Tutti scontenti e tutti pronti a scendere in piazza contro le misure contenute nella Manovra di Bilancio 2025 del Governo Meloni. Sul piede di guerra il comparto sanità, gli enti territoriali, i pensionati. Già annunciati due scioperi nazionali per il 13 e il 20 novembre quando a scendere in piazza sarà il comparto sanitario, medici e infermieri ai quali il Governo aveva promesso lo sblocco delle assunzioni nel 2025, salvo poi rimangiarsi la parola e rimandare tutto al 2026.
Scontenti anche i pensionati, con i sindacati di categoria che annunciano battaglia. Il Governo non ha trovato i fondi per l’aumento delle pensioni minime, o meglio, li ha trovati ma l’adeguamento si è tradotto in un aumento di appena 3 euro mensili che, naturalmente, è stato interpretato come una presa in giro nei confronti degli oltre 1,8 milioni di pensionati italiani che percepiscono una pensione minima mensile di poco più di 600 euro. Se a questo si aggiunge il combinato disposto del ‘disastro sanità’ si comprende come la situazione pensionati diventi ancora più precaria.
“Aumento delle pensioni di 3 euro? Non si può nemmeno commentare. Tutta la pubblicità che è stata fatta prima sulle pensioni, chi li deve portare a mille euro, chi deve fare chissà cosa, la verità è che poi non succede niente”.
E’ il commento amaro del segretario generale della Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo, intervistato da Tag24.it sul caso pensioni minime in manovra.
Pensioni in manovra, sindacati pensionati sul piede di guerra
E’ diventato un caso l’aumento di tre euro al mese per le pensioni minime contenuto nella Manovra di Bilancio 2025 del Governo Meloni. Un aumento pari a 10 centesimi al giorno che porterà l’assegno mensile dei pensionati italiani dagli attuali 614,77 euro ai 617,90 del 2025. Un totale di 36 euro per 12 mesi a cui, nel 2026, si aggiungerà un ulteriore euro portandole a circa 618, 90 euro, centesimo più o meno.
“Non commentabile. Parliamo di 10 centesimi al giorno. Di sicuro non si possono fare le spese pazze. Ai nostri iscritti in assemblea dirò di stare attenti a non spenderli tutti insieme”.
E’ il commento ironico di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil Pensionati, il sindacato di categoria degli anziani e dei pensionati della Uil che a oggi conta circa 600 mila iscritti. Quasi due milioni (1,8 per la precisione) sono, invece, i pensionati che in Italia percepiscono la pensione minima. Due milioni di anziani ai quali anche quest’anno saranno richiesti sacrifici.
Barbagallo (Uilp): “Aumento pensioni di 3 euro non commentabile. Alla fine i sacrifici li chiedono sempre a noi”
“Il ministro Giorgetti aveva detto che sapeva a chi chiedere sacrifici? Sa come si dice, i soldi si prendono dove ci sono. I pensionati ne hanno pochi, ma sono molti. E allora, sempre li vanno poi per mettere le mani in tasca alle persone. E la devono smettere”.
Commenta Barbagallo che rispondendo alla domanda se il Governo abbia mostrato scarsa attenzione nei confronti della categoria dei pensionati sottolinea:
“Non c’è una scarsa attenzione, c’è troppa attenzione negativa. Perché dire che c’è una scarsa attenzione significa che non si curano dei pensionati e invece no, perché stanno molto attenti a come fare per recuperare i soldi che sono necessari per la Finanziaria.”
Il segretario della Uilp, inoltre, sottolinea il ruolo fondamentale che i pensionati – i nonni – hanno nel welfare familiare.
“I pensionati sono coloro che danno una mano alle famiglie, aiutano con i nipoti ma aiutano anche economicamente, perché i pensionati fanno di tutto”.
Barbagallo: “In piazza contro la manovra? Aspettiamo Cgil, Cisl e Uil, ma come sempre noi ci saremo”
Nelle prossime settimane i pensionati italiani sono pronti a scendere in piazza per protestare contro la Manovra del Governo.
“Stiamo aspettando che la Cgil, la Cisl e la Uil, decidano cosa fare. Come sempre noi ci saremo. Anzi, una cosa che dico sempre ai nostri pensionati è che noi dobbiamo partecipare e dare il nostro sostegno a tutte le manifestazioni e le lotte per i rinnovi dei contratti di lavoro, perché altrimenti avremo in futuro altri pensionati poveri. Ecco perché è importante che anche noi facciamo sentire il nostro sostegno in queste lotte”.
Sanità, proclamato lo sciopero nazionale. Messina (FdI): “Ci lascino lavorare. Nessun Governo come noi”
Non va meglio sul fronte della sanità, altro settore che riguarda molto da vicino i pensionati che spesso sono costretti a pagare le cure mediche di cui hanno bisogno a causa dei tagli e della difficile situazione in cui versa il sistema sanitario nazionale.
I provvedimenti previsti in Manovra non hanno soddisfatto gli operatori del settore delusi soprattutto dal rinvio al 2026 del piano straordinario per le assunzioni che il Governo aveva promesso di avviare nel 2025. In totale il Governo ha stanziato per il 2025, 1,3 miliardi per la sanità che vanno ad aggiungersi agli 1,2 miliardi previsti nella manovra 2024, per un totale di 2,5 miliardi.
Troppo poco per i sindacati e per le associazioni di categoria che hanno proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore per il 20 novembre.
Più di quanto abbiano fatto in passano gli altri governi per la maggioranza.
“Il Governo meloni ha presentato una proposta seria e credibile. Siamo il governo che ha messo più risorse sulla sanità. In 30 anni non sono stati mai messe tutte queste risorse. Fateci lavorare e porremo rimedio anche ai danni che ha fatto la sinistra”.
Ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Manlio Messina.
Calenda: “Saremo accanto ai medici. La sanità deve essere la priorità”
Scenderà, invece, in piazza accanto a medici e infermieri il leader di Azione, Carlo Calenda che ai microfoni di Tag 24.it attacca il Governo.
“Saremo con i medici che sciopereranno. Azione ha sempre detto come la sanità fosse una priorità. I pochi soldi che ci sono vanno messi lì. Mettiamo a posto una cosa per volta, i servizi pubblici vanno rimessi in piedi. Non è possibile tagliare le tasse solo da una parte e se ne rialzano altre. Il Governo mettesse a posto una cosa, la sanità”.
ha dichiarato Calenda.