Si prova molta frustrazione nel vedere cancellata una serie TV che si ama, vero? Eppure sta succedendo sempre più spesso. Il fenomeno delle cancellazioni, anche di serie di grande successo, è sempre più frequente sulle piattaforme di streaming come Netflix e Prime Video.
Questo lascia i fan molto delusi. Ma perché le piattaforme prendono decisioni così drastiche?
Dietro la scelta di cancellare una serie, anche se amata dal pubblico, si nascondono una serie di fattori complessi, che vanno ben oltre i semplici dati di ascolto. Esaminiamo i motivi nell’articolo.
Lo strano fenomeno della cancellazione delle serie su Netflix e Prime Video
Ti è mai successo di accanirti a una serie TV, guardarla fino all’ultima puntata, aspettare con ansia la nuova stagione e poi venire a conoscenza che è stata cancellata?
Il risultato è una profonda frustrazione e delusione. Gli spettatori si affezionano alle storie e ai personaggi, si immedesimano e attendono di vedere gli sviluppi nelle stagioni successive, sino a quella conclusiva. O almeno è così che dovrebbe andare.
Ultimamente, però, sembra che Netflix e Prime Video, abbiano adottato una nuova abitudine: cancellare le serie proprio quando stanno avendo un seguito. Non si concede il tempo alle serie di crescere, di trovare il loro pubblico, e anche quando hanno successo si decide comunque di passare oltre e di staccare la spina, cancellando la serie. Questo provoca fallimento e delusione.
Vale la pena, quindi, investire le proprie emozioni sulle serie che escono su queste piattaforme? Vale la pena affezionarsi, sentirsi coinvolti a personaggi e situazioni, a città e luoghi, e creare un legame con una determinata serie?
Perché Netflix e Prime Video cancellano le serie? È una questione di numeri?
Sembra proprio che ormai, sulle piattaforme di streaming, non basti più avere libertà creativa e il potenziale narrativo.
Non si dà più importanza alle storie avvincenti, alle storie che appassionano il pubblico, ma a metriche sterili, di calcolo freddo. E così succede che, se una serie non fa il botto immediatamente, rischia di non essere rinnovata, non importa quanto sia promettente la trama, talentuoso il cast o i fan siano affezionati.
Questi servizi di streaming si basano molto sui dati per determinare il destino di una serie. Non si tratta solo di quante persone lo guardano, ma anche di quanto velocemente finiscono di guardare la stagione.
I tassi di completamento, ovvero il numero degli spettatori che finisce la stagione durante la prima settimana, sono un dato importantissimo per far decidere a Netflix o Prime Video di continuare o meno a produrre quella determinata serie.
Ci sono state serie che hanno raggiunto anche il 90% su Rotten Tomatoes, ma non sono riuscite a superare le soglie di audience interne di Netflix, che sono decisamente troppo alte.
Ecco perché molte serie vengono cancellate.
Esempi di cancellazioni che hanno fatto arrabbiare i fan
La cancellazione di “My Lady Jane” su Prime Video ha deluso molto i fan. Prime non l’ha rinnovata, secondo Deadline, perché “non è riuscita ad attrarre un vasto pubblico o a entrare nella classifica settimanale dei primi 10 streaming“.
I fan, arrabbiati e delusi, hanno persino creato campagne online per riportare in onda la serie.
Su Netflix sta facendo molto discutere la cancellazione della serie Kaos. Serie originale, che ha reinventato i classici miti greci attraverso una lente moderna e bizzarra. Anche in questo caso i fan stanno pensando di lanciare una petizione.
Il fatto è che non tutte le serie hanno successo sin da subito. Pensate per esempio a”Breaking Bad”, iniziata con bassi ascolti, e diventata poi un fenomeno culturale. Se fosse stata cancellata alla prima stagione, non avremmo avuto questo prodotto iconico.
Quando le piattaforme di streaming cancellano le serie troppo presto, non solo privano i fan della conclusione, ma impediscono anche a potenziali prodotti di culto di raggiungere il loro pieno potenziale, e questo è davvero frustrante.
Questa attenzione alle vittorie facili e veloci rispetto a una narrazione significativa e a lungo termine è preoccupante. Se le serie vengono rinnovate solo in base al numero di visualizzazioni che ottengono, anziché in base alla qualità o al potenziale, si rischia di perderne alcune davvero iconiche.