Chiara Ferragni decide di fare un passo indietro. Dopo aver preso atto del forte impatto dello scandalo Balocco sulle sue aziende, la celebre influencer ha scelto di affidare ad altri il compito di rilanciare il gruppo. Come riporta il Corriere della Sera, sarà Claudio Calabi a prendere le redini della holding Fenice. Con una carriera consolidata nel campo delle ristrutturazioni aziendali, Calabi sarà nominato amministratore unico.
Claudio Calabi, ecco chi è il manager scelto da Chiara Ferragni
Claudio Calabi prenderà il timone di Fenice, azienda licenziataria dei marchi di Chiara Ferragni, a partire dal prossimo lunedì. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera. Calabi è un manager con una consolidata esperienza in ristrutturazioni aziendali e rilanci, avendo recentemente collaborato con Risanamento e Italtel-Psc.
Recentemente, Calabi ha condotto con successo il rilancio di Risanamento, di cui è presidente, e di Italtel-Psc; in passato è stato CEO di Rcs e del Sole 24 Ore. Inoltre, si occupa attualmente della trattativa per la cessione del quotidiano Repubblica.
Quale sarà il ruolo di Claudio Calaibi in Fenice?
Claudio Calabi assumerà il ruolo di amministratore unico e guiderà il nuovo piano di rilancio dell’azienda, in difficoltà dopo le controversie legate al caso Balocco.
Nell’assemblea di Fenice, programmata per lunedì 28 ottobre, si discuterà la riorganizzazione della struttura amministrativa: Chiara Ferragni, attuale CEO, e Paolo Barletta, presidente, lasceranno la gestione operativa, e il nuovo incarico con pieni poteri verrà ufficialmente conferito a Calabi. Tuttavia, nonostante il passo indietro, Chiara Ferragni continuerà a sostenere il manager, insieme a Barletta.
La priorità di Calabi – secondo il Corriere – sarà analizzare in dettaglio la situazione dell’azienda, esaminando il bilancio e i costi, che potrebbero essere troppo alti rispetto all’attuale capacità del gruppo. Dopo questa revisione, proporrà un nuovo piano strategico per riportare l’azienda sulla strada della crescita.
Un tema urgente da affrontare sarà l’approvazione del bilancio 2023, che ha generato tensioni tra i soci. Grazie alla sua esperienza e autorevolezza, Calabi potrebbe riuscire a mediare con Pasquale Morgese, imprenditore che detiene il 27,5% di Fenice e che da tempo esercita forti pressioni, anche legali, sulla dirigenza.
Attualmente dunque, Fenice ha due priorità fondamentali:
- ristabilire un accordo con i soci esterni,
- definire una strategia di rilancio per fronteggiare le sfide attuali.
Chiara Ferragni: la holding Fenice e i problemi di bilancio
La struttura societaria di Chiara Ferragni è articolata e include diverse entità. Vi è la holding Sisterhood, la Ferragni Enterprise, proprietaria di un attico a Citylife, e TBS Crew Srl, che gestisce il noto blog The Blonde Salad e le attività di consulenza. Inoltre, la Fenice Srl amministra il marchio Chiara Ferragni, con cui vengono prodotti abbigliamento, accessori, cosmetici e articoli scolastici. Dopo le difficoltà emerse con il caso Balocco, questa rete di società è entrata in una fase di cambiamento.
Nel giugno 2023 si era diffusa la notizia che Fenice Srl fosse pronta a una riorganizzazione societaria, con una stima di valore pari a 75 milioni di euro, una cifra considerevole. Tuttavia, il 26 aprile 2024, il giornalista Franco Bechis, direttore di Open, ha rivelato una perizia differente del commercialista Massimo Rho che, a settembre 2022, stimava il valore di Fenice Srl intorno a 4,7 milioni di euro.
Due articoli di Mario Gerevini, pubblicati sul Corriere della Sera, delineano una situazione problematica per il consiglio di amministrazione di Fenice Srl, in particolare riguardo alla posizione di Pasquale Morgese. Gerevini sottolinea due questioni principali: il ritardo nella pubblicazione dei bilanci e la conseguente tensione con i soci.
Il termine per il deposito del bilancio annuale è di solito giugno dell’anno successivo, ma Fenice Srl non ha rispettato questa scadenza, provocando la reazione di uno dei soci. L’avvocato Filippo Garbagnati, che rappresenta Morgese, ha inviato due lettere a Paolo Barletta e a Chiara Ferragni per richiedere la convocazione urgente dell’assemblea e procedere con l’approvazione del bilancio 2023.
Per ora, è prevedibile che i bilanci 2023 non mostrino completamente gli effetti dello scandalo Balocco, le cui ripercussioni più significative sulla struttura aziendale di Chiara Ferragni potrebbero emergere solo nel 2025, con la pubblicazione dei dati 2024.
La Ferragni in Italia ha chiuso.Che se lo metta in testa e vada altrove.
I suoi prodotti non verranno più comperati anche se venduti a prezzi irrisori.