Una notte bella e magica in campo, un incubo fuori. Una trasferta agrodolce per i tifosi della Lazio. Se si è fatto festa e si è urlato e festeggiato per la vittoria sul Twente e sui gol di Pedro e Isaksen, non si può dire altrettanto per la vigilia della gara e per quello che hanno vissuto i tanti tifosi laziali che hanno deciso di seguire la squadra in trasferta fino in Olanda.
Un viaggio che per alcuni è stato un vero inferno tra mille difficoltà, soprattutto una volta arrivati a Enschede, la città dove gioca il Twente e dove diversi tifosi della squadra olandese attendevano quelli laziali per organizzare agguati e veri e propri scontri, ma non è successo nulla di tutto questo perché, una volta arrivati in albergo, gli italiani non potevano più uscire, solo in determinati orari per andare a prendere da mangiare. Una scelta e una decisione che ha scioccato i tifosi biancocelesti che si sono visti privare della loro libertà.
Sono stati diversi i sostenitori di fede laziali che si sono arrabbiati, con qualcuno di loro che ha anche rischiato vista la situazione ed è pure normale che qualcuno si si sia riscaldato perché quanto è accaduto non è normale, né tanto meno civile in un paese della comunità europea come l’Olanda. Ma per paura che accadesse qualcosa nella notte e tra le strade della città, il Sindaco di Eschende, il signor Roelof Bleker ha deciso che era meglio non rischiare e quindi emettere un’ordinanza che bloccasse i cittadini italiani, perché di questo si tratta, all’interno dei loro hotel, privandogli della libertà di poter circolare normalmente.
Titosi bloccati in Olanda, Lotito: “Ho tentato di fare qualcosa, ma non è stato possibile”
Il Sindaco e tutti i dirigenti del Comune di Eschende per paura che accadesse qualcosa di brutto hanno deciso di non far uscire i laziali dai loro alberghi e la paura era dettata dal fatto che c’erano stati già dei disordini durante la gara con la Fiorentina e quindi si è preferito evitare qualsiasi problema all’origine. Bel modo di gestire l’ordine pubblico, anche perché così è fin troppo facile. Sulla situazione è intervenuto il presidente Claudio Lotito che, appena è stato informato della situazione, la sera stessa, ha chiamato il mondo, dalla Farnesina al Ministero degli Esteri.
“Appena ho saputo cosa era successo – ha spiegato Lotito – mi sono messo in contatto con i funzionari della Farnesina e del ministero degli Esteri per cercare di sbloccare la situazione, ma purtroppo non si poteva fare gtanché perché l’ordine pubblico spettava alle istituzioni olandesi e hanno deciso di attuare questa ordinanza così particolare”.
Dall’Olanda fanno sapere che l’ordinanza è stata emessa per tutelare la città ed è entrata in vigore per tutta la notte del 23 ottobre, ma per il presidente Lotito le cose stanno diversamente: “Veramente a me è stato detto che, siccome i nostri tifosi erano pochi e l’attenzione e il timore era parecchio, è stata emessa un’ordinanza per tutelare i nostri sostenitori che potevano essere soccombenti davanti alla maggioranza degli olandesi e così si è deciso di attuare questa ordinanza, a me dispiace per i nostri tifosi”.
Claudio Lotito e lo stadio Flaminio: “Il 15 novembre l’incontro”
Non solo calcio, coppe e ordinanze grottesche, il presidente Claudio Lotito parla anche della situazione legata allo stadio Flaminio (nel video c’è l’intervista completa di Claudio Lotito di Lorenzo Brancati) e quello che accadrà a breve: “Stiamo nei tempi ci incontreremo entro la metà di novembre con l’ammnistrazione comunale per presentare lo studio di pre-fattibilità e altra documentazione, poi valuteremo il da farsi. Le proposte che portiamo avanti sul Flaminio sono a tutela del quartiere e anche e soprattutto per riportare in auge un impianto meraviglioso come lo stadio Flaminio, senza snaturare l’architettura. E’ come se Nervi lo facesse oggi più grande e più efficiente per il calcio attuale“. E se lo dice lui, allora sarà così.