L’aguglia imperiale attacca l’uomo? Diversamente da quanto circolato in un primo momento, la surfista piemontese Giulia Manfrini, morta nelle acque dell’Indonesia lo scorso venerdì 18 ottobre non sarebbe stata ferita da un pesce spada bensì da un’aguglia imperiale che improvvisamente è saltata fuori dall’acqua e trafiggendola.  

In molti ora si chiedono se questo pesce sia pericoloso per l’uomo dato che purtroppo, l’incidente costato la vita a Giulia, è un caso raro ma non impossibile da ripetersi.

L’aguglia imperiale attacca l’uomo: le dimensioni

Di solito l’aguglia imperiale, conosciuta anche con il nome comune di Marlin è facilmente confondibile con il comune pesce spada, a un occhio poco attento infatti può sembrare molto simile.

L’aguglia imperiale può superare anche i 50 chilogrammi di peso ed essere molto lungo e snello. Presenta infatti un corpo compresso lateralmente in grado di crescere fino a circa 50-75 cm.

Le mascelle sono allungate e dotate di denti affilati che usa per addentare le proprie prede. Sul suo corpo presenta poi tre tipi di pinne: quelle pettorali, quelle dorsali e quelle anali situate molto indietro rispetto alle altre.

La presenza delle pinne così indietro conferisce infatti maggiore flessibilità al pesce, in grado così di sfuggire ai pescatori o ai predatori del mare.

Solitamente il colore di un’aguglia imperiale è tendente al verde bluastro con un ventre grigio argenteo e le lische al suo interno sono verdi.

L’aguglia che ha colpito Giulia Manfrini probabilmente si è sentita attaccata dalla donna che si trovava sulla sua tavola da surf vicino alla superficie dell’acqua. Zona dove vivono questi pesci e dove nella maggior parte dei casi trovano il loro cibo che solitamente è composto da altri piccoli pesci.

È una specie pericolosa?

L’aguglia imperiale, secondo gli esperti di biologia marina, si posiziona all’interno della scala dei predatori e la spada di cui è dotato serve per stordire la preda, non per trafiggerla. In alcuni casi, non è da escludere che possa aggredire l’uomo, anche se solitamente si occupa di cacciare e cibarsi di pesci piccoli. Se non si sten minacciato infatti l’aguglia imperiale tende a non entrare in contatto con l’essere umano.

Non è escluso però che questo esemplare possa essere pericoloso per l’uomo o per le imbarcazioni su cui ci si trova. Questa specie è ormai da tempo presente anche nel Mar Mediterraneo. Si trova specialmente nello Stretto di Messina dove però non ha mai fatto registrare aggressioni dirette all’uomo.

Altri casi in Indonesia

La morte di Giulia Manfrini alle Isole Mentawai, è sicuramente un caso raro ma non così isolato come si può pensare. Son molti infatti i casi di ferimenti dovuti a scontri di surfisti o pescatori entrati nel territorio dell’aguglia imperiale.

Uno dei più noti è accaduto il 6 dicembre 2023 quando un altro surfista italiano, Alberto Marcon era rimasto ferito dopo essere stato infilzato sotto a un’ascella da un’esemplare di aguglia. Il giovane ha subito la perforazione di un polmone, ma è stato salvato grazie a un delicato intervento chirurgico.

Nel 2020 invece un pescatore di soli 16 anni che si trovava sulla riva a Buton, un piccolo centro dell’Indonesia sud-orientale è stato infilzato e trafitto al collo proprio da un’aguglia. L’animale sarebbe saltato fuori improvvisamente dall’acqua e avrebbe attaccato il ragazzo. Anche in questo caso il giovane è sopravvissuto, dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Per risalire a un caso mortale come quello di Giulia Manfrini, bisogna arrivare al 1977 quando un bambino di 10 anni venne ucciso nelle acque delle isole Hawaii da un’aguglia che lo aveva infilzato in un occhio.

In alcuni casi però non è facile comprendere quale sia esattamente il pesce che attacca l’uomo. Il ferimento o la morte infatti possono avvenire senza la presenza di testimoni e con difficoltà a risalire all’animale.