Il Governo è alle prese con l’adozione di diverse strategie per incentivare i lavoratori a restare a lavoro e, per chi rinuncia a Quota 103, nel mese di novembre è in arrivo un bonus.
Più che un bonus così come comunemente si intende, si tratta di un esonero contributivo che garantisce un aumento netto in busta paga.
A novembre è atteso proprio l’ultimo pagamento per i dipendenti pubblici che non hanno ricevuto il bonus nei mesi precedenti.
Se questa di novembre sarà l’ultima tranche di pagamento, nella manovra 2025 si sta facendo largo l’ipotesi di introdurre una decontribuzione simile al bonus di cui parleremo nel testo.
Come funziona il bonus per chi rinuncia a Quota 103
Chi rinuncia ad accedere alla pensione anticipata con Quota 103 può ottenere il bonus Maroni. La misura è rivolta esclusivamente ai lavoratori dipendenti che decidono di ritardare l’uscita anticipata dal lavoro: quindi, ai lavoratori con 62 anni d’età e 41 anni di contributi versati. Si tratta, appunto, di tutti quei lavoratori che potrebbero accedere a Quota 103.
La misura consiste in un esonero contributivo del 9,19%. Si rivolge a chi non è titolare di pensione diretta (con la sola eccezione dell’assegno ordinario di invalidità). Se il bonus fa la differenza per i lavoratori, nulla cambia per i datori di lavoro, che dovranno comunque versare all’INPS l’aliquota del 23,81% a loro carico.
Sulla falsa riga del bonus Maroni, nella manovra 2025 sarà introdotto un meccanismo che dovrebbe incentivare, tramite premi, i lavoratori a restare al lavoro più a lungo, pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione.
Secondo le ultime novità, dovrebbe essere prevista una detassazione del 9,19% di contribuzione a carico del dipendente. La detassazione corrisponderebbe proprio al bonus Maroni.
Quando viene corrisposto il bonus Maroni 2024
Il pagamento del bonus Maroni è iniziato il 2 agosto. A novembre si aprirà l’ultima tranche di pagamento verso i lavoratori che, ancora, non hanno ricevuto il contributo.
In base al calendario dell’INPS, il pagamento scatta il 1° novembre per i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Qualora dovesse essere replicato anche l’anno prossimo, anche in altra veste, ancora non si sa come e quando avverrà il pagamento. Per saperne di più, occorre attendere che l’iter di conversione della manovra si concluda.
Come fare domanda? Le opzioni disponibili
Ci sono diverse modalità per presentare la domanda e richiedere il bonus Maroni. La prima opzione è la domanda telematica, sul sito web dell’INPS.
Una volta effettuato l’accesso, tramite l’autenticazione con le credenziali SPID, CIE, CNS, si deve cliccare su “Pensione e Previdenza” e, poi, su “Domanda di pensione”. Successivamente, si deve cliccare su “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”.
Chi non fosse troppo avvezzo all’utilizzo delle modalità digitali può rivolgersi a enti di Patronato oppure utilizzare il servizio di Contact center dell’INPS.
A chi conviene davvero richiedere il bonus e non andare in pensione con Quota 103
La misura sembrerebbe essere abbastanza conveniente, ma ovviamente non per tutti. Senza ombra di dubbio, i maggiori interessati sono i lavoratori con reddito superiore a 35.000 euro annui. Al di sotto di tale soglia, i contributi sono già così ridotti del:
- 7% per i redditi sotto i 25.000 euro;
- 6% per i redditi tra i 25.000 euro e i 30.000 euro.
Di conseguenza, i lavoratori con redditi al di sotto di 35.000 godono già di effetti in busta paga.
D’altra parte, i lavoratori che optano per Quota 103 devono comunque considerare che il calcolo dell’anno avverrà solo con metodo contributivo. Inoltre, fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia, l’assegno massimo lordo non potrà superare 4 volte il trattamento minimo che, nel 2024, è pari a 2.394,44 euro.