Il governo italiano ha deciso di mantenere gli impegni con le famiglie, istituendo diversi aiuti economici, incluso il bonus Natale da 100 euro per i lavoratori. L’obiettivo è aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e stimolare la natalità. Il governo Meloni non può essere giudicato miope davanti alle esigenze delle famiglie e dimostra una grande attenzione alla crescita della natalità. Vediamo insieme i punti principali del decreto legge Omnibus in materia di bonus Natale.
Bonus Natale da 100 euro per i lavoratori
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato le indicazioni operative del bonus “Natale” nella circolare n. 19/E. In particolare, viene esposta la misura che garantisce un beneficio economico ai lavoratori. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta di una tantum prevista per il 2024. Pertanto, i lavoratori che soddisfano i requisiti disposti dalla legge ricevono un’indennità di importo pari a 100 euro, rapportata al periodo lavorativo.
Il bonus, che sarà erogato nel mese di dicembre, sarà riconosciuto ai lavoratori dipendenti che rientrano nelle seguenti condizioni:
- reddito non superiore a 28.000 euro maturato nell’anno d’imposta 2024;
- un’imposta lorda, calcolata sui redditi da lavoro dipendente, il cui valore risulti superiore alla detrazione spettante;
- nucleo familiare composto da almeno un minore.
Quale contratto di lavoro permette di ricevere la tantum da 100 euro?
Per supportare il potere d’acquisto dei lavoratori, a breve sarà distribuita una tantum da 100 euro. Quindi, i lavoratori si chiedono: quale tipologia di contratto dà diritto al beneficio economico? È importante notare che l’Amministrazione finanziaria, nel documento di prassi, ha spiegato che il bonus Natale da 100 euro sarà distribuito ai titolari di un reddito di lavoro dipendente in corso o terminato nel 2024.
Pertanto, la normativa non utilizza la tipologia di lavoro per individuare i potenziali beneficiari della tantum. Ovviamente, nel condividere i punti principali della circolare 19/E non emerge la tipologia contrattuale del rapporto di lavoro. La buona notizia è che possono accedere al beneficio i lavoratori che hanno instaurato un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato.
Da un punto di vista puramente di calcolo, ha certamente senso che l’ammontare dell’indennità venga rapportato ai giorni effettivamente lavorati e retribuiti. Non appare controversa la non applicazione della duplicazione nei casi di più rapporti di lavoro contemporanei. Oltretutto, è essenziale considerare che i lavoratori con orari flessibili non saranno penalizzati.
Da un’ottica più tecnica, appare chiaro che se il lavoratore ha instaurato più rapporti di lavoro nel corso dell’anno, l’ultimo datore di lavoro è responsabile per l’erogazione della tantum da 100 euro. Diversamente, in presenza di contratti part-time simultanei, il lavoratore può scegliere il datore di lavoro che provvederà all’erogazione del beneficio economico.
Come sempre accade, per le somme di denaro anticipate dai sostituti d’imposta, l’erogazione dell’intero importo può essere recuperata come credito da portare in compensazione tramite il modello F24 su tributi e contributi.
Quante tasse si pagano sull’indennità di Natale?
In generale, la tassazione sulla fruizione dei premi in busta paga è soggetta a una tassazione agevolata nella misura del 10%. In questo caso, la tantum da 100 euro non è soggetta a tassazione. Ciò significa che l’indennità non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF.
Quale composizione del nucleo familiare dà diritto al bonus Natale 2024?
L’incentivo per sostenere le famiglie è strutturato sulla composizione del nucleo familiare. In altre parole, possono accedere al bonus Natale da 100 euro i lavoratori che sono coniugati, non separati legalmente, e che hanno almeno un figlio, indipendentemente dal fatto che il bambino sia nato dentro o fuori dal matrimonio.
Sono ammessi all’indennità i casi in cui l’altro genitore sia deceduto, non abbia riconosciuto il figlio nato fuori dal matrimonio, oppure il figlio sia stato adottato, affidato o affiliato a un solo genitore. Pertanto, può richiedere la tantum il genitore non sposato o legalmente separato, anche se convivente more uxorio, e infine, che si trovi in una relazione non formalizzata dal matrimonio.
Attenzione: il beneficio economico non viene riconosciuto se l’altro genitore convivente non può essere considerato fiscalmente a carico. Sono esclusi anche i casi in cui il figlio è stato riconosciuto da entrambi i genitori, in quanto la famiglia non è più considerata monogenitoriale.