Per il dizionario Treccani, il termine ‘disastro’ indica “una grave sciagura che provoca danni di vaste proporzioni“. Oppure “un fatto che di per sé non sarebbe una calamità, ma che comunque è causa di gravi perdite o danni, anche economici“. O, ancora, “un completo fallimento“. Tutte definizioni che sembrano tristemente adatte a raccontare la storia distributiva di Joker 2” (“Joker: Folie à Deux“), blockbuster annunciato rivelatosi un flop catastrofico, certificato oggi, 21 ottobre 2024, dall’uscita in Cina.

L’arrivo nelle sale cinesi ha visto, infatti, la pellicola diretta da Todd Phillips superata addirittura dalla re-release di “Harry Potter e la Camera dei Segreti, secondo capitolo della saga dedicata al giovane mago creato da J.K. Rowling. Detta in altri termini: il pubblico cinese ha preferito andare a rivedere un film uscito la bellezza di 22 anni fa e passato innumerevoli volte in tv e in streaming, piuttosto che il sequel con Joaquin Phoenix e Lady Gaga.

Una debacle in piena regola, con il Joker della coppia Phillips-Phoenix che sembra essere caduto vittima della sua stessa gloria. Un film d’autore, l’originale del 2019, che la Warner Bros. ha trattato come l’ennesima proprietà intellettuale da sfruttare fino all’osso, forse perché ormai incapace – come il resto di Hollywood – di valorizzare, promuovere e ‘vendere’ film simili.

Harry Potter vs. Joker: il mago della Rowling certifica il flop in Cina

Joaquin Phoenix e Lady Gaga in una scena di “Joker: Folie à Deux”.

Al momento, l’incasso globale di “Joker: Folie à Deux” si aggira intorno ai 191 milioni di dollari, pari più o meno alla cifra spesa per realizzare il film esclusi, però, i costi delle campagne di marketing che, oggi, hanno un valore quasi paragonabile ai budget di produzione per blockbuster di questa portata.

Siamo ben lontani, dunque, da un pareggio che, a più di due settimane dall’uscita nelle sale, resterà una chimera per i suoi realizzatori e per la Warner Bros. che lo ha prodotto. Anche l’ultima speranza, riposta nel mercato cinese, è naufragata nel weekend appena trascorso.

Il film di Todd Phillips era, infatti, l’uscita di punta dell’ultimo fine settimana in uno dei mercati cinematografici economicamente più rilevanti del globo. Per il sequel era stata preparata un’uscita spalmata su cinque giorni, in modo da massimizzare i profitti, ma l’esito di questa strategia non ha fatto altro che certificare la sciagura emersa nelle settimane precedenti.

La pellicola, infatti, è stata addirittura sconfitta dal secondo capitolo della saga di Harry Potter (“Harry Potter e la Camera dei Segreti“), riproposto nelle sale cinesi proprio lo scorso weekend.

Mentre “Joker 2” ha incassato, infatti, 5.9 milioni di dollari nei suoi cinque giorni di programmazione, il ‘maghetto’ interpretato da Daniel Radcliffe ha totalizzato 4,6 milioni in soli tre giorni, con una media giornaliera che vede, così, un netto vantaggio per quest’ultimo: 1,53 milioni contro 1,18.

Joaquin Phoenix e Todd Phillips fuori controllo ma il flop ha ragioni più profonde

Phoenix e Phillips
Joaquin Phoenix e Todd Phillips sul set di “Joker: Folie à Deux”.

Gli spettatori cinematografici cinesi devono aver letto, del resto la vera e propria pioggia di recensioni negative che hanno accolto la pellicola: tanto il primo capitolo era stato acclamato da pubblico e dalla critica, quanto questo secondo viene disprezzato.

Un astio che potrebbe essere il risultato di una produzione raccontata come decisamente caotica e priva di quel controllo che, in genere, caratterizza film di questa portata.

L’Hollywood reporter, con un articolo firmato da Pamela McClintock e Aaron Couch, descrive, infatti, la lavorazione come una ‘fiera delle vanità’ con al centro Phillips e Phoenix. Stando al report, i due non sarebbero stati convinti dell’idea di fare un sequel. Tuttavia, ‘costretti’ a realizzarlo dallo Studio, ansioso di replicare gli incassi straordinari del primo capitolo, avrebbero dato libero sfogo alle loro idee sul personaggio e sulla piega da far prendere alla pellicola. Tutto questo senza alcuna supervisione da parte della Warner, ‘in debito’ con Phillips per gli incassi stellari del primo film e per la trilogia di “Una notte da leoni“.

Una ricostruzione in qualche modo avvalorata da un commento apparso sui social da parte di James Gunn, il responsabile, insieme con Peter Safran, dei DC Studios. Il regista de “I Guardiani della Galassia” e del futuro film su Superman, a un utente che gli chiedeva perché all’inizio di “Joker: Folie à Deux” non comparisse proprio il logo Dc, ha risposto seccamente:

“Perché non è un film dei DC Studios“.

Tuttavia, l’idea che una Major della portata della Warner Bros. lasci completa carta bianca a un regista su un progetto di oltre 200 milioni di dollari appare quantomeno improbabile, sebbene sia praticamente certo che non tutto è andato come avrebbe dovuto nelle ‘stanze dei bottoni’.

I commenti al sequel parlano di un film che non aggiunge nulla alle tematiche trattate nel precedente capitolo, se non forse una riflessione ‘meta’ sul rapporto tra il successo di quel film e del suo protagonista e i suoi spettatori. Riflessione, peraltro, indigesta a molti, a quanto pare.

Ecco, dunque, che il problema di “Joker: Folie à Deux” sembra risiedere nelle aspettative del pubblico, nel modo in cui gli Studios le assecondano e manipolano e in come si inserisca, in tutto questo, la libera espressione di un autore.

Il primo “Joker” aveva sorpreso pubblico e critica per la sua doppia natura di ‘cinecomics d’autore’, capace di unire cioè il genere popolare per eccellenza del 21° secolo e i toni adulti ereditati da Martin Scorsese con i suoi debiti espliciti (al limite del plagio…) da “Taxi driver” e “Re per una notte“.

Probabilmente, Todd Phillips e Joaquin Phoenix hanno voluto, con il suo successore, fare la stessa cosa: fornire il proprio punto di vista provocatorio sul personaggio. Ma è difficile promuovere e ‘vendere’ un film simile, in tempi di universi espansi con personaggi ai quali il pubblico è già affezionato che ritornano ancora e ancora. Di conseguenza, lo Studio ha puntato sulla narrazione del semplice sequel, enfatizzando la continuità e non le differenze rispetto alla pellicola del 2019. E ottenendo in risposta non la gloria ma solo delusione e rabbia.