C’è una svolta nel caso di Candido Montini, il 76enne trovato morto all’interno della sua abitazione di Catasco di Garzeno, in provincia di Como, la mattina del 25 settembre scorso: dopo settimane di indagini e test del Dna a tappeto sui residenti, nelle scorse ore gli inquirenti hanno fermato con l’accusa di omicidio volontario un 17enne. Ad incastrarlo una traccia biologica. Il giovane, però, si sarebbe proclamato innocente. Da chiarire se davvero sia stato lui ad uccidere l’anziano e il movente.
Svolta nel giallo di Garzeno: 17enne fermato con l’accusa di aver ucciso l’ex vicesindaco Candido Montini
Stando a quanto ricostruito finora, Candido Montini, 76 anni, sarebbe stato accoltellato tra l’addome e il collo dopo essere stato sorpreso in casa ed aver provato a difendersi. I fatti risalgono al 24 settembre. Il corpo dell’ex vicesindaco era stato trovato senza vita solo la mattina successiva da un vicino che, preoccupato per la mancata apertura del suo alimentari, aveva deciso di raggiungerlo.
Dieci giorni più tardi, lungo una strada non lontana dalla sua abitazione, gli investigatori avevano rinvenuto l’arma del delitto, che era stata subito inviata ai laboratori scientifici del Ris per analisi e accertamenti vari.
Poche ore fa, la svolta: dopo aver proceduto con il prelievo a tappeto del Dna dei residenti di Catasco – in modo simile a quanto già fatto nei casi di Yara Gambirasio e Sharon Verzeni – i carabinieri hanno tratto in arresto, con l’accusa di omicidio volontario, un 17enne del posto che negli scorsi giorni era stato ascoltato come persona informata dei fatti.
Verifiche sull’alibi fornito dalla nonna dell’indagato, che si proclama innocente
“Il nonno era fratello del mio papà, di nostro papà”, ha dichiarato il fratello di Candido Montini ai microfoni de La Vita in Diretta. Aggiungendo di non riuscire a spiegarsi perché il giovane possa essere arrivato a tanto. Una traccia biologica lo collocherebbe sulla scena del crimine.
Interrogato in presenza del suo avvocato difensore, per il momento il giovane si sarebbe però proclamato innocente, negando ogni addebito. La nonna gli avrebbe anche fornito un alibi, sostenendo che il 24 settembre – nel presunto orario del delitto (tra il pranzo e il primo pomeriggio) – stesse frequentando una lezione di guida per la moto.
Versione che cozzerebbe con le immagini di una videocamera di sorveglianza che lo avrebbe ripreso mentre si allontana da casa del 76enne proprio qualche istante dopo l’accoltellamento. È stato davvero lui a compierlo? Se sì, qual era il suo movente? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui bisognerà rispondere.
Tra le ipotesi, secondo Il Corriere della Sera, quella che sia entrato nell’abitazione dell’anziano per rubare (senza sapere che non possedeva alcun oggetto di particolare valore, come rivelato dalla sua collaboratrice domestica) e che, venendo sorpreso, abbia reagito colpendolo, per metterlo a tacere.
Cosa sappiamo del giovane e della vittima
Sembra che il 17enne avesse da poco abbandonato gli studi, iniziando a lavorare per una falegnameria per mettere da parte qualche soldo. “Abbiamo le mani pulite”, avrebbero dichiarato i suoi familiari al Corriere della Sera, dicendosi in pratica convinti della sua estraneità ai fatti.
La comunità locale, che conta poco più di 100 abitanti, è sconvolta. Lì tutti conoscono tutti. Tutti conoscevano Candido Montini: non solo per la sua attività commerciale, ma anche per il suo passato politico, avendo ricoperto prima il ruolo di vicesindaco e poi quello di consigliere per il piccolo Comune di Garzeno.
“Era un uomo buono e disponibile“, dicono in molti. Ciò che sperano è che sulla sua morte venga fatta pienamente luce. L’arresto di oggi segna, in tal senso, una tappa importante: quella che potrebbe permettere agli inquirenti di chiudere finalmente il cerchio.