Dopo il boom dei concorsi pubblici che ha caratterizzato il 2024, ci sarà un blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione. Si profilano tempi difficili per chi intende coprire un posto nel pubblico impiego.

Il taglio è stato incluso nella manovra 2025, con la sola esclusione dei settori che, attualmente, sono in carenza di personale: la Sanità e i Comuni con meno di 20 dipendenti assunti.

Se si stava parlando tanto di uno svecchiamento dei lavoratori e nel 2025 ci sarà un’inversione di tendenza. Cosa causerà il blocco del turn over al 75%? Quali saranno le conseguenze? Facciamo un’analisi.

Stop alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione

Nel 2024 c’è stato un vero boom di concorsi pubblici, registrando quasi un record sia per le procedure bandite che per i candidati. Una situazione che, nel 2025, non ci sarà. È stato inserito nella manovra 2025, un articolo che impone un turn over nella Pubblica Amministrazione solo al 75%.

Brutte notizie per chi sperava di partecipare a qualche concorso e vincere il tanto sognato posto fisso statale. La stessa decisione del Governo va in direzione opposta rispetto allo sforzo fatto durante gli ultimi anni. Infatti, dopo un (quasi) blocco durato 10 anni, alla vigilia del PNRR era stato firmato un Patto con i sindacati per rimettere in moto la macchina delle assunzioni e del rinnovo dei contratti.

Si salvano dalla controtendenza solo il comparto della Sanità e i piccoli Comuni. Per quale motivo?

Carenza di personale nella Sanità e nei piccoli Comuni

Quello della Sanità è il comparto più fragile e carente di personale. Da anni e anni risente la carenza di personale e, seppur insufficiente, pare si aprirà un piccolo spiraglio di speranza.

La promessa di nuove assunzioni è stata fatta, ma la sua attuazione, per diversi motivi non sarà attuata. Si stimano 30.000 nuove assunzioni, nel ruolo di infermiere, da completare per gli anni a venire.

Anche i piccoli Comuni non se la vedono bene. Nell’ormai lontano 2007, i sindaci potevano contare su 479.000 lavoratori. Un numero consistente che, nel 2022, ha subito un taglio senza precedenti: sono venuti a mancare 140.000 unità. Il calo non sembra fermarsi, tant’è che le previsioni per i prossimi anni sono tutto tranne che rosee.

I piccoli Comuni con meno 20 dipendenti si salvano dalla mannaia del blocco del turn over, anche se si conta solo la modica assunzione di 7500 nuove unità.

Se questi due comparti sono in crisi, la situazione non migliora nei tribunali. Carenza di personale anche all’Agenzia delle entrate nonostante i concorsi che saranno banditi tra il 2024 e il 2025. Nelle carceri si fatica a trovare nuovo personale e se non si assume, allora non resta che innalzare l’età pensionabile. Si tratta solo una ipotesi, per la quale è stata richiesta una valutazione, che dovrebbe portare l’età per lasciare il lavoro su base volontaria da 60 anni a 62 anni.

Stop del turn over e incentivi per restare al lavoro più a lungo

Per le pensioni mancano fondi e considerato il blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, almeno per il 2025, le strategie da adottare sono chiare: fare in modo che i lavoratori tardino ad andare in pensione.

Si stanno già ipotizzando, da settimane, premi e incentivi per restare al lavoro più a lungo, pure avendo maturato i requisiti per andare in pensione. In che modo, si pensa alla fruizione di un bonus contributivo in grado di aumentare lo stipendio mensile. Una tattica che gioca su un doppio campo: non tagliare troppo gli organici e proseguire l’opera di svecchiamento.

Nonostante ciò, il Governo promette nuove procedure di assunzioni in ruoli chiave: servono ispettori del lavoro, sia dell’INPS che dell’INAIL, al fine di potenziare la vigilanza.

Quale sarà il futuro prossimo degli altri settori della Pubblica Amministrazione?