La data di oggi segna l’inizio di un lungo processo per la Moldavia per diventare un membro effettivo dell’Unione Europea. Con la vittoria del sì nel referendum con il 50,4% dei voti i cittadini hanno espresso la loro volontà di portare il Paese nell’Ue ma sono ancora tante le politiche da mettere in atto e la guerra in corso in Ucraina, a pochi kilometri dal confine est moldavo, rischia di rallentare ulteriormente il processo di integrazione.

Non bisogna poi dimenticare la questione Transnistria. Lo Stato ‘de facto’ è abitato per la maggior parte da persone di origine russa e non si esclude che possa chiedere nei prossimi mesi l’indipendenza. In questo momento sul territorio moldavo ci sono oltre 1500 soldati russi.

Cosa manca alla Moldavia per entrare nell’Ue

Sono passati oltre due anni da quando la Moldavia ha presentato domanda a Bruxelles per entrare a far parte dell’Ue. Era il 2 marzo 2022 e la guerra in Ucraina era scoppiata da pochi giorni, la presidente moldava Maia Sandu ha temuto che la Russia potesse puntare a una destabilizzazione o un’invasione da parte delle truppe russe del suo Stato. La paura ha accelerato i rapporti tra Bruxelles e Chisinau e dopo oltre due anni si è tenuto il referendum per l’adesione all’Ue assieme alle elezioni presidenziali.

Vince il sì ma di misura. La Russia ha cercato, secondo la stampa moldava, di pilotare il voto per continuare a mantenere un controllo sullo Stato almeno fino alla fine del conflitto. Nel corso delle presidenziali si sono presentati diversi candidati legati a Mosca contro la presidente europeista e liberale Maia Sandu.

Adesso che il referendum è stato vinto la Moldavia dovrà accogliere una serie di diritti e adempiere doveri richiesti da Bruxelles (acquis) per diventare uno Stato membro. Gli attuali capitoli negoziali sono 35 e spaziano dalla libertà di circolazione delle merci fino alle disposizioni sulla politica estera.

L’acquis e le prossime sfide della Moldavia

A oggi il processo di integrazione della Moldavia è in alto mare. Il capitolo riguardante le politiche ambientali è stato etichettato come ‘totalmente incompatibile con l’acquis‘ e sarà oggetto di grande lavoro da parte del Parlamento di Chisinau nei prossimi mesi. Quattro capitoli (libertà di circolazione delle merci, proprietà intellettuale, competitività e controlli finanziari) risultano difficili da applicare. 12 voci necessiteranno di ‘notevoli sforzi‘ per adeguarsi alle richieste Ue. Sono cinque i capitoli etichettati come ‘Necessari ulteriori sforzi’, per altri 10 non ci saranno difficoltà.

Sono stati effettuati finora 5 screening su 33 e di questo solo uno è stato completato nei fatti – quello sulla magistratura e i diritti fondamentali lo scorso 17 ottobre.

C’è una data per l’ingresso della Moldavia nell’Ue?

Sono troppi i capitoli dell’acquis ai quali dovrà conformarsi la Moldavia e il momento storico che viviamo potrebbe rallentare ulteriormente l’allargamento dell’Ue a est. La guerra in Ucraina coinvolge anche Chisinau e fino alla fine del conflitto molti adattamenti della legge moldava agli standard europei potrebbero non arrivare.

Al momento non esiste ancora una data per l’ingresso della Moldavia all’interno dell’Ue come membro a tutti gli effetti. Idealmente il processo potrebbe completarsi nel giro di sei anni portando l’ingresso di Chisinau nel prossimo decennio.

Resta per ora irrisolta la questione Transnistria. Lo Stato a riconoscimento limitato e a maggioranza russa costituisce un limite rispetto a una piena integrazione. Non si esclude che la Transnistria potrebbe diventare un nuovo confine caldo per l’Unione Europea.

A questo si aggiunge anche l’influenza russa su una parte del Paese che potrebbe portare a futuri disordini o destabilizzazioni. La prossima data da segnare sul calendario è il 3 novembre 2024 quando si terrà il secondo turno delle presidenziali. L’attuale capo di Stato Maia Sandu potrebbe essere riconfermata per un secondo mandato. La sola riconferma dell’attuale presidente potrebbe essere un passo in avanti fondamentale per l’integrazione nell’Ue.

La reazione russa al voto in Moldavia: “Sandu porti le prove dell’interferenza”

Il portavoce del Cremlino Peskov ha negato ogni possibile interferenza di Mosca sulle elezioni svoltesi nella giornata di ieri in Moldavia. Peskov ha detto che Sandu ha tantissimi oppositori riferendosi ai sedici candidati presenti alle elezioni presidenziali. Il portavoce del Cremlino ‘rigira la frittata’ accusando l’attuale capo di Stato moldavo di voler censurare gli altri candidati:

“All’interno di una campagna elettorale non libera, dell’incapacità delle forze di opposizione di impegnarsi in qualsiasi tipo di campagna o processo elettorale, della loro persecuzione, incarcerazione, interrogatorio e negazione dell’ammissione nel paese, chiusure di mezzi di informazione, blocco delle risorse Internet e così via, persino nel mezzo di questa campagna elettorale non libera, vediamo quante persone si oppongono all’ideologia del presidente in carica Sandu.

Peskov ha infine invitato la presidente a portare le prove che Mosca abbia interferito con le elezioni.