Via all’allentamento monetario ufficializzato dalla Banca Centrale Europea: chi sono i vincitori?

Con l’ennesima riduzione del costo del denaro, mutui, finanziamenti e prestiti sono destinati a diventare sempre più convenienti e meno onerosi per chi decidesse di sottoscrivere un contratto. Tuttavia, c’è chi dall’allentamento monetario perderà. Chi sono coloro che ci perdono? Scopriamolo in questa guida.

Allentamento monetario ufficializzato dalla BCE

Dopo il taglio dei tassi di interesse deciso dal board della Banca Centrale Europea nel mese di settembre, il board ha deciso di ridurre il costo del denaro nel mese di ottobre. Non solo i tassi dei mutui immobiliari scendono, ma anche i tassi dei prestiti personali e del credito al consumo. Lo scorso anno i tassi dei prestiti per i consumi sono calati dello 0,25 percento e, secondo gli esperti, il trend li porterà sotto il dieci percento nel 2025. Al rovescio della medaglia gli istituti bancari hanno deciso di ridurre il tasso di remunerazione dei conti deposito.

Taglio tassi di interessi: chi ci perde?

Con il taglio dei tassi di interesse ufficializzato ad ottobre dalla BCE, i tassi di rendimento sui conti deposito bancari hanno intrapreso il trend ribassista. Nel mese di ottobre si è registrato un calo dello 0,25 percento nella remunerazione media dei conti depositi vincolati, mentre il calo del tasso di rendimento è stato dello 0,15 percento per i conti non vincolati. Fino a qualche mese fa era possibile trovare conti depositi vincolati con rendimenti lordi che sfioravano il 5 percento, oggi il tasso di rendimento offerto si ferma a 4 punti percentuali.

Rispetto alle banche degli altri paesi dell’UE, le banche italiane sono quelle che riconoscono ai correntisti un tasso di rendimento superiore: è quanto messo in evidenza dal portale di comparazione Facile.it. L’Italia si trova in seconda posizione rispetto agli altri Paesi dell’UE in quanto il tasso medio annuo è pari a 3,3 punti percentuali.

Primo posto in classifica per i migliori tassi di rendimento offerti dalle banche reperiamo la Lituania dove sfiora i 3,8 punti percentuali. Terzo posto in classifica per l’Estonia, che offre un tasso di rendimento pari al 3,2 percento e al quarto posto reperiamo la Francia, che riconosce un tasso pari a quasi a tre punti percentuali. I tassi di rendimento offerti dai conti deposito sono più elevati rispetto a quelli offerti dall’Austria, Irlanda, Germania. Tra le banche che riconoscono un tasso di rendimento esiguo sui conti deposito troviamo quelle spagnole, che in media offrono un tasso di rendimento pari all’1,2 percento.

E i conti correnti dopo il taglio dei tassi?

Analizzando i conti correnti lo scenario cambia: i dati Eurostat aggiornati al mese di agosto 2024 mettono in evidenza che l’Italia si colloca al quinto posto in classifica. Il tasso annuale è pari a 0,37 punti percentuali di poco inferiore rispetto alla media comunitaria (0,38 punti percentuali). Primo posto in classifica per il Lussemburgo, paese dove i correntisti hanno la possibilità di beneficiare di un tasso pari a 1,54 punti percentuali, al secondo posto troviamo i correntisti tedeschi, che beneficiano di un rendimento pari a 0,6 punti percentuali.

Si tratta di una percentuale doppia rispetto al tasso di rendimento a quello italiano. In differenti paesi dell’UE il tasso di rendimento è peggiore: i correntisti spagnoli hanno ottenuto un tasso medio pari a 0,17 punti percentuali, mentre in Francia il tasso medio è quasi nullo.

Quali sono i rendimenti sul BTP decennale?

All’indomani dell’allentamento monetario cerchiamo di capire quali potrebbero essere i guadagni derivanti dall’investimento nei titoli di Stato. Al momento del primo allentamento monetario deciso dalla Banca Centrale Europea, il BTP decennale rendeva il 3,8 percento, mentre ad oggi è sceso a 3,5 punti percentuali. Non solo i detentori dei conti depositi, ma anche i titolari dei BTP e dei titoli di stato non traggono benefici dall’allentamento monetario.