Mutui, dopo l’allentamento monetario deciso dalla Banca Centrale Europea il tasso fisso conviene ancora rispetto a quello variabile.

A seguito della decisione della BCE di tagliare il tasso di interesse portandosi a 3,4 punti percentuali, in due settimane si è ridotto il gap tra le due tipologie di prestito anche se il mutuo a tasso fisso resta più interessante e conveniente rispetto a quello variabile. Un’analisi condotta da Mutuionline.it mette in evidenza che la rata a tasso variabile rimane più onerosa rispetto a quella a tasso fisso. Una nuova ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos ha computato che la riduzione delle rate del mutuo a tasso variabile resta insufficiente per rilanciare le compravendite immobiliari. La direttiva UE Case Green potrebbe essere un fattore di stimolo per incentivare i mutui green.

Allentamento monetario BCE: quali sono le conseguenze sui mutui?

La Banca Centrale Europea ha deciso per la terza volta di fila di tagliare il costo del denaro di 25 punti base. Quali sono le conseguenze più immediate? I mutui cominciano ad essere più “leggeri” e gli effetti risultano essere più evidenti per le rate dei mutui a tasso variabile, anche se resta il gap con i mutui a tasso fisso. 

Indice Euribor in discesa

In vista dell’allentamento monetario deciso dalla BCE nel board del 17 ottobre, l’indice Euribor è sceso di 25 centesimi attestandosi al 3,4 percento. Come sottolineato da un’analisi dalla Federazione Autonoma Bancari Italia (Fabi), il risparmio sui mutui a rata variabile sarà pari a 20 euro al mese ed è destinato ad incrementare in caso di ulteriori allentamenti monetari.

Quali sono le differenze nei mutui ventennali e trentennali?

Una recente analisi del portale Mutuionline.it mette in evidenza come la rata del mutuo variabile resti meno appetibile rispetto alla rata del mutuo a tasso fisso. Nel caso in cui si ipotizzi la richiesta di un prestito pari a 20 anni da 140.000 euro per l’acquisto di un immobile che ha un valore pari a 200.000 euro, la rata del mutuo a tasso variabile comporta un esborso medio pari a 850 euro, 80 euro in più della rata del mutuo a tasso fisso (770 euro).

La situazione è analoga anche nel caso di finanziamenti, la cui durata pari a 30 anni. Il tasso medio fisso è pari a tre punti percentuali e la rata media è pari a 580 euro. La rata del mutuo trentennale a tasso variabile è pari a 680 euro, circa 100 euro in più rispetto al mutuo a tasso fisso.  

Crescono i mutui green

Grazie al recepimento della Direttiva Case Green c’è un incremento dei mutui green, che sono finanziamenti concessi con uno sconto tra i 20 ed i 30 centesimi per acquistare immobili con un’elevata efficienza energetica. La direttiva sopra citata punta a riqualificare il patrimonio edilizio comunitario. La Centrale Rischi di Bankitalia stima che entro i prossimi sei anni i mutui green sfioreranno 1/3 del totale mentre nel 2050 sarà green un mutuo su 2.

Tassi di interesse ancora troppo elevati

Nonostante l’allentamento monetario i tassi di interesse sono ancora troppo elevati. Una ricerca di Changes Unipol-Ipsos mette in evidenza che sei potenziali acquirenti su dieci fanno fatica a quadrare i conti per adempiere al pagamento della rata mensile del finanziamento. I tassi di interesse sono ancora troppo esosi.

Gli ultimi dati della Centrale Rischi mettono in evidenza una ripresa della domanda dei mutui. Le istanze dei prestiti sono cresciute di oltre sette punti percentuali con un’accelerazione rispetto al mese di settembre (quasi venti punti percentuali) a seguito del secondo allentamento monetario ufficializzato dalla BCE. La riduzione del costo del denaro rappresenta un valido incentivo alla sottoscrizione del contratto di mutuo, specie per chi vuole acquistare un immobile da utilizzare come prima casa.