Pensione e scivolo di 3 anni prima senza compromessi: una realtà sorprendente per alcuni. Il governo italiano sta cercando in tutti i modi di mantenere l’equilibrio dei conti pubblici, tanto che nella Legge di Bilancio 2025 si prevede il ripristino dell’importo originario di alcune tasse, come il Canone Rai.

Per cominciare, le misure Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 dovrebbero essere prorogate per il prossimo anno senza modifiche. Una mossa attesa da molti, ma c’è la questione della pensione anticipata contributiva, con uscita a 64 anni, ovvero uno scivolo di 3 anni rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria, fissata a 67 anni. Ed è questa la misura oggetto di modifiche nella Manovra 2025. Vediamo insieme chi può ancora usufruire di questo anticipo di 3 anni.

Pensione e scivolo di 3 anni prima nella legge di Bilancio 2025

Ora, attraverso la Legge di Bilancio 2025, il Governo tradurrà le proprie scelte politiche in azioni concrete, individuando le risorse finanziarie necessarie per attuarle. Saranno predisposte le opportune autorizzazioni di spesa e le misure di riscossione. Nell’insieme, tali azioni garantiranno la sostenibilità economica delle casse pubbliche.

Nelle ultime settimane sono state formulate diverse ipotesi sulla riforma delle pensioni, sulle uscite dal lavoro in base all’anno di nascita, all’età e ai contributi. Tra le tante novità previste nella Manovra 2025, qualcuna è passata (quasi) inosservata. Non per scoraggiare l’accesso alla pensione anticipata contributiva, ma piuttosto perché, pur essendo un aspetto molto significativo legato alla norma, è diretto a una specifica platea di beneficiari.

Va detto che nel 2024 il governo italiano, nel sostenere la spesa pubblica, ha apportato delle modifiche alla pensione anticipata contributiva, consentendo un’uscita a 64 anni di età e 20 anni di contributi sull’importo dell’assegno.

Tuttavia, per il prossimo anno potrebbe essere istituito un nuovo meccanismo che dovrebbe rendere più semplice l’accesso allo scivolo di 3 anni prima rispetto ai 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Quando si può andare in pensione con il contributivo?

Per molti versi, ottenere l’accesso alla pensione anticipata non è affatto semplice. Il problema non riguarda il coefficiente di trasformazione, ma piuttosto la regola legata al montante contributivo, che permette a pochi di pensionarsi con tre anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria.

Non è tutto: l’uscita a 64 anni di età con 20 anni di contributi è riservata ai contribuenti puri, inclusi gli iscritti alla Gestione separata. E anche qui c’è il trucchetto dell’importo pensione, legato al trattamento minimo vitale, che per il 2024 è pari a 534,41 euro.

In sostanza, in base ai principi istituzionali della legge di Bilancio 2024, per accedere alla misura è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • un importo soglia per l’assegno pensione pari a 3 volte il valore dell’assegno sociale (1.605 euro lordi mensili);
  • ridotto a 2,8 volte per le donne con 1 figlio (1.498 euro lordi mensili);
  • ridotto a 2,6 volte per le donne con 2 figli (1.391 euro lordi mensili).

Quali novità nella legge di Bilancio 2025 per chi ha versato contributi dopo il 1996?

Una delle novità che dovrebbe essere introdotta nella legge di Bilancio 2025 riguarda l’accesso alla pensione anticipata contributiva.

Secondo quanto riportato da money.it, con decorrenza dal 1° gennaio 2025, dovrebbe cambiare la valutazione del requisito economico necessario per la pensione.

Pertanto, l’INPS, nell’individuazione dei criteri per l’accesso al trattamento previdenziale, dovrebbe considerare sia il montante contributivo accreditato all’Istituto sia quello accumulato in un fondo di pensione complementare.

Pensione anticipata contributiva 2025: ecco lo scivolo di 3 anni prima

L’attivazione di questo meccanismo permetterebbe di agganciare la pensione liquidata dall’INPS con quella maturata nel fondo pensione, calcolata utilizzando lo stesso coefficiente di trasformazione.

Ora, è importante considerare che per accedere a questa formula è indispensabile avere un montante contributivo pari a circa 400.000 euro, poco più di 60.000 euro annui di stipendio lordo.

Tuttavia, ciò che oggi sembra irraggiungibile potrebbe diventare più facilmente ottenibile domani, grazie ai versamenti effettuati in un fondo pensione.

Inoltre, questi ultimi offrono una rivalutazione più generosa rispetto ai contributi versati all’INPS. Senza tralasciare che anche le quote del TFR possono essere dirottate in questa tipologia di fondo.

È importante ricordare che, sebbene si tratti di una significativa modifica presente nell’articolo 18 del disegno della legge di Bilancio 2025, la misura è ancora al vaglio di discussione e affinché diventi operativa è necessario verificare la presenza della misura nel testo conclusivo della Manovra 2025.

Quando aumenta la pensione anticipata?

Anche il meccanismo di perequazione è in scadenza al 31 dicembre 2024. Senza interventi significativi nella legge di Bilancio 2025, l’INPS dovrebbe applicare le quote standard, ovvero una rivalutazione del 100% fino a 4 volte il minimo, per poi scendere al 90% fra 4 e 5 volte e al 75% per gli importi superiori.

Per le quote straordinarie per il 2025 è previsto un aumento del 2,2%, che scenderà poi all’1,3% nel 2026. Per questo motivo, si parla di un aumento fino a 6 euro per le pensioni minime, che dovrebbero passare da 614,77 a 617,9 euro.