base ai candidati e ai loro programmi. Questi sette “swing states”, ovvero gli “stati indecisi”, saranno come sempre determinanti nella corsa alla Casa Bianca tra Harris e Trump.

Elezioni Usa 2024, le sorti delle campagne nelle mani degli swing states

Un altro periodo di campagna elettorale si avvicina alla fine. Nel 2024, l’ex presidente Donald Trump ha deciso di entrare per la terza volta in corsa alla Casa Bianca. Il suo primo avversario, il presidente Joe Biden, ha abbandonato la sua corsa alla rielezione dopo un disastroso dibattito televisivo contro Trump che ha acceso polemiche sulla sua età e sulla sua idoneità per un secondo mandato. Il ritiro di Biden è stato il momento decisivo per i democratici. Kamala Harris è prontamente entrata in corsa crescendo rapidamente nei sondaggi fino ad arrivare a dare vita ad un vero e proprio testa a testa con il tycoon.

Il nuovo inquilino della Casa Bianca sarà deciso il 5 novembre in un’elezione che si preannuncia combattuta fino all’ultimo voto. A sette giorni dal voto, i sondaggi indicano una corsa serrata. Anche per le elezioni presidenziali del 2024 non ci si aspettano soprese per la maggior parte degli stati. Dal 1992, stati come Arkansas, Alaska, Idaho, Kansas, Oklahoma, Utah, Texas e Wyoming hanno sempre votato repubblicano. Al contrario, il Distretto di Columbia, California, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York e Washington sono tra gli stati che hanno votato blu democratico negli ultimi 22 anni.

Le campagne di Trump e Harris si sono concentrate principalmente sulla conquista degli stati indecisi. Ciò che li rende inclini a oscillare tra un candidato e l’altro è la loro tendenza a votare in base al candidato, al programma politico e ai cambiamenti demografici, oltre che all’affluenza alle urne.

Quali sono gli swing states?

Solo pochi stati, meno allineati politicamente, potrebbero potenzialmente spostarsi verso uno dei principali candidati alla presidenza. Secondo le previsioni, dunque, una manciata di “swing states” potrebbe decidere il prossimo inquilino della Casa Bianca. Si tratta di Arizona, Carolina del Nord, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.

Cinque stati (Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin) hanno votato per candidati di schieramenti diversi nel 2016 e nel 2020, con livelli di consenso piuttosto vicini. Considerando che Trump è stato candidato in entrambe le elezioni, una volta ha ottenuto il voto di questi stati, mentre nell’altra no. Nevada e Carolina del Nord, invece, sono stati due stati in cui i candidati alla presidenza hanno vinto con margini ridotti. Attualmente, il Nevada è colorato di blu, mentre la Carolina del Nord è rossa, e i due candidati non sono riusciti a cambiare il colore politico di questi stati. Tuttavia, i governatori appartengono a schieramenti diversi.

Come gli swing states potrebbero influenzare il voto?

Nel 2016 Trump ha vinto in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin contro Hillary Clinton. Questi tre stati quasi sempre colorati di blu, quattro anni dopo sono tornati dei democratici. L’economia è cruciale per gli elettori del Michigan dove la classe operaia rappresenta un gruppo chiave per la vittoria.

In Arizona, il cambio colore dalla vittoria di Trump nel 2016 alla risicata vittoria di Biden nel 2020 ha fatto entrare il paese fra gli swing state. Negli ultimi decenni, infatti, i repubblicani avevano dominato le elezioni presidenziali nello stato. Oggi, lo stato è in bilico e su deciderà tutto sui temi dell’immigrazione e sulle questioni legate al cambiamento demografico al centro del dibattito.

La vittoria di Joe Biden in Georgia nel 2020 ha segnato il primo successo di un candidato democratico nel paese dalla vittoria di Bill Clinton nel 1992. Il sostegno della comunità nera e l’alta affluenza alle urne sono stati fondamentali per il trionfo di Biden.

La vittoria in Nevada dell’attuale presidente nel 2020 è stata caratterizzata da un margine relativamente ristretto, simile a quello di Clinton nel 2016. L’economia è da sempre considerata la questione elettorale chiave nello stato.

Nel 2020, Trump ha vinto, con un margine di solo 1,3 puti percentuali, la Carolina del Nord. Un eventuale vittoria di Harris in questo territorio, rappresenterebbe un’importante conquista e un passo decisivo verso la presidenza.

Gli swing states al centro della battaglia elettorale tra Trump e Harris

  • Candidati e competizione: La campagna elettorale del 2024 è un testa a testa tra Donald Trump, ex presidente, e Kamala Harris, vicepresidente democratica.
  • Importanza degli swing states: Gli “swing states” o stati indecisi, come Arizona, Carolina del Nord, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin, sono cruciali poiché possono votare per candidati di schieramenti diversi a seconda delle circostanze.
  • Temi chiave per il voto: Le questioni economiche, l’immigrazione e il cambiamento demografico sono centrali nel dibattito e possono influenzare la scelta degli elettori negli swing states, rendendo queste regioni cruciali per la vittoria finale.