E sorprendente che molte famiglie temano di perdere l’assegno unico per i figli che raggiungono una certa età. Il simbolo della crescita della famiglia è soggetto a diverse regole, spesso poco conosciute. Infatti, l’assegno unico può essere sospeso quando i figli compiono 18 anni. Tuttavia, nonostante le legittime preoccupazioni di perdere un aiuto economico così importante, esiste la concreta possibilità di riattivare l’erogazione seguendo una specifica procedura. Vediamo quando l’INPS applica la sospensione e come riattivare l’assegno unico e universale.
Assegno unico sospeso ai figli che superano questa età
Buona l’intenzione di istituire più incentivi, aiuti e agevolazioni per sostenere la crescita della famiglia, senza tra l’altro perdere di vista il tasso di natalità. E pensare che per il 2025, sono circolate ipotesi sull’abolizione dell’assegno unico per ogni figlio per i nuclei familiari con un ISEE alto o con una situazione economica stabile.
Qualcosa si è mosso, ma in una direzione completamente opposta a quanto presupposto. Il governo italiano starebbe per lanciare due nuovi aiuti dedicati alle famiglie, incluso un bonus per i nuovi nati, adottati e affidati nel 2025.
Tante le iniziative che metteranno i figli al centro di ogni candidatura per ottenere un beneficio, contributo o agevolazione. In quanto, contrastare la denatalità è uno degli obiettivi primari promossi dall’Esecutivo, visto che, come raccontato da Tag24.it, il costante calo delle crescite mette in crisi numerosi posti di lavoro.
Non è la prima volta che le famiglie italiane si aggrappano agli aiuti di Stato, sono anni dall’introduzione del Reddito di cittadinanza fino alla sostituzione con l’Assegno di inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro che si prova a spostare l’angolo delle entrate familiari.
A tutt’oggi, molte famiglie pur avendo dei redditi da lavoro, non riescono ad arrivare a fine mese. La situazione si complica in presenza di uno o più figli. Per questo motivo, il governo italiano ha consolidato l’alleanza degli aiuti per sostenerne il potere di acquisto delle famiglie, promuovendo la natalità, in vista del consolidamento dell’economia nazionale
Cosa succede quando un figlio compie 18 anni?
Cosa succede quando un figlio compie 18 anni? In questo contesto, molte famiglie tendono a sottovalutare gli obblighi connessi agli aiuti statali. Ad esempio, non tutti sanno che al compimento dei 18 anni l’erogazione dell’assegno unico viene sospesa fino a quando non si presentano le comunicazioni richieste dalla normativa vigente in merito al nucleo familiare
Quando un figlio perde il diritto al contributo economico mensile?
L’attuale normativa prevede che i figli maggiorenni abbiano diritto all’assegno unico fino al compimento dei 21 anni, purché rispettino alcuni requisiti. L’erogazione continua solo se il figlio è iscritto a un percorso di studi scolastico o universitario, o a un corso professionale. Non perdono il beneficio neanche i figli impegnati in attività lavorative o di tirocinio, a condizione che il loro reddito non superi gli 8.000 euro annui.
Il beneficio è riconosciuto anche ai figli iscritti ai Centri per l’impiego o impegnati nel servizio civile universale. I figli con disabilità non sono soggetti alla sospensione al compimento dei 18 anni.
Come cambia l’assegno unico dopo i 18 anni?
L’importo dell’assegno per i figli maggiorenni è ridotto rispetto a quello per i figli minori. Secondo quanto riportato da Money.it, l’importo varia tra 199,40 euro e 57 euro mensili, oppure tra 96,90 euro e 28,50 euro, in base all’ISEE. La riduzione del beneficio riflette la maggiore età del figlio, considerato capace di contribuire al reddito familiare.
È necessario aggiornare l’ISEE quando un figlio diventa maggiorenne?
In generale, per presentare un ISEE distinto da quello del nucleo familiare, il figlio deve non solo essere maggiorenne, ma anche avere una residenza diversa o un reddito sufficiente a non essere più considerato a carico dei genitori.
Come riattivare l’assegno unico sospeso per i figli dopo i 18 anni?
L’INPS sospende l’erogazione dell’assegno unico quando il figlio compie 18 anni. La riattivazione non è automatica, ma richiede la presentazione di una specifica domanda, in cui devono essere indicati i requisiti previsti dalla normativa, come ad esempio la continuazione del percorso di studio, l’iscrizione a un’università, a un corso di formazione professionale o l’avvio di un’attività lavorativa. Al momento della domanda, è anche possibile modificare la modalità di pagamento, permettendo al figlio maggiorenne di ricevere direttamente l’importo spettante.
Nel caso di pagamenti sospesi, presentando la domanda di aggiornamento si può ottenere il pagamento degli arretrati.
Per maggiori dettagli e per verificare i requisiti aggiornati, si consiglia di consultare la pagina ufficiale INPS dedicata all’assegno unico universale