Uno degli uomini più potenti del mondo dello spettacolo statunitense, capace di dominare in maniera quasi incontrastata la scena rap e hip hop per quasi trent’anni. Il nome di Sean Combs, anche noto con gli pseudonimi Puff Daddy, P. Diddy, Puffy e Diddy, fino a poche settimane fa era sinonimo di fama e successi. E di ricchezza.
Sono moltissimi gli artisti che devono le loro carriere all’intuito e alle capacità di Combs, che li lanciò prima nel suo ruolo di direttore della Uptown Records e poi come fondatore e magnate della Bad Boy Records, l’etichetta dalla quale Diddy spiccò il volo.
Sarebbe una storia perfetta per esaltare il Mito e l’ideologia del sogno americano: il ragazzo di Harlem, figlio di uno dei collaboratori del boss della droga newyorchese Frank Lucas, che con le sue sole forze scala le vette dello show business.
Ma questa non è quel tipo di storia. Come testimoniano le recenti accuse piovute sulla sua testa, la carriera di Puff Daddy è segnata anche da violenza e morte.
Il patrimonio di Puff Daddy e gli artisti con cui ha condiviso la gloria: da Mary J. Blige a Mariah Carey, fino ad Aretha Franklyn
Violenza sessuale, abusi e particolari sempre più inquietanti che emergono dal racconto dei famosissimi party nella sua villa. Puff Daddy dovrà rispondere di una serie di gravissime accuse nel processo che lo vede imputato e che ha celebrato la sua prima udienza lo scorso 9 ottobre.
Fatti che gettano un’ombra sinistra sulla sua vita e la sua carriera, sebbene i problemi con la legge siano stati una costante compagnia nel suo farsi strada nel mondo dello spettacolo Usa. Innumerevoli, infatti, le denunce per aggressione, anche a mano armata, come la famosissima sparatoria al Club New York di Times Square del 27 dicembre 1999, che portò alla separazione tra Combs e la sua fidanzata di allora, la cantante e attrice Jennifer Lopez.
La scalata al successo di Puff Daddy è, dunque, un misto di spregiudicatezza e talento, che inizia con il suo ingresso alla Uptown Records, nel 1990, della quale diventerà direttore, e si consolida con la sua Bad Boy Records, fondata tre anni dopo, a seguito del licenziamento dalla Uptown.
Pochi anni nei quali, però, Diddy stringe sodalizi con alcuni dei nomi più prestigiosi della musica degli anni Novanta, da Jodeci a Mary J. Blige, da Mariah Carey a Lil ‘Kim, dalle TLC, a una leggenda come Aretha Franklin.
Un successo quantificato da ‘Forbes’ nel 2022 in circa un miliardo di dollari.
Tupac Shakur, Notorious B.I.G. e la faida tra West Coast e East Coast
Fama e violenza, successo e intimidazioni. È proprio in quegli anni che la scena hip hop e rap statunitense assume i connotati di uno scontro tra gangster. Le etichette discografiche diventano vere e proprie bande che presidiano i propri rispettivi territori. Che si tratti di luoghi geografici o di posizioni nella classifica degli album e dei singoli più venduti, fa poca differenza.
Rapper vestiti come Al Capone nella Chicago degli anni Trenta, ma con più gioielli al collo e alle dita e rigorosamente armati, campeggiano sulle prime pagine delle riviste di spettacolo e di musica. E Sean Combs è tra loro. La Bad Boy, infatti, si afferma da subito come il centro nevralgico della scena rap della Costa Est, radunando sotto il suo ‘ombrello’ nomi in ascesa del calibro di The Notorious B.I.G., Mobb Deep e Junior M.A.F.I.A.
E qualcosa si muove anche a Ovest, dove Suge Knight nel 1991 fonda a Los Angeles la Death Row Records, insieme con Dr. Dre, Dick Griffey e The D.O.C., che raduna i rapper Snoop Dogg, gli NWA e Tupac Shakur. Quest’ultimo, soprattutto, è un nome di peso dell’industria, con due album di successo come “2Pacalypse Now” (1991) e “Strictly 4 my N.I.G.G.A.Z.” (1993) e apparizioni cinematografiche come quella per John Singleton in “Poetic justice” del 1993.
Ma ecco che, da Est, si alza forte e chiara la voce di Notorious B.I.G. detto ‘Biggie’, che con il suo album d’esordio “Ready to die“, lanciato dai singoli “Juicy” e “Big poppa“, sancisce l’inizio di una delle rivalità più avvincenti della scena musicale nordamericana.
Peccato che la rivalità musicale si trasformi presto in una vera e propria faida a colpi di arma da fuoco.
Il primo segnale in questo senso arriva il 30 novembre del 1994 quando Tupac Shakur, in trasferta a New York per una registrazione presso i Quad Studios, viene rapinato da due uomini armati che gli sparano colpendolo cinque volte. Un agguato di cui il rapper, in un’intervista successiva, sembra ritenere responsabili proprio Sean Combs e il suo protetto Biggie.
Accusato di abusi sessuali, Shakur venne rinchiuso nel carcere di Rykers Island dove, a sorpresa, riceve la visita proprio di Diddy, che gli assicura che la sua etichetta discografica non ha nulla a che vedere con quanto accaduto.
Sarebbe potuta essere la fine e, invece, non è che l’inizio di uno scontro che si rivelerà fatale e che troverà nella cerimonia dei ‘Source Awards’ di New York del 1995 il suo punto di svolta. In quell’occasione, la Death Row di Suge Knights attacca ripetutamente i ‘padroni di casa’ della Bad Boy, con Knight che invita gli artisti della scena newyorchese a unirsi alla sua etichetta. Provocazioni alle quali Combs risponde cercando di appianare i contrasti:
“Tutto questo Est e Ovest deve finire. Quindi fate un applauso a tutti coloro che hanno vinto stasera, dall’Est e dall’Ovest. Un solo amore”.
Belle parole che, però, rimangono tali. Poco più di un anno dopo, nel settembre 1996, Tupac viene assassinato a Las Vegas, e nel marzo del 1997 tocca a Notorious B.I.G., ‘freddato’ come probabile regolamento di conti a seguito dell’uccisione del rivale.
E alla fine di tutta quella tragedia, a rimanere in piedi è proprio Sean ‘Puffy’ Combs. Che dedica alla memoria dell’amico Biggie la celebre “I’ll be missing you“, singolo più venduto negli Stati Uniti nel 1997 e secondo nel Regno Unito, alle spalle solamente dell’iconica “Candle in the wind” che Elton John dedica alla Principessa Diana, scomparsa proprio quell’anno.
Ma la ‘rissa’ tra Est e Ovest è dura a morire. E così, con i nuovi problemi legali a colpire Diddy, ecco tornare alla ribalta il suo ‘nemico’ dell’epoca Suge Knight. In un tweet scritto dal carcere, nel quale deve scontare una condanna a 28 anni di reclusione per omicidio colposo, l’ex producer scrive in un tweet velenoso, poi rimosso, che “la giustizia per 2Pac sta arrivando“.
Il 29 marzo 2024, però, Knight pubblica un altro tweet con un breve brano in cui si rivolge a Diddy con un avvertimento:
“È un brutto giorno per l’hip hop, per la nostra cultura, per i neri. Perché quando uno di noi fa qualcosa di sbagliato, ci colpisce tutti. Ma ti dico questo Puffy: sei in pericolo. Perché tu conosci i segreti“.
Un’allusione che riporta a galla vecchie ferite e antichi conflitti, sullo sfondo di un panorama musicale del quale Sean Combs ha avuto il potere di un Imperatore, forse sporcandosi troppo le mani per ottenerlo.