Il taglio del cuneo fiscale sarà esteso ai redditi fino a 40.000 euro: la novità, targata manovra 2025, seppur non avrà un importo maggiore, sarà estesa a un numero maggiore di lavoratori dipendenti.
Chi già ha beneficiato della misura quest’anno non noterà differenze in busta paga perché i soldi previsti dallo sgravio sono, in linea di massima, quasi simili. Invece, le buone notizie arrivano per i redditi superiori, i quali beneficeranno dello sgravio.
La seconda buona notizia è, ovviamente, la conferma della misura anche al 2025, senza la quale ci sarebbero stati letteralmente meno soldi in busta paga.
Cos’è e come funziona il taglio del cuneo fiscale
Il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo e quello netto, ovvero quello che, effettivamente, si percepisce. Su questa differenza incidono diversi fattori come i contributi previdenziali e le imposte IRPEF.
Se si interviene su queste voci, si taglia la somma che viene trattenuta in busta paga per gli scopi fiscali o per quelli contributivi. Cosa cambia per il lavoratore? Il netto in busta paga sarà più alto.
Nel linguaggio comune, il taglio del cuneo fiscale è lo sgravio contributivo che, durante gli ultimi anni, ha ridotto la quota di contributi a carico del lavoratore dipendente. Questa quota corrisponde al 9,19% per i dipendenti privati e all’8,80% per gli statali.
Come funziona nel 2024 il taglio del cuneo fiscale?
- Sgravio del 7% per i redditi fino a 25.000 euro;
- Sgravio del 6% per i redditi fino a 35.000 euro.
Il meccanismo ha suscitato un modesto apprezzamento, ma ha anche attirato diverse critiche. Infatti, è sufficiente superare anche di 1 centesimo questa soglia per perdere il diritto allo sgravio.
La manovra 2025 estende lo sgravio ai redditi fino a 40.000 euro
Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per il 2025 e subirà qualche modifica con la nuova Legge di Bilancio.
Nella manovra, però, è stata inserita anche una norma ad hoc per risolvere il problemuccio di cui abbiamo appena parlato. Infatti, il taglio si estende ai redditi fino a 40.000 euro.
Se la misura, in linea di massima resterà la stessa e i lavoratori che ne hanno usufruito quest’anno, nel 2025 non se ne accorgeranno neppure, gli unici che sono certi di guadagnarci sono i dipendenti con redditi tra i 35.000 euro e i 40.000 euro.
Questi redditi, fino al 2024, sono stati esclusi e, dal 2025, avranno un bonus di circa 1000 euro l’anno.
Gli altri, ovvero quelli con redditi fino a 35.000 euro non capiranno molto, in quanto non ci saranno differenze, se non, probabilmente, lievissime. D’altra parte, è pur sempre una buona notizia la riconferma, se no gli stipendi sarebbero stati più bassi.
Quali sono le altre misure in busta paga confermate nel 2025
Accanto alla conferma del taglio del cuneo fiscale e l’estensione ai redditi fino a 40.000 euro, per il 2025 sono state confermate altre misure.
Senza subire modifiche, i fringe benefit rispetteranno le seguenti soglie:
- 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti;
- 2.000 euro per chi ha figli a carico.
Tuttavia, spunta una novità per i neo assunti. Infatti, chi sarà assunto dal 1° gennaio 2025 e deciderà di trasferire la propria residenza di oltre 100 chilometri, potrà godere una soglia più alta di fringe benefit. Per loro, il tetto esentasse dei fringe benefit sale a 5.000 euro.
Tra i beni esentasse rientra l’affitto per la prima casa (da qui, il nome di bonus affitto), le bollette di luce, gas e acqua e anche gli interessi sul mutuo della prima casa.
Questa è una misura pensata sì per i lavoratori che spostano la residenza, ma anche per le aziende che, spesso, non riescono a trovare profili idonei proprio per la difficoltà che hanno i lavoratori di spostarsi.
Molti segnalano la criticità per i redditi tra 32000 e 35000 euro annui che potrebbero vedere decurtate le paghe rispetto al 2024, inoltre il calcolo della detrazione verrò fatto sul reddito imponibile e non su quello della retribuzione (se uno ha una seconda casa è probabile che verrà penalizzato)