Le riforme dell’esecutivo sulla giustizia vanno bene, ma potrebbero ancora andare meglio: e non serve a nulla che ci sia uno scontro governo-magistratura senza che esista un minimo rispetto fra le parti.
E’ con queste parole che si può sintetizzare ciò che oggi 21 ottobre 2024 Ettore Rosato di Azione ha espresso poco fuori Montecitorio. Un commento dovuto alla luce di quanto sta accadendo a causa del rimpatrio dei migranti dai Cpr che il governo aveva fortissimamente voluto in Albania.
Una mail di un procuratore della Corte di Cassazione ha poi ulteriormente alzato i toni, con tanti esponenti di Fratelli d’Italia che adombrano un attacco delle “toghe rosse” contro il governo. Rosato crede che separando le carriere dei giudici non servirà a risolvere questo scontro.
Rosato (Azione) sullo scontro fra governo e magistratura: “La separazione delle carriere dei giudici non serve a nulla”
Tutti, specialmente a destra, che parlano di “rispetto” e di “indebita invasione di campo”, con Anm che invece chiede ancora una volta ai politici di abbassare i toni. Non serve a molto, considerando che Lega e FdI sono più che interessate a sostenere lo scontro specie riguardo un argomento tanto sensibile come l’immigrazione.
Lo scontro fra governo e magistratura continua ancora e Azione cerca di porsi a metà strada fra critica e difesa ad oltranza della magistratura. Ettore Rosato ha chiesto che da un lato e dall’altro (cioè politici e giudici) ci sia più rispetto per le rispettive figure, senza additare all’intera categoria le uscite poco felici di qualche suo esponente.
Sta tutto qui la corretta interpretazione, secondo Rosato, del principio della separazione dei poteri: c’è tutto un mondo di “galateo istituzionale” che in questi giorni sembra essersi perso fra chi ritiene i giudici compatti contro l’attuale governo e chi invece ritiene problematico che il governo dia il proprio indirizzo di lavoro alla magistratura.
Secondo Rosato:
La separazione dei poteri corrisponde anche al rispetto dei poteri e ognuno deve fare la propria parte nella consapevolezza che ci vuole rispetto reciproco. La magistratura deve avere rispetto del potere esecutivo e altrettanto ci vuole da parte del potere esecutivo. E’ messo in discussione il rapporto fra singoli: c’è qualche magistrato che esula dal proprio spazio di lavoro e c’è qualche politico che generalizza sulla magistratura.
L’esponente di Azione però chiede anche un cambio di passo da parte del governo, che anche sulla giustizia (dopo l’ultima manovra di bilancio) avrebbe puntato troppo sugli annunci ad effetto invece che su azioni davvero concrete:
Non cambierà nulla: la separazione delle carriere non otterrà un effetto su queste vicende, ci vorrebbe un maggior senso di responsabilità per il presupposto di un paese che va avanti se le istituzioni collaborano. Non è che con la separazione delle carriere, che per altro noi sosteniamo, otteniamo qualcosa: noi abbiamo votato alcune delle riforme che questo governo ha portato sulla giustizia, dopo di che mi sembra che ci siano troppi annunci e pochi fatti concreti.
Rosato: “Inutile che le opposizioni chiedano sempre le dimissioni dei ministri”
La linea di Azione si è sempre contraddistinta come garantista, ma allo stesso tempo Rosato ha voluto puntualizzare che non è possibile per l’attuale governo indicare a piacimento la magistratura come un qualcosa di avulso dalla vita democratica di un paese.
Le parole di Rosato non giustificano di certo un’eventuale azione dei magistrati contro il governo, ma gran parte della battaglia dialettica fra opposizioni e maggioranza si gioca proprio su questo punto. Quando definire “contro” l’attività di un magistrato? Di certo non quando di rifà a precedenti sentenze sia italiane che europee.
L’esponente di Azione stigmatizza infine la tendenza di chi si trova al di fuori del governo di chiedere continuamente le dimissioni di chi trova invece a governare. E’ accaduto in passato con Daniela Santanché e Gennaro Sangiuliano (poi effettivamente dimessosi), più di recente con Matteo Salvini, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.
Tutti, chi più chi meno (esclusa appunto la vicenda giudiziaria che riguarda Santanché e Sangiuliano), accusati di non saper svolgere il proprio lavoro. Rosato critica questo continuo urlare alle dimissioni da parte delle opposizioni:
Io credo che parte delle opposizioni abbia chiesto le dimissioni di tutti i ministri uno per settimana, quindi entriamo nella casistica.
Perché governo e magistratura sono ai ferri corti?
Negli ultimi anni i governi italiani si sono sempre caratterizzati per momenti di forte tensione con la magistratura. Senza citare per forza i diversi governi di Silvio Berlusconi e i suoi tentativi di legge definiti ad personam, anche nei governi cosiddetti tecnici o con una forte componente di sinistra (cioè il PD) c’è stata la tendenza a non considerare adeguatamente le rimostranze dei magistrati.
C’entrano ovviamente carenze di organico, scarsa copertura territoriale da parte di diversi tribunali, scarsa familiarità con la digitalizzazione (alcuni di questi sono obiettivi del PNRR), ma anche quell’insofferenza che la classe politica mostra nei confronti di eventuali controlli più stretti non soltanto da parte dei cittadini ma anche dei giudici.
La cifra stilistica dell’attuale governo, però, è la continua ricerca di un capro espiatorio nei confronti di indirizzi politici o di decisioni che non ottengono i risultati sperati. Il ministro per le Imprese ed il Made in Italy Adolfo Urso, ad esempio, si lanciò l’estate scorsa contro i cosiddetti “speculatori” che artatamente alzavano il prezzo del carburante, senza però specificare chi fossero o come ottenessero ciò.
Da FdI in questi giorni sono arrivati, in maniera similare, critiche e forti lamentele per una mail che il sostituto procuratore della Corte di Cassazione Marco Patarnello avrebbe inviato ad alcuni suoi colleghi, indicando che l’azione della premier Giorgia Meloni sarebbe tanto più pericolosa perché non mossa da interessi personali (come accadeva in passato con Berlusconi).
La mail era finita nelle mani de Il Tempo, che pubblicandola ha ottenuto anche l’interessato retweet di Meloni, che ha additato Patarnello come “esponente di Magistratura Democratica”: da qui l’allarme di invasione indebita di campo da parte della magistratura.