Un Governo preda di una crisi di nervi e insofferente al dissenso. E’ l’analisi dell’ex magistrato antimafia e politico Antonio Ingroia in relazione allo scontro sulla giustizia in corso in questi giorni tra il centrodestra e la magistratura. Uno scontro che sta vivendo, in queste ore, momenti di altissima tensione con accuse reciproche di attacchi e complotti.

Due i fatti che hanno portato la tensione alle stelle: la sentenza del Tribunale di Roma con cui si è disposto il rientro in Italia dei 12 migranti trasferiti a inizio della scorsa settimana negli hotspot italiani in Albania, giudicata una sentenza contro l’esecutivo e la mail pubblicata ieri – domenica 20 ottobre – dal quotidiano “Il Tempo” del sostituto procuratore della Corte di Cassazione, Marco Patarnello che chiamava in causa in prima persona la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e polemicamente rilanciata da quest’ultima sui suoi canali social, facendo esplodere il caso politico.

Del caso migranti in Albania e in generale dei rapporti mai così tesi tra Governo e giudici, Tag24.it ne ha parlato in esclusiva con l’ex magistrato antimafia.

Patarnello su Meloni, Ingroia: “Esercizio legittimo di opinioni, ma con Berlusconi fu massimo livello scontro”

D: Cosa pensa della polemica scaturita dalla pubblicazione di una mail del giudice Marco Patarnello poi rilanciata sui social dalla presidente Giorgia Meloni?

R: Penso che siamo in un clima di sempre minore tolleranza al dissenso e al libero esercizio del diritto di critica politica, anche da parte dei magistrati che hanno il diritto di partecipare al dibattito politico sui temi che lo riguardano. L’importante è che siano imparziali dal momento in cui decidono e svolgono la loro funzione e amministrano la giustizia.

D: Condivide il contenuto della mail di Patarnello?

R: La ritengo un esercizio legittimo di opinioni. Nella mail ci sono delle considerazioni che si possono in parte condividere, in parte no. Francamente non mi sento di condividere che l’attacco nei confronti dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura del governo Meloni sia ai livelli di quelli del governo Berlusconi. Sicuramente con Berlusconi si è giunti al livello massimo di attacco nei confronti dell’autonomia e della dipendenza dei giudici. La verità è che la magistratura oggi ha meno sostegno da parte dell’opinione pubblica di quanto non avesse allora.

“Meloni? Rilanciare la mail sui social un segnale di intolleranza”

D: E cosa pensa invece della scelta della Premier di rilanciare i contenuti del messaggio del giudice?

R: Mi pare che francamente un segnale di intolleranza che il Presidente del Consiglio si vada a preoccupare di una mail di un magistrato all’interno di un dibattito fra magistrati, mi pare francamente un po’ troppo. Credo che bisogna tornare ognuno nel loro ruolo.

Caso Albania, Ingroia: “Nessun complotto, i giudici hanno applicato le leggi”

D: Tutto nasce dal cosiddetto ‘Caso migranti in Albania’ e dalla sentenza del Tribunale di Roma che ha disposto il rientro in Italia dei 12 migranti trasferiti nei centri di accoglienza italiani in Albania.

R: Non mi pare, contrariamente a quanto dice il ministro Nordio, che la magistratura stia esondando dai propri poteri. La decisione del Tribunale di Roma ha applicato un principio di legge ritenendo di dover applicare in maniera più che legittima la gerarchia delle fonti rispetto alla quale atti e principi europei prevalgono sulla legislazione nazionale, questo è il sistema.

L’ex magistrato antimafia: “Governo Meloni sull’orlo di una crisi di nervi”

D: Quindi non è stata una sentenza contro il Governo e non c’è un complotto contro il Governo?

R: Assolutamente no, semmai mi pare un Governo sull’orlo di una crisi di nervi, con questa continua suscettibilità per ogni pronuncia che viene che viene emessa. I provvedimenti possono essere sbagliati, possono essere impugnati, il ministro Piantedosi, infatti, ha annunciato l’impugnazione ed è questa la linea istituzionale più corretta: se non si condivide un provvedimento giudiziale che si ritiene non corretto, si impugna e si attende l’esito del giudizio successivo, piuttosto che fare a braccio di ferro, forzature, minacce politiche di vario genere, non mi pare che sia questa la soluzione.

“Nordio ha fallito il suo compito di collegamento tra Governo e Giustizia”

D: Lei prima ha citato il ministro Nordio, le opposizioni hanno chiesto le sue dimissioni dopo queste dichiarazioni contro questa sentenza, secondo lei il ministro dovrebbe dimettersi?

R: Questa è una valutazione che dovrebbe fare il ministro e il suo Governo. Il punto è che il Ministro della Giustizia più volte, ripetutamente rispetto a casi diversi, si è posto in contrapposizione con la magistratura, quando invece il Ministro della Giustizia dovrebbe essere il ponte di collegamento fra la politica e il mondo della giustizia.

D: Ha fallito il suo ruolo di mediazione tra Governo e Giustizia?

R: Direi totalmente, ma forse neanche l’ha mai voluto svolgere questo ruolo di mediazione, invece ha voluto svolgere un ruolo di contrapposizione, non mi pare il modo migliore per svolgere il ruolo di Ministro della Giustizia.

Ingroia: “Comportamento di Salvini ai limiti dell’eversione”

D: Il ministro Salvini ha chiamato alla mobilitazione contro le ‘toghe politicizzate’. Cosa ne pensa?

R: Penso che un comportamento del genere da parte di un Ministro sia ai limiti dell’eversione. È un comportamento quasi eversivo. Aizzare tutta una parte politica e la sua base elettorale contro un’istituzione, può farlo un leader politico, non credo possa e debba farlo un Ministro della Repubblica.

D: La magistratura è finita nel mirino nelle ultime settimane anche per un’altra questione, quella relativa ai presunti casi di dossieraggio nei confronti della Premier e di altri esponenti di centrodestra. In una recente intervista rilasciata a Tag24.it l’ex magistrato Luca Palamara ha parlato di ‘cordate di magistrati, politici e uomini dell’intelligence’ che farebbero trapelare notizie riservate per far cadere e mettere in difficoltà personaggi scomodi in base alla sua esperienza, cosa pensa di questa affermazione?

R: L’unica cosa che i sentirei di escludere è che ci sono cordate, la parola ‘cordata’ credo sia impropria. Diciamo che ci sono casi di infedeltà e illegalità da parte di uomini dello Stato, a volte sono magistrati, a volte sono funzionari di polizia, investigatori che fanno filtrare notizie che poi vengono magari utilizzate da giornalisti, parti politiche. Questo è un gioco al massacro diffuso, ma non bisogna vedere dietro complotti.

Ingroia: “E’ evidente che ci sia un attacco alla magistratura”

D: Alla fine secondo lei c’è un attacco alla magistratura?

R: Assolutamente sì, direi che è evidente. C’è un attacco alla magistratura e c’è un attacco anche ai diritti dei cittadini, perché con una magistratura più debole, meno autonoma e meno indipendente, alla fine quelli che ne pagano le conseguenze non sono solo i magistrati, ma sono soprattutto i cittadini che nella magistratura devono avere un presidio di tutela dei loro diritti

D: L’eventuale delegittimazione del ruolo della magistratura può avere dei risvolti pericolosi anche in altri ambiti, come può essere la lotta alla criminalità organizzata?

R: Non c’è dubbio, è evidente che l’indebolimento dell’azione di tutta la legalità affidata alla magistratura ha come effetto obiettivo l’indebolimento dell’azione giudiziaria e quindi il rafforzamento dei poteri criminali.