La riforma della successione ha introdotto diverse regole che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.
Il 2 ottobre, la riforma fiscale sulle successioni e sulle donazioni è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. La nuova normativa persegue alcuni fondamentali obiettivi di semplificazione e razionalizzazione.
Le modifiche apportate sono tante, a partire dal meccanismo principale di autoliquidazione delle imposte. Ci sono, poi, cambiamenti, in relazione alla dichiarazione di successione che, nel testo, andremo a spiegare punto per punto.
Ecco tutte le novità in dettaglio.
Riforma della successione dal 1° gennaio 2025
La riforma fiscale sulle successioni e donazioni, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 ottobre, introduce diverse novità che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025. Già nel 2024 c’è stata qualche novità sulla tassa di successione.
Una delle principali novità riguarda proprio la documentazione che, dall’anno prossimo, si potrà presentare solo online. Gli eredi non dovranno più richiedere al Comune il certificato di morte e neppure allegare alla dichiarazione di successione i documenti catastali, qualora vengano ereditati immobili.
L’imposta, poi, dovrà essere versata entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione.
Novità in tema di tassazione. L’imposta successoria verrà applicata ai trasferimenti di beni e diritti per caso di morte, ma anche per donazione oppure a titolo gratuito.
Introdotte novità anche per gli eredi con età non superiore a 26 anni. Le banche e gli intermediari finanziari, anche prima della presentazione della dichiarazione, possono consentire lo svincolo delle disponibilità del parente defunto. Ovviamente, nel rispetto dei limiti per il versamento delle somme dovute per il pagamento delle imposte.
Infine, le nuove regole rivoluzionano anche i trasferimenti d’azienda in ambito familiare. Viene previsto che, in caso di trasferimento di quote e azioni a favore dei discendenti e del coniuge, il beneficio dell’esclusione dalla tassazione trovi applicazione quando, per effetto del trasferimento, è acquisito il controllo di diritto.
Autoliquidazione della tassa di successione
La principale novità presente nella riforma è l’autoliquidazione dell’imposta di successione, al fine di accelerare i procedimenti e semplificare le attività.
Come vedremo meglio più avanti non subiranno cambiamenti gli scaglioni e le aliquote, ma si interverrà sul solo principio di tassazione. Con l’introduzione dell’autoliquidazione, la tassa di successione sarà versata e liquidata direttamente dal cittadino, senza dover attendere la ricezione dell’avviso da parte dell’Agenzia delle entrate. Solo in un secondo momento, l’Agenzia delle entrate provvederà ai controlli per verificare che l’autoliquidazione sia corretta.
Per capire meglio la novità, ricordiamo che la precedente normativa prevedeva che la tassa dovesse essere versata entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione. Questo poteva avvenire entro tre anni dalla presentazione della dichiarazione di successione. Con le novità, l’imposta dovrà essere versata entro 90 giorni.
Aliquote e franchigie per il calcolo dell’imposta
Nulla cambia sul fronte del calcolo delle imposte: le aliquote, gli scaglioni e le stesse franchigie rimangono invariate. Ecco quali sono:
- Franchigia per coniuge e figli pari a 1 milione di euro: oltre la soglia l’imposta è al 4%;
- Franchigia per fratelli e sorelle di 100 mila euro, oltre la soglia l’imposta è al 4%;
- Altri parenti fino al quarto grado e gli affini (parenti del coniuge) fino al terzo grado, l’imposta è al 6%;
- Altri soggetti l’imposta è all’8%;
- Beneficiario con disabilità l’imposta si applica esclusivamente sulla parte che supera l’ammontare di 1,5 milioni di euro.
Si potrà optare per la rateizzazione dell’importo, soprattutto nel caso in cui la somma sia superiore a 1000 euro. È richiesto il versamento del 20% della cifra e il rimanente importo può essere corrisposto in 8 oppure in 12 rate trimestrali.
In ogni caso, nel momento in cui si presenta la dichiarazione di successione, si dovranno pagare le imposte ipotecarie e catastali per il trasferimento dei beni immobili.