Il day after è ancora all’insegna delle dichiarazioni incrociate e di accuse reciproche, con il governo che sembrerebbe a stento trattenere la propria irritazione. Francesco Spano non è più, da ieri 23 ottobre 2024, il capogabinetto del ministro Alessandro Giuli al ministero della Cultura.
Se qualcuno poteva pensare che le dimissioni di Spano avrebbero fatto tacere le voci, ci ha pensato Simone Pillon a suonare la carica per il mondo delle associazioni come “Pro Vita & Famiglia“. L’ex senatore leghista e avvocato ha avuto parole di critica dura nei confronti del governo di centrodestra, colpevole di non aver fermato in tempo Giuli dal nominare Spano, profilo chiacchierato non tanto per il suo orientamento sessuale quanto per la sua area di provenienza politica.
Perché qualcuno di sinistra deve lavorare per un governo di centrodestra, si chiede retoricamente Pillon, e la risposta è tanto semplice quanto inattesa: perché a sinistra, pur partendo da idee politiche sconfitte dalla storia, sanno fare politica, fatta anche di mezzucci come caldeggiare una nomina scomoda.
Francesco Borgonovo ha parlato di quest’ultima polemica politica proprio insieme a Pillon, nella trasmissione ‘Calibro 8’ da lui condotta su Radio Cusano Campus oggi 24 ottobre 2024.
Le dimissioni di Spano fanno infuriare Pillon: “Giuli si è imposto sulla sua nomina, così il governo ha insultato i suoi elettori”
Il governo guidato da Giorgia Meloni si è trovato negli ultimi giorni colpito da una serie di vicende che ne hanno messo a dura prova la pazienza. Se sembrava che le acque si fossero calmate dopo il caso Sangiuliano-Boccia, proprio al ministero della Cultura il ministro Alessandro Giuli ha dovuto ritrattare su una nomina che lui stesso aveva caldeggiato.
Il suo capogabinetto, Francesco Spano, ha rassegnato ieri 23 ottobre 2024 le dimissioni, lasciando quindi un incarico che aveva assunto solo 10 giorni prima. Come mai questo passo? L’ex senatore della Lega Simone Pillon ha la risposta pronta e sicura: colpa del senso di inferiorità culturale che il centrodestra pensa di avere nei confronti della sinistra, pronta ad additare chi non si conforma ai suoi dettami.
Pillon ritiene che Spano non dovesse proprio entrare al ministero, considerata la sua area di provenienza politica: un “piddino” che già Maria Elena Boschi, quando era sottosegretaria nel governo Renzi, aveva dovuto allontanare per una questione di finanziamenti poco chiari all’UNAR.
Giuli ha sbagliato nell’insistere sulla nomina di Spano, considerato il suo background politico e d’immagine: gli elettori che hanno scelto un governo di centrodestra si saranno sentiti presi in giro (e anche qualcosa in più, a sentire Pillon) vedendo un qualcuno legato al PD lavorare al ministero della Cultura.
E’ in qualche modo avvilente anche che le associazioni Pro Vita siano state trattate in modo sbrigativo dallo stesso Giuli, che le aveva tacciate di posizioni oscurantiste. L’ex senatore della Lega, inoltre, avrebbe voluto maggiore considerazione delle associazioni a tutela della famiglia, piene di ragazzi e ragazze con l’entusiasmo necessario per lavorare anche ad importanti incarichi istituzionali.
Pillon: “L’inchiesta di Report? Trasmissione notoriamente di sinistra”
Sigfrido Ranucci, anticipando alla trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora‘ il contenuto della prima puntata della nuova stagione di ‘Report‘ in onda domenica 27 ottobre, aveva annunciato la presenza di un altro “caso Boccia” al ministero della Cultura, questa volta però al maschile.
Le dimissioni di Spano sembrano, almeno per il momento, aver offerto una prima risposta a chi si domandava l’identità del prossimo politico a finire sotto l’occhio attento del giornalismo d’inchiesta. Per Pillon però il tutto è derivato, come accennato, dall’errore originario di difendere una nomina sbagliata fin dal principio.
Il tutto aggravato dal fatto che ‘Report’ sia una trasmissione notoriamente di sinistra che porta avanti un “giornalismo a tesi”, per il quale i fatti vanno convogliati verso una determinata ipotesi. Era naturale quindi che la trasmissione televisiva presentasse sotto una certa luce non soltanto Giuli ma anche Spano, che ha pure dovuto subire insulti gravissimi in alcune chat di politici di Fratelli d’Italia.
“E’ ridicolo che il centrodestra si faccia insegnare come fare politica dalla sinistra”
Tirando le somme, le idee di Pillon sulla vicenda sono riassumibili sia sotto il segno dello sdegno sia sotto quello di capacità di autocorrezione da parte del governo. Le ultime dichiarazioni, in questo senso, non sembrerebbero confermalo ma il senatore leghista ha quantomeno visto che in qualche modo si è voluto correre ai ripari prima che la questione diventasse difficile da gestire.
Pillon però mostra sdegno verso il governo di centrodestra per essersi fatto imporre una nomina, quella di Spano, che in realtà non avrebbe avuto senso di esistere. Poco serve ricordare che Giuli lo ha scelto come capogabinetto perché già lavorava con lui al MAXXI: Pillon ritiene l’arrivo di Spano al ministero come una mina posta dalla sinistra affinché il governo ci inciampasse sopra.
Il centrodestra dovrebbe capire, sempre secondo il leghista, che le idee della sinistra sono state sconfitte dalla storia e che non serve soffrire del sentimento di inferiorità culturale: la vera forza sta nelle posizioni che i conservatori hanno su famiglia, giustizia, natalità e così via.
Per Pillon è la storia che si è incaricata di rendere obsolete e sbagliate le idee e le opinioni della sinistra su questi argomenti, ma è necessario uno scatto in avanti del centrodestra per far capire a chi di dovere che questo governo (anzi, la sua visione del mondo) è qui per restare.