Quando a far rumore è più un’assenza che una presenza. Di solito non vedere, in una manovra di bilancio, la presenza di un’imposta dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo a cittadini, imprese e politici (che dai primi due sono solitamente votati), che non devono avere a che fare con altre tasse oltre a quelle già esistenti.

La ‘sugar tax‘ però, insieme alla ‘plastic tax’, non sembra godere di una buona stella. 8 rinvii hanno caratterizzato la sua vita da quando fu proposta dal governo Conte-II nel 2020, per arrivare all’ultimo rallentamento di maggio 2024.

Nella manovra 2025 non si legge di nessun altro rinvio, cosa che farebbe supporre l’entrata in vigore della ‘sugar tax’ il 1° luglio 2025.

Cosa fare adesso? Forza Italia ha già pensato a diverse modifiche alla manovra di bilancio, insieme agli alleati di governo Lega e Fratelli d’Italia: parola del vicepremier Antonio Tajani, che ha promesso di capire perché la tassa sui soft drinks dovrà partire proprio l’anno prossimo.

‘Sugar Tax’, il rinvio di Tajani: “La manovra 2025 può essere ancora modificata”

Nonostante i tentativi di Giancarlo Giorgetti, anche la manovra 2025 sarà ritoccata oltre la data della sua pubblicazione. Il ministro dell’Economia aveva cercato di indossare la maschera dello sceriffo cattivo che doveva difendere l'”assalto alla diligenza” rappresentata dalla manovra di bilancio.

Intento parzialmente fallito: i medici hanno lamentato investimenti nella sanità non adeguati, le pensioni sono aumentate di pochissimo e la difesa di alcune misure identitarie (come il taglio del cuneo fiscale) drena risorse importanti. Per cercare un rimedio a queste difficoltà, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno già promesso modifiche e correttivi alla manovra 2025.

A rischiare di far rumore, però, è anche un’assenza, quella della ‘sugar tax’. Già alla metà di questo maggio i forzisti aveva rivendicato come il suo rinvio (l’ottavo dal 2020) al 1° luglio 2025 fosse un altro esempio delle promesse mantenute di fronte ai propri elettori.

Resta però qui un problema di non poco conto: la data del 1° luglio sembra lontana ma prima o poi si dovrà fare il conto con la sua scadenza. Insomma, nella manovra 2025 non c’è traccia di un altro rinvio che pure sarebbe gradito ad associazioni di categorie e a FI.

Parola di Antonio Tajani, che ha lasciato aperta una porta per una modifica che non potrebbe essere l’ultima riguardo la manovra di bilancio:

La manovra può essere migliorata, faremo di tutto per ridurre le tasse il più possibile e chiederemo conto del rinvio della sugar-tax.

Una formulazione vaga ma sufficientemente chiara a segnalare a chi interessato che un pezzo del governo, per bocca del suo vicepremier e ministro degli Esteri, si sta interessando attivamente alla questione.

L’imposta, se introdotta, si tradurrebbe in 10 centesimi al litro per i prodotti finiti e 0,25 euro al chilo per quelli da diluire.

Assobibe esulta: “Contenti di queste parole, sono a rischio 5mila posti di lavoro”

La difesa degli interessi della propria categoria è spesso additata come uno dei problemi che impedisce l’introduzione di nuove norme in Italia o al contrario la loro creazione anche in assenza del problema di riferimento.

Si pensi ad esempio alla carne sintetica, una questione che non molto tempo fa aveva contrapposto maggioranza ed opposizione. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida si è spesso vantato di come la legge italiana sia stata la prima in Europa ad impedire l’ingresso sul mercato di determinati prodotti alimentari, anche se bisogna dire che in Italia un mercato per la carne sintetica ancora non esiste.

La ‘sugar tax’ non va a tassare prodotti che non esistono (sarebbe però interessante capire se in futuro possa avere in qualche modo a che fare anche con il vino dealcolato), ma l’Assobibe ha raccolto i pareri delle associazioni e delle aziende di categoria, tutti per lo più negativi.

Cristina Busi, presidente di Confindustria Catania e vicepresidente nazionale di Assobibe, ha fatto eco alle parole che il presidente di quest’associazione, Giangiacomo Pietrini, esprimendo il proprio scetticismo sul valore stesso della tassa sui soft drink.

Busi ritiene inutile andare a colpire uno di quei settori produttivi italiani che si fa forza non tanto del mercato interno, quanto di quello internazionale. Entrambi sono soggetti a forti scossoni esterni (basti pensare agli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi che bloccano lo stretto di Bab-al Mandeb, che bloccano la strada per Suez), ma Assobibe teme che l’aumento dei costi finali ricada sui dipendenti e sui cosumatori finali:

L’aumento dei costi di produzione e il rincaro dei prezzi al consumatore affossa la competitività del nostro tessuto produttivo. Le imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, si troverebbero costrette a ridurre la produzione, licenziare i dipendenti o, nel peggiore dei casi, chiudere definitivamente. Il Governo, così come annunciato più volte, trovi la giusta soluzione per non imporre nuove tasse che colpiscono al cuore l’impresa e i lavoratori, e cancelli definitivamente la sugar tax dalle sue politiche di bilancio.

Assobibe inoltre lamenta che la ‘sugar tax’ vada a colpire tanti prodotti senza poi distinguere quelli effettivamente più dannosi da quelli assumibili con semplice moderazione. Pietrini, ringraziando Tajani per essersi ricordato di quest’importante questione, ha poi paventato la perdita di almeno 5mila posti di lavoro e l’aumento del 28% dei prezzi dei soft drinks in caso di tassazione.

Anche Busi ritiene che l’intero comparto ha già fatto tutto il possibile per diminuire il contenuto di zuccheri, andando a limitare quell’aumento dei costi che già la tassa sulla plastica monouso (di ideazione europea) causerà più in generale:

In questi anni le nostre imprese hanno mantenuto la leadership sui mercati grazie a importanti investimenti in sostenibilità e tecnologie avanzate, puntando sull’internazionalizzazione. Tutti i nostri sforzi oggi potrebbero essere vanificati dall’introduzione di una tassazione inutile e inefficace, che colpisce solo le bevande analcoliche, con e senza zucchero.

Perché Fratelli d’Italia e Lega erano contrari alla ‘sugar tax’ e cos’è cambiato oggi?

E’ dal 2020, come accennato, che la ‘sugar tax’ fa capolino nelle varie manovre di bilancio che i vari governi hanno preparato, presentato, limato ed infine applicato. Ci sono stati esecutivi di colori diversi, persino un governo tecnico (quello di Mario Draghi), ma nessuno ha mai spinto con convinzione sulla ‘sugar tax’.

Due dei partiti che formano l’attuale maggioranza, cioè Lega e Fratelli d’Italia, non volevano sapere nel 2020 di introdurre altre tasse a carico dei cittadini e delle aziende italiane. In particolare il leader leghista Salvini lamentava l’interesse morboso del M5S (e per esteso anche dell’UE) di tassare una filiera molto importante per l’export italiano.

Una volta però sul ponte di comando, però, tutti (compresa Forza Italia) si sono dovuti scontrare con i dati di realtà, che presentano un bilancio statale sofferente e che ha bisogno di ulteriori entrate. Non va dimenticato anche che, dopo il Covid, ci sono stati tanti sussidi e bonus che in qualche modo sono diventati strutturali che nemmeno il governo di centrodestra ha voluto o potuto eliminare.

La relazione tecnica elaborata a maggio dalla Ragioneria di Stato riportava il gettito ottenibile dalla ‘sugar tax’: 139 milioni di euro se fosse entrata in vigore nel 2024, mentre ne sarebbero 288 milioni se arrivasse l’anno prossimo.

Forza Italia però ha cercato di sfruttare l’operato della Ragioneria anche grazie ad un suo errore, perché la stessa relazione tecnica parlava addirittura di un rinvio nel 2026, diversamente da quanto stabilito dalla norma:

La stessa disposizione è volta a differire, dal 1° luglio 2024 al 1° luglio 2026, la decorrenza dell’efficacia delle disposizioni introduttive dell’imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate (sugar tax) di cui all’art. 1, commi 661-676, della Legge 30 dicembre 2019 n. 160 (legge di bilancio per il 2020 ndr) riducendo, allo stesso tempo, le aliquote.

La questione della ‘sugar tax’ in cinque punti

  • Rinvii della sugar tax‘: la ‘sugar tax’ ha subito otto rinvii dal 2020 e, nella manovra di bilancio 2025, è prevista l’entrata in vigore per il 1° luglio 2025, suscitando interrogativi tra le forze politiche.
  • Reazioni politiche: Forza Italia, insieme a Lega e Fratelli d’Italia, sta valutando modifiche alla manovra, con il vicepremier Tajani che si è impegnato a esplorare la questione della tassa.
  • Preoccupazioni delle imprese: le associazioni di categoria, come Assobibe, criticano la tassa, temendo un aumento dei costi di produzione che potrebbe ridurre la competitività e portare a perdite di posti di lavoro.
  • Critiche alla tassa: la ‘sugar tax’ è vista come inadeguata poiché non distingue tra prodotti dannosi e quelli consumabili con moderazione, con stime che suggeriscono un aumento del 28% dei prezzi delle bevande.
  • Contesto economico: il governo sta cercando nuove entrate per un bilancio sofferente e, sebbene la ‘sugar tax’ potesse generare un gettito significativo, rimane oggetto di dibattito e resistenza da parte di vari attori economici e politici.