A seguito dell’allentamento monetario deciso dalla Banca Centrale Europea, cosa succede ai tassi dei conti deposito? A fornire una valida risposta è l’analisi di Facile.it.
Dopo la riduzione del costo del denaro deciso dalla BCE, gli istituti bancari hanno iniziato a ridurre i rendimenti dei conti correnti e dei conti deposito. L’analisi svolta dal sito di comparazione delle tariffe Facile.it confronta la situazione nazionale con quella degli altri paesi dell’UE. Scopriamo cosa è emerso analizzando il caso italiano rispetto agli altri casi comunitari.
Allentamento monetario della BCE: quali sono gli effetti?
Che conseguenza ha l’allentamento monetario deciso dalla BCE sui rendimenti dei conti deposito? Un’analisi svolta dal sito di comparazione delle tariffe Facile.it mette in evidenza che dopo la riduzione del costo del denaro i rendimenti offerti dalle banche italiane per i conti deposito vincolati si sono assottigliati di 25 punti base, mentre per quelli non vincolati il calo dei rendimenti è stato pari a 15 punti base. Con la riduzione del costo del denaro deciso nel mese di ottobre, i tassi sono calati ulteriormente e ciò ha un impatto determinante sui rendimenti offerti dai conti deposito vincolati e non. Se fino a qualche mese fa era possibile reperire conti depositi vincolati che offrivano un rendimento lordo pari a 5 punti percentuali, oggi i migliori tassi offerti sfiorano i 4 punti percentuali. Questa è la situazione italiana, ma qual è lo scenario nel resto dell’UE? La Banca Centrale Europea ha deciso di implementare il taglio dei tassi per la terza volta consecutiva: lo scorso 17 ottobre il board della banca centrale ha ufficializzato la riduzione del costo del denaro di 25 punti base.
Il tasso sui conti deposito è sceso di 3,25 punti percentuali sulle operazioni di rifinanziamento e quello sui prestiti marginali è sceso al 3,65 percento. Secondo le proiezioni degli analisti a dicembre la Banca Centrale Europea potrebbe implementare un nuovo taglio dei tassi di interessi pari a 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al tre percento. La Presidente Lagarde ha sottolineato che le informazioni relative all’Eurozona indicano un’attività di business più labile del previsto. Il board si attende che il sistema economico si rafforzi nel corso dei prossimi mesi grazie alla ripresa dei consumi. L’Eurozona non si sta muovendo verso una fase di recessione economica.
Conti deposito: quali sono i rendimenti nei principali paesi dell’UE?
Il portale di comparazione delle tariffe Facile.it ha analizzato i rendimenti dei conti deposito in alcuni principali paesi dell’Eurolandia e ha messo in evidenza come l’Italia sia una delle aree dove gli istituti di credito sono più generose. Prendendo in considerazione i rendimenti dei conti deposito con vincolo pari a 2 anni, emerge che il tasso medio annuo è pari a 3,3 punti percentuali in Italia.
Al primo posto della classifica c’è la Lituania dove il tasso medio annuo è pari a 3,84 punti percentuali, segue al secondo posto l’Italia. Al terzo posto in classifica troviamo l’Estonia, che ha un tasso medio pari a 3,2 punti percentuali. La Francia conquista il quarto posto in classifica dove gli istituti bancari hanno corrisposto un tasso medio pari a 2,9 punti percentuali.
Conti deposito vincolati
In Italia i conti deposito vincolati offrono tassi più elevati rispetto ad altri Paesi dell’UE: in Austria il rendimento è stato pari a 2,77 punti percentuali, in Germania è stato pari a 2,3 punti percentuali, mentre in Irlanda la percentuale è stata pari a 2,1 percento. Tra gli istituti bancari meno generosi ci sono quelli spagnoli: il rendimento è stato pari a 1,2 punti percentuali, meno della metà rispetto a quello tricolore.
Conti correnti: come si posiziona l’Italia?
Lo scenario muta nel caso in cui si guarda ai tassi sui conti correnti: analizzando i dati di Eurostat il Belpaese scivola al quinto posto con un tasso pari allo 0,37 percento, inferiore rispetto alla media comunitaria. Al primo posto della classifica troviamo il Lussemburgo, paese in cui i correntisti hanno potuto beneficiare di un tasso pari a 1,5 punti percentuali, ovvero quattro volte rispetto a quello nazionale.
Fanno seguito i correntisti austriaci, che hanno beneficiato di un saggio pari a poco più di un punto percentuale e quelli tedeschi, con un rendimento annuale pari allo 0,6 punti percentuali doppio rispetto a quello tricolore. In Spagna i correntisti hanno ottenuto un tasso pari a 0,17 punti percentuali, mentre in Francia i valori sono pari a poco più di zero punti percentuali.