Migranti in Albania, tanto rumore per nulla e tutto torna a posto. O quasi. In fretta e furia, il Consiglio dei ministri, dopo una riunione durata l’intero pomeriggio, alla fine ha firmato e approvato un decreto legge sui migranti. L’ennesimo. In tutto questo il Guardiasigilli Nordio va contro i magistrati.

Il provvedimento messo in atto dai ministri darà la possibilità di rendere norma primaria soprattutto l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio. E, da adesso, e grazie a questo decreto, non sarà più una scelta secondaria come diceva il decreto del ministro degli Esteri con cui fino all’approvazione di questo decreto veniva aggiornato l’elenco dei paesi.

Per molti una toppa, per altri un modo per far funzionare al meglio e senza intoppi o decisioni dell’ultima ora, il Modello Albania. In effetti, subito dopo lo stop da parte dei magistrati romani, che aveva fatto rimpatriare i migranti che erano stati inviati in Albania e che aveva messo in crisi il “nuovo modello”, il Premier Meloni aveva assicurato che si sarebbe posto rimedio a quel tipo di situazione. E così è stato.

Migranti in Albania, Nordio contro i magistrati: “La sentenza della Corte Europea non è stata capita dai nostri…”

Era un decreto legge sul quale il Governo stava lavorando, soprattutto per quel che riguardava la lista e l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio dei migranti. In sostanza con questa aggiunta (modifica?) sui paesi sicuri per il rimpatrio il governo ha in qualche modo blindato i centri che sono stati costruiti per lo smistamento dei migranti in Albania. Gli hotspot, insomma, ora potranno funzionare senza che nessuno possa dire o fare qualcosa per bloccarli.

Così, grazie a questo decreto ad hoc, il governo potrà proseguire nella sua nuovo forma di trovare una soluzione alla questione dei migranti che arrivano in Italia. L’obiettivo di rendere questa norma “primaria”, come ha spiegato il ministro dell’Interno Piantedosi, darà “l’indicazione dell’elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22: abbiamo tenuto conto dell’integrità territoriale ed escluso Camerun, Colombia e Nigeria“.

Tutto finito? Per il momento sì, anche se c’è da scommetterci che dall’Europa o parte di essa, potrebbe arrivare qualche osservazione contraria, soprattutto se si intenderà andare avanti con la procedura d’infrazione presentata da alcuni partiti dell’opposizione.

Quello che ha fatto un po’ sollevare le polemiche, soprattutto tra i magistrati, che in questi giorni sono piuttosto sul chi va là, sono state le parole del Ministro della Giustizia Nordio che, mentre cercava di spiegare il decreto e cosa ha portato il Governo ad adottare questa decisione, ha dato più di una semplice frecciatina ai magistrati, soprattutto romani, ovvero quelli che avevano bloccato il “Modello Albania”, con il rimpatrio dei 12 migranti che erano stati mandati nei nuovi centri ma subito rimpatriati.

Mentre cercava di spiegare ,il Guardasigilli afferma che “siamo arrivati a questo punto a seguito di una sentenza della Corte di giustizia europea che non è stata ben compresa: la sentenza è molto complessa e articolata e anche scritta in francese, probabilmente non è stata ben compresa o ben letta”.

Ecco l’elenco dei nuovi paesi sicuri per rimpatriare i migranti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sui migranti e i due ministri presenti, Interno Piantedosi e Giustizia Nordio, hanno spiegato su grandi linee cosa avessero deciso, firmato e approvato. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha spiegato e sottolineato che il decreto approvato diventa “fonte primaria l’indicazione dell’elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22“.

Il nuovo provvedimento aggiorna la lista dei paesi sicuri dove si potranno rimpatriare i migranti e ribadisce che la lista dei 22 iniziali scendono a 19 paesi sicuri, togliendo dalla famosa lista i pasi come il Camerun, la Colombia e la Nigeria.

La lista completa dei 19 Paesi che vengono considerati “sicuri” sono, sempre secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea (art. 2bis del decreto legislativo 25/2008) e grazie alle informazioni di organizzazioni internazionali, i seguenti: Albania; Algeria; Bangladesh (aggiornato); Bosnia-Erzegovina; Capo Verde; Costa d’Avorio; Egitto (aggiornato); Gambia; Georgia; Ghana; Kosovo; Macedonia del Nord; Marocco; Montenegro; Perù; Senegal; Serbia; Sri Lanka; Tunisia.