La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata un evento indimenticabile, ricco di emozioni e sorprese, ma anche di polemiche.

Tra i momenti più attesi, c’è stata l’esibizione di Celine Dion, una delle voci più potenti al mondo. La diva canadese ha incantato il pubblico con la sua interpretazione di un classico della musica francese e ha emozionato pubblico presente e pubblico a casa.

Qualcuno, però, ha sollevato un dubbio sulla sua performance straordinaria. Molti hanno sostenuto che la cantante non abbia cantato dal vivo, ma abbia utilizzato un playback.

Questa accusa ha scatenato un dibattito acceso sui social media e tra gli addetti ai lavori, dividendo l’opinione pubblica. Cosa c’è di vero in queste voci? Andiamo a scoprire insieme tutti i dettagli di questa vicenda.

Celine Dion ha cantato in playback alle Olimpiadi?

Quando Céline Dion è salita sul palco, al primo piano della Torre Eiffel, per cantare “L’Hymne à l’amour” durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 2024, è stato un momento magico, che ha avuto risonanza in tutto il mondo.

Non solo è stato un vero e proprio omaggio alla cultura francese attraverso la classica canzone di Edith Piaf, ma ha anche segnato il suo ritorno sul palco, la sua prima esibizione pubblica da quando ha rivelato la sua battaglia contro la malattia, la sindrome della persona rigida, una rara condizione neurologica.

Recenti discussioni, però, hanno acceso un dibattito: Céline Dion ha davvero cantato dal vivo quella sera o si è esibita in playback?

È stata un’inchiesta del quotidiano francese Libération a portare alla ribalta questa questione. Alcuni importanti esperti audio, consultati dallo stesso quotidiano, hanno analizzato l’esibizione della cantante e sono arrivati alla conclusione che si è trattato di un playback.

Un tecnico del suono, che in precedenza aveva anche lavorato con Céline Dion, ha dichiarato in modo inequivocabile: “è impossibile che ciò che abbiamo sentito fosse dal vivo“, per spiegare questa sua affermazione, l’esperto ha sottolineato aspetti tecnici come la sincronizzazione dei gesti, i livelli vocali, la precisione dell’intonazione e la compressione. Questi dettagli lo hanno portato a questa conclusione.

Un altro esperto ha confermato questi sospetti. Secondo lui la qualità impeccabile dell’audio in condizioni meteorologiche non proprio ideali (ricordatevi che quella notte pioveva) sembrava troppo perfetta per un’esibizione dal vivo all’aperto. All0aperto anche i migliori cantanti affrontano delle sfide.

Ecco il video di Eurosport:

La risposta degli organizzatori dell’evento

Gli organizzatori della cerimonia di apertura hanno sostenuto che Céline ha cantato dal vivo. Thomas Jolly, il direttore della cerimonia, aveva precedentemente sottolineato che Céline era determinata a esibirsi dal vivo, dicendo: “Aveva questo sogno di cantare sulla Torre Eiffel senza playback. Era la sua voce quella”.

Victor Le Masne, il direttore musicale, ha anche affermato in un’intervista precedente che Celine voleva cantare in modo genuino, a differenza di altri artisti come Lady Gaga o Aya Nakamura, che hanno preregistrato le loro esibizioni per evitare problemi tecnici.

Quando contattati per ulteriori commenti in seguito all’analisi degli esperti, gli organizzatori hanno scelto di non commentare. Questo silenzio ha solo aggiunto benzina sul fuoco alle speculazioni.

Indipendentemente dal fatto che l’esibizione fosse dal vivo o meno, non si può negare il peso emotivo di quel momento.

Vedere Céline Dion, che di recente ha dovuto affrontare notevoli problemi di salute, in piedi in cima a un monumento iconico e cantare una sentita interpretazione di una canzone sull’amore duraturo è stato a dir poco stimolante.

Per molti fan in tutto il mondo, l’esibizione è stata perfetta, anzi è stata il momento clou della cerimonia, un mix di omaggio culturale e trionfo personale. L’eventualità che sia stata fatta in playback non ne diminuisce il valore né l’impatto, ma solleva interrogativi sulla trasparenza in eventi così di enorme portata.

Il playback in eventi live è molto diffuso

Vale la pena notare che il playback in eventi live e su larga scala non è affatto insolito. Le complessità tecniche, specialmente in contesti all’aperto con condizioni meteorologiche imprevedibili, possono rendere rischiose le esibizioni dal vivo.

La priorità spesso è garantire un’esperienza impeccabile sia per i partecipanti dal vivo che per milioni di spettatori a casa.

Nonostante questo, c’è da dire che, quando un artista viene celebrato per essersi esibito dal vivo in circostanze difficili, e poi non lo fa, potrebbe risultare deludente.