Sguardo severo, ma difensore dei più deboli. In una sola parola? Montalbano. Dietro il commissario siciliano amato da tutta Italia, però, si cela l’attore Luca Zingaretti, 62 anni, romano e calciatore mancato. Anzi, fortuna che la carriera sportiva non sia decollata, altrimenti non sarebbe mai diventato uno degli attori più conosciuti e apprezzati del Bel Paese.
Sebbene, il suo maggior successo sia proprio la serie tv tratta dai romanzi gialli di Andrea Camilleri, Zingaretti ha interpretato numerosi personaggi, che dal 1980 lo hanno portato su set cinematografici, teatrali e televisivi importanti.
Ha recitato sotto la direzione di drammaturghi del calibro di registi Luca Ronconi, Marco Mattolini e Sandro Sequi, prima di debuttare sul grande schermo sotto la guida di Giuliano Montaldo ne “Gli occhiali d’oro” (1987) o ne “Il branco” (1994) di Marco Risi. È stato Sergio Vancini in “Vite strozzate” di Ricky Tognazzi.
Insomma, un curriculum di tutto rispetto che non vediamo l’ora di ripercorrere. Ecco, quindi, alcuni dei ruoli più celebri e indimenticabili di Luca Zingaretti, impegnato, oggi, nella sua ultima impresa: l’esordio come regista del film “La casa degli sguardi“.
I ruoli di Luca Zingaretti: il Molon di Giuliano Montaldo e l’esordio al cinema
Giovanissimo, appena 26enne (era il 1987 quando il film uscì al cinema), Luca Zingaretti esordisce sul grande schermo con un quasi-pedissequo adattamento dal celebre romanzo omonico di Giorgio Bassani. La pellicola, diretta da Giuliano Montaldo e con le musiche di Ennio Morricone, vede l’attore romano nei panni di Molon.
Seppur piccolo (il personaggio è uno degli amici di uno dei protagonisti, Eraldo), il ruolo permette a Zingaretti di muovere i primi passi su un set importante, animato da alcune delle personalità che si affermeranno nel firmamento delle star del cinema.
Accanto a lui, infatti, altri grandi nomi nostrani e internazionali come Valeria Golino (Nora Treves), Philippe Noiret, Rupert Everett (Davide Lattes), Stefania Sandrelli. Tuttavia, l’esperienza gli consente di far uscire le sue doti da attore, facendogli ottenere, poi, la parte di Ottorino ne “Il branco” di Marco Risi.
Non è ancora il protagonista, ma stavolta Zingaretti riesce a interpretare uno dei personaggi più importanti: uno dei ragazzi della “banda di balordi“, autori dello stupro al centro della vicenda. Certo, non un ruolo semplice per l’allora 33enne.
Da cattivo ragazzo a commissario, Forte è il primo ruolo da membro delle forze dell’ordine che Zingaretti interpreta prima dell’arrivo a Vigata. Siamo, infatti, nel 1995, sul set internazionale di “Castle Freak” di Stuart Gordon, alla regia di un thriller horror tutto americano.
L’anno successivo è la volta di “Vite spezzate“, dove Zingaretti interpreta nuovamente il ruolo del cattivo, con Sergio Vancini, amico di gioventù del protagonista, ricattatore e sfascia famiglie. Sotto la regia di Ricky Tognazzi, recita con Sabrina Ferilli, Ricky Memphis e Violante Placido.
Da “Il giovane Mussolini” e “Tu ridi” ai Nastri d’argento
La fortuna di attore di Luca Zingaretti, però, arriverà soprattutto con l’approdo sul piccolo schermo. Primo ruolo ne “Il giovane Mussolini“, miniserie del 1993 in tre puntate, dove l’attore si cimenta nei panni di Pietro Nenni, vicepresidente del consiglio dei ministri e storico leader del Partito Socialista Italiano.
La fama cresce e sublima in un’altra miniserie, la celebre “La piovra 8 – Lo scandalo“. Con lo show, Zingaretti si fa notare per l’interpretazione del mafioso Pietro Favignana, luogotenente dell’Onorata Società, sotto l’egida di Don Calogero Albanese.
Verso la fine degli anni ’90, torna al cinema, grazie alla pellicola “Tu ridi” dei fratelli Taviani. Per loro Zingaretti interpreta Gino Migliori, il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma che vessa quotidianamente un sottoposto.
Grazie a questo ruolo, l’attore romano riceve le sue prime candidature ai Nastri d’argento come attore non protagonista. Candidato nella categoria miglior attore, invece, negli anni 2000, con la pellicola “L’anniversario” di Mario Orfini, dove interpreta Michele.
Luca Zingaretti è Montalbano di Andrea Camilleri
Una carriera lunghissima e piena per l’oggi 62enne. Nomi su nomi, personaggi su personaggi. Cinema, televisione, teatro. Tanto è successo in quasi 40 anni, eppure il ruolo più importante di Luca Zingaretti rimane il commissario Salvo Montalbano.
L’interpretazione per eccellenza che ha definitivamente consegnato all’attore il suo marchio distintivo. Un personaggio brillante, carismatico – anche rubacuori, tanto delle fan che delle coprotagoniste -, tanto schivo quanto intelligente.
Salvo Montalbano è l’intrepido ispettore della legge di Vigata, paese di finzione siciliano, ideato dalla geniale penna di Andrea Camilleri. Un personaggio talmente umano da sembrare quasi reale, merito anche – ovviamente – dell’interpretazione di Luca Zingaretti. Ormai diventate iconiche le scene dei bagni nell’acqua cristallina del mare davanti alla casa (pure questa diventata luogo di culto per i fan) o gli immancabili occhiali da sole.
Una svolta dalla quale arriva l’enorme popolarità dell’attore nostrano. La fortunata serie tv, cominciata nel 1999, totalizza ben 13 stagioni, per un totale di 36 episodi, trasmessi su Rai1, ma disponibili anche su Amazon Prime Video e Disney+.
Il ritorno al cinema
Dal 2000 in poi, il tempo è scandito dai suoi numerosi ritorni al cinema. Cavalcando il successo di Montalbano, infatti, Luca Zingaretti diventa uno dei nomi imprescindibili del panorama italiano. In ordine cronologico, lo troviamo nelle produzioni di “Texas 46” del 2002 (regia di Giorgio Serafini), “Prima dammi un bacio” dell’anno successivo, sotto la guida di Ambrogio Lo Giudice. Rispettivamente interpreta Luigi Manin e Loris.
Il 2005 è la volta de “I giorni dell’abbandono“, dove interpreta il protagonista Mario, che tradisce la moglie Olga (Margherita Buy) per una donna più giovane. Con a “A casa nostra” è Ugo, banchiere spietato in una altrettanto spietata Milano.
Leggero, invece, “Tutte le donne della mia vita” (2007), dove Zingaretti è il protagonista Davide Ferrero, chef eoliano incapace di costruire qualcosa di duraturo – nulla a che vedere, insomma, con la sua vita reale, nella quale è legato sentimentalmente all’attrice Luisa Ranieri dal 2005 e con la quale ha due figli.
Prende parte a “Mio fratello è figlio unico” (2007) e negli anni successivi a “Sanguepazzo” e “La nostra vita” che gli fa guadagnare il suo primissimo Nastro d’argento come migliore attore non protagonista, come il ruolo ne “Il figlio più piccolo“. Altro riconoscimento per il ruolo del prete don Pino Puglisi nel film “Alla luce del sole” al Festival Internazionale del cinema e candidatura ai David di Donatello nella categoria miglior attore.
Luca Zingaretti regista per “La casa degli sguardi” alla Festa del Cinema di Roma
Non poteva che coronarsi con il passaggio alla regia questa mirabolante carriera nel mondo dello spettacolo. E la Festa del Cinema di Roma – dal 16 al 27 ottobre 2024 – è l’occasione perfetta per presentare la pellicola per il suo esordio da regista: “La casa degli sguardi“.
Una decisione sicuramente non presa a cuor leggero, ma frutto di riflessioni e di un desiderio coltivato nel tempo, come ammette lo stesso Zingaretti. Ma di cosa parlerà il film atteso per il prossimo 2025?
La vicenda si basa sul libro omonimo di Daniele Mencarelli, autore già noto per “Tutto chiede salvezza” e vincitore dello Strega Giovani 2020.
Protagonista della vicenda Marco, 20enne con una grande empatia verso coloro che soffrono. Il ragazzo cerca rifugio dal dolore del mondo stordendosi di alcol e droga, unici rimedi per evitare di “sentire“. Così, il suo atteggiamento preoccupa e spaventa i suoi cari, amici, famiglia, persino la fidanzata.
Il rapporto col padre è più che disastroso. I due non si parlano, mentre assistono impotenti ai fallimenti l’uno dell’altro da quando la madre è venuta a mancare. Poi, la svolta nella vita di Marco: lavorerà per una cooperative di pulizie che opera al Bambin Gesù di Roma, l’ospedale dedicato ai piccoli malati.
Nel cast troviamo Gianmarco Franchini, Federico Tocci, Riccardo Lai, Alessio Moneta, Chiara Celotto, Marco Felli e Cristian Di Sante.