Mancano poche ore alla prima puntata dei Live di X Factor 2024 e Fiori d’artificio, al secolo Andrea Grassi, artista escluso solo qualche settimana fa nella fase dei Bootcamp, ha rilasciato una intervista esclusiva a Tag24 per parlare di questa esperienza e del brano “Sofia” che ha presentato proprio nel corso della sua performance di fronte ai giudici e in particolare a Jake La Furia.
X Factor 2024, Fiori d’artificio: intervista esclusiva di Tag24
Proprio Jake La Furia inizialmente ai Bootcamp di X Factor 2024 ha dato una possibilità a Fiori d’artificio, concedendogli una sedia, nonostante il suo inedito “Sofia” faccia parte del mondo del cantautorato e dell’indie. Poi però ha fatto lo switch con gli Speakeasy che a loro volta a fine puntata hanno lasciato il posto ai The Foolz.
Dopo la tua partecipazione a X Factor, qual è la stata la risposta del pubblico che magari ti ha scritto via social?
La risposta del pubblico, per quanto mi sia dispiaciuto che il programma abbia deciso di tagliare buona parte della mia esibizione, è stata incredibilmente inaspettata. Mai avevo ricevuto dei messaggi così puri e belli, pieni di affetto e comprensione, molto rare al giorno d’oggi. Sono riusciti a captare la mia sensibilità musicale solamente con una manciata di secondi di esibizione, il che mi ha reso davvero grato e felice, proprio tutto non era perso.
Secondo te il palco di X Factor è stato il posto giusto per presentare “Sofia”?
Se mi avessero detto che per motivi di tempistiche televisive avrebbero messo soltanto 30 secondi della mia esibizione, avrei scelto senza alcun problema qualsiasi altra mia canzone, ma non “Sofia”. “Sofia” ha bisogno di estrema delicatezza, di ascolto, di immersione. Decontestualizzare il ritornello mi ha sicuramente tarpato le ali, non mettendo in piena luce mia libera espressione.
Forse Jake La Furia non è stato il giudice adatto a te? Cosa hai pensato dello switch con gli Speakeasy?
Alle Audition Jake mi aveva detto cose molto belle (purtroppo tagliate anche quelle), per esempio che discograficamente parlando ero credibile al cento per cento, e che mi avrebbe preso volentieri in squadra. Lo switch secondo me non ci stava, nulla da togliere agli Speakeasy, bravissimi, ma forse qualcun altro meritava di alzarsi. Ripeto, essendo stato tagliato così tanto, per il pubblico a casa era giusto lo switch con me, ma non per quelli presenti all’Allianz Cloud quel giorno, come si può sentire dai cori di disapprovazione nel momento del cambio.
Se dovessi giudicare tu i quattro giudici di X Factor, cosa diresti su di loro?
Manuel Agnelli è il pozzo di sapienza, estremamente diretto, non esiste alcun tipo di sfumatura per lui, o lo accendi o lo mandi a dormire. Onorato delle sue parole nei miei confronti (ovviamente tagliate): “Riconosco il talento anche quando dormo, e tu ce l’hai”. Jake La Furia è il patatone di questa edizione, sensibile, coerente, e con due cogli0ni così. Sincero in tutto e per tutto, bravo. Paola è il giudice che mi ha colpito meno, magari emozionata, magari sentiva il peso di dare giudizi alla sua prima esperienza come giudice. Contenuta, mai sbilanciata. Achille Lauro è l’osso duro di questa edizione, pretenzioso, ambizioso, egoista, un po’ come lui ecco. Cercava il pelo nell’uovo ovunque, voleva la perfezione.
“Sofia”: il significato del brano
Vuoi raccontarci la genesi del brano “Sofia”?
“Sofia” è stata scritta circa 2 anni fa, durante una piovosa giornata al mare. Nel giro di un’ora avevo tra le mani qualcosa che sentivo davvero prezioso, ma la sua vera nascita, tuttavia, è avvenuta tra i banchi dell’università, nell’ormai lontano 2019, momento esatto in cui è iniziata a germogliare inconsciamente dentro di me.
Qui conobbi la vera Sofia, tutt’ora mia amica, che pian piano, lezione dopo lezione, mi parlò di questo suo disturbo, della fatica che aveva nel mangiare e nel guardarsi allo specchio, delle crisi, i pianti e le paranoie che l’assillavano. In parte riuscivo a toccare con mano queste sensazioni, avendo passato un periodo simile durante l’adolescenza. D’altro canto, quando dal nulla decisi di raccontare la sua storia attraverso una canzone, mi sono immerso completamente in lei, empatizzando tutte le sue emozioni, provando a raffigurare davanti a me le scene di vita quotidiana che lei stessa mi ha raccontato. Ad oggi, posso affermare con un sorriso, che Sofia sta bene, ed ha (quasi) completamente sconfitto la sua battaglia con se stessa durata svariati anni.
La Sofia a cui è ispirato il brano ha ascoltato la canzone? Cosa ti ha detto in merito?
Qualche giorno dopo aver scritto “Sofia”, registrai una bozza in casa e gliela mandai, dicendole di non spaventarsi e che avevo scritto un pensiero su di lei e trasformato in musica. Ho ancora salvato nei preferiti di Whatsapp l’audio di 53 secondi con cui mi rispose, composto per metà da lacrime e singhiozzi, e metà da ringraziamenti e parole di gratitudine per quello che avevo scritto.
Cito di seguito le sue parole: messaggio del 22/10/2014: piano piano questa canzone la sento meno mia, ma in senso buono. Con il passare del tempo sento di starmi allontanando da quella “Sofia” e piango anche per quello perché la canzone esprime esattamente le sensazioni e i pensieri che provavo anni fa e sento che quella ragazza sta crescendo. Aiuterai altre “Sofie” con questa canzone Andrea, che si trovano nello stesso tunnel in cui ero io, ne sono certa, perché tocca l’anima a chiunque l’ascolti.
Quindi anche tu sei stato vittima di body shaming?
Sì, da piccolo, in età adolescenziale. Ero leggermente sovrappeso, nulla di estremamente grave o drastico, ma ricordo perfettamente tutti quei commenti che uscivano dalla bocca dei miei compagni di classe. A partire dal fisico, un po’ grassottello, fino ad arrivare allo spazio troppo largo tra i miei denti incisivi, detto diastema. Spoiler, ho iniziato a mangiare molto poco e a mettere l’apparecchio per chiudere quello spazio, in cui, a detta loro, ci poteva passare un treno. Quindi sì, anche io sono stato vittima di body shaming.
Dopo “Sofia”, arriverà un album vero e proprio? Vuoi anticiparci qualcosa in merito ai brani che hai nel cassetto?
Più che un album usciranno svariati singoli per farmi conoscere un po’ meglio e fare conoscere le diverse sfaccettature della mia musica, ho fatto uscire soltanto 2 brani, parlare di album (anche se il materiale c’è) mi sembra prematuro. Amo variare e sperimentare, se pensate che le prossime saranno uguali a “Sofia” o Nulla di rotto, state sbagliando, troverete delle somiglianze nella trama e nella struttura, ma a livello di impatto saranno diverse, sempre devastanti… Promesso.
Dove ti vedremo/ascolteremo nei prossimi mesi?
Sicuramente ci saranno dei live qui a Parma o nelle vicinanze, state attenti perché le uscite d’ora in poi saranno sempre più costanti e regolari. Vi aspetto ai concerti o sui miei canali social per non perdervi nulla.
Chi è Fiori d’artificio (Andrea Grassi)
Andrea Grassi, cantautore parmigiano classe 1995 inizia a fare musica da piccolo, prima con un gruppo e poi da solista. Il nome d’arte Fiori d’artificio nasce all’asilo grazie al disegno di una bambina di 6 anni.
Con la sua musica, l’artista vuole parlare direttamente al cuore di chi lo ascolta. In questo modo si trasforma nella voce di chi non ce la fa ad esternare i propri sentimenti. Al momento sono solo due i singoli che ha pubblicato ufficialmente: oltre a “Sofia”, il brano “Nulla di rotto”.