Tra due settimane, gli americani si recheranno alle urne per le elezioni. Il 5 novembre, gli aventi diritto al voto negli Stati Uniti non solo sceglieranno il prossimo presidente e vicepresidente ma rinnoveranno anche tutti i 435 seggi della Camera dei rappresentanti e 34 dei 100 seggi del Senato. Inoltre, nello stesso giorno, diversi stati voteranno per i governatori e per altre cariche locali.

Gli sguardi della comunità internazionale sono rivolti all’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca, tuttavia, anche la composizione delle Camere è di vitale importanza per il prossimo presidente affinché possa realizzare il proprio programma politico. Secondo le previsioni, il Partito democratico rischia di non raggiungere la maggioranza alla Camera alta ma per quella bassa i segnali sono più incoraggianti.

Se gli americani consegnassero la vittoria a Kamala Harris, sarebbe un momento storico, dato che diventerebbe la prima donna presidente nella storia degli Usa. Senza la maggioranza al Senato, però, l’amministrazione Harris sarebbe costretta a rivedere i propri piani già dal primo giorno.

I democratici di Kamala Harris rischiano di non avere la maggioranza al Senato

Le campagne elettorali di Kamala Harris e Donald Trump sono entrate nelle ultime due settimane. Ogni giorno sarà sempre più decisivo per i due avversari. La gara è serrata: nessuno dei due candidati è riuscito ad assicurarsi la certezza della vittoria. Al contrario, il giorno delle elezioni si combatterà fino all’ultimo voto. Il 5 novembre si apriranno altre sfide che determineranno l’equilibrio dei poteri per i prossimi anni.

La situazione è diversa per le elezioni delle Camere. Sicuramente, le elezioni al Senato saranno da tenere d’occhio. Un terzo dei seggi della Camera alta viene rinnovato ogni due anni. Attualmente, i democratici mantengono la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, mentre i repubblicani controllano il Senato. Gli analisti prevedono una vittoria dei repubblicani nelle elezioni per la Camera alta.

Nel 2024, insieme alle elezioni presidenziali, saranno rinnovati 34 seggi del Senato. Undici di queste competizioni, in particolare quelle riguardanti seggi attualmente occupati dai democratici, sono considerate in bilico in quanto i candidati democratici non sono favoriti per la vittoria finale.

Cosa comporta non avere la maggioranza al Senato per Harris?

Se Harris vincesse le presidenziali senza ottenere la maggioranza al Senato, sarebbe la prima presidente dal 1988, ovvero dai tempi di George H. W. Bush, ad iniziare il suo mandato senza il controllo della Camera alta. La sua presidenza sarebbe inizialmente caratterizzata da una promessa di leadership con poco margine di manovra per promuovere le proprie ambizioni legislative.

Il Senato detiene un importante potere di conferma delle nomine presidenziali per cariche elevate, come i giudici della Corte Suprema. Con una maggioranza repubblicana al Senato, dopo un’eventuale elezione, Harris potrebbe trovarsi fin da subito di fronte a scelte che potrebbero limitare l’influenza della sua amministrazione. Di conseguenza, potrebbe dover trovare un modo per nominare un gabinetto a sua immagine o, in caso di respingimento, essere costretta a modificare i suoi piani.

Il partito che controlla il Congresso detiene poteri significativi, come la capacità di approvare le leggi, e questo potrebbe ostacolare l’agenda del prossimo presidente. Sebbene in alcuni casi il presidente abbia il potere di prendere decisioni autonomamente, Harris ha individuato due priorità principali: la politica fiscale e i finanziamenti governativi. Per riuscire a realizzare le sue riforme, potrebbe dover accettare compromessi, il che potrebbe anche costringerla ad abbandonare alcune delle battaglie che hanno rafforzato il consenso intorno alle sue politiche, come quella sul diritto all’aborto.

Secondo alcuni analisti, per Harris non sarebbe facile raggiungere accordi. Tuttavia, gli alleati democratici sperano in una possibile frattura all’interno del Partito repubblicano dopo un’eventuale seconda sconfitta di Trump. In tal caso, l’amministrazione Harris potrebbe avere una possibilità di persuadere alcuni membri del partito avversario.

Gli ultimi sondaggi

Trump e Harris continuano la loro gara per la Casa Bianca. Secondo i sondaggi nazionali di 538/ABC News del 21 ottobre, la candidata democratica avrebbe il 48 per cento dei consensi contro il 46 per cento di Trump. Questo indica, a due settimane dal voto, che nessuno dei due candidati avrà una vittoria schiacciante, ma i pochi stati che non votano in modo predominante per un partito specifico faranno la differenza. Questi elettori valuteranno il candidato e il suo programma. I principali temi decisivi saranno l’economia, la salute riproduttiva e il conflitto in Medio Oriente.