Paulo Fonseca è un allenatore navigato, che ha forgiato e limato il proprio carattere tutto a suo vantaggio. Lo si può vedere sorridere e rispondere tranquillamente alle domande dei giornalisti in conferenza stampa, con una correttezza e genuinità fuori dal comune. E ogni tanto lo si può anche osservare uscire leggermente fuori da questo schema, mantenendo sempre la stessa eleganza che lo contraddistingue.
Fonseca vince di carattere in Champions League
Lo sguardo di Fonseca però è anche quello di chi pensa profondamente, di chi sa cosa vuole e per farlo accetta anche i rischi alla base delle proprie decisioni. Alla vigilia del match contro il Club Brugge, avversario del Milan nella terza giornata di Champions League, l’allenatore portoghese ha praticamente svelato l’undici iniziale rossonero. Un messaggio forte, lanciato sia agli avversari che all’intero ambiente milanista.
Come a dire: “Io ho le idee chiare, non ho problemi a dirle davanti a voi”. Fonseca proprio qui ha mostrato un lato del suo carattere, mettendo in campo un Milan “titolarissimo” per andare a vincere la prima gara europea di questa stagione. E ieri a San Siro, nonostante qualche spavento per un inizio propositivo dei belga, il Milan ha fatto il proprio dovere già dal primo tempo.
Il gol olimpico di Pulisic ha aperto la sfida di San Siro
Il gol segnato da Pulisic direttamente da calcio d’angolo è stato il lampo iniziale di una serata da Diavolo, capace di uscire la forza giusta per andare a centrare i tre punti. Qualcosa che era mancato nell’ultima trasferta di Firenze, da cui il Milan era uscito con le ossa rotte tornando a casa con tanti rimpianti e nulla in mano. E proprio dopo la disfatta del Franchi qualcosa nella mente di Fonseca è scattato.
Dopo la sosta Nazionali, infatti, il portoghese ha attuato scelte di carattere contro l’Udinese portando a casa il risultato. Il Milan ieri ha chiaramente beneficiato del cartellino rosso di Onyedika, ex obiettivo del centrocampo rossonero che ha salutato il match già nel primo tempo dopo un fallaccio su Reijnders. Ma nonostante l’uomo in più il Diavolo nel secondo tempo ha preso gol, tradito da uno svarione difensivo che ha premiato gli sforzi di un Club Brugge vigoroso anche in inferiorità numerica.
Fonseca l’ha vinta con i cambi e le scelte di peso
Il gol all’angolino di Sabbe è stato un colpo basso per il Diavolo, a cui però sono bastati pochi minuti per riprendere in mano la propria partita. Molto chiaramente è dipeso anche dalle scelte di Fonseca, che nel momento in cui probabilmente ha chiesto qualcosa in più alla squadra ha tirato via dal campo due suoi fedelissimi. Paulo all’ora di gioco ha deciso di richiamare in panchina sia Loftus-Cheek che Rafael Leao, alle prese con un’altra notte europea sottotono.
E un minuto dopo il tecnico è stato premiato da Okafor, subentrato proprio al posto di Leao per dare dinamicità alla manovra rossonera. Da un’incursione dello svizzero infatti è nato lo splendido 2-1 firmato Reijnders, che al 26′ ha aggiornato il punteggio al 3-1 siglando la sua prima doppietta milanista dopo un assist perfetto del neoentrato Chukwueze.
Nessun caso Leao: ma Rafa deve dimostrare di più
Un altro bonus importante per il nigeriano, che piano piano sta ritrovando la sua dimensione in una Milano rossonera che reclama le sue giocate. E anche Fonseca le vuole vedere, sa quando chiederle e adesso se le gode. Dalle parti di Milanello non è scoppiato nessun caso Rafael Leao, l’ha detto lo stesso Fonseca. L’allenatore infatti ha spento ogni critica sul proprio numero dieci, mettendo semplicemente in pratica delle scelte tattiche che non possono che far bene all’ex Lille.
L’eccessiva sufficienza dimostrata in diverse situazioni e quella troppa prevedibilità di certo non piacciano a Fonseca, che sa di dover trarre altro da uno degli esterni più talentuosi d’Europa. Perché sa che quello non è il vero Leao. Il processo di maturazione dell’attaccante quindi procede gradualmente ma passa anche da questi cambi, magari amari ma comunque utili sia al giocatore che alla squadra. Ed è questa la cosa che conta di più nella mente di Fonseca.
Gioia strozzata in gola a Camarda, acclamato da San Siro
Paulo l’ha vinta con i cambi e ha scritto anche la storia della Champions, mandando in campo il 16enne Camarda che si è preso l’abbraccio di San Siro. Ieri il giovane attaccante è diventato il più giovane calciatore italiano a debuttare in Champions, andando ad un passo da un altro record. Il classe 2008 infatti è andato a segnato a pochi minuti dalla fine con uno splendido colpo di testa, prima dell’intervento del VAR che ha annullato la sua rete per fuorigioco.
Tanta gioia e delusione per il gioiellino di casa Milan, un attaccante su cui Fonseca sembra voler puntare. Dopo la tempesta d’inizio stagione, Fonseca ha ripreso in mano il timone e adesso sta navigando a testa alta. Le critiche non mancheranno, i passaggi a vuoto neppure, ma questo Milan sta maturando anche nel solco del suo carattere: semplice e sicuro, convinto dei propri mezzi, ambizioso e coraggioso.