Pareri mai banali e posizioni mai scontate quelle portate avanti da Dino Giarrusso. L’ex giornalista delle Iene ed europarlamentare del M5S conosce bene i meccanismi e i momenti in cui i politici, italiani e non, discutono degli argomenti che al momento occupano il dibattito pubblico.
Non ci sono solo le forti precipitazioni che hanno colpito Liguria ed Emilia-Romagna, che riportano in auge il cambiamento climatico, ma anche le imminenti elezioni presidenziali negli USA di cui Giarrusso parla col solito tono accesso e sopra le righe.
L’argomento del giorno però è senza dubbio sui migranti mandati e poi tornati dopo pochissimo tempo nel Cpr in Albania: una situazione che Giarrusso ritiene frutto della decisione improvvida del governo di non attenersi alle sentenze europee (che pure erano conosciute). Inutile quindi attaccare i giudici che svolgono soltanto il proprio lavoro.
Un muro contro muro che porta sia la magistratura sia il l’attuale governo di centrodestra a mettere in pausa (o in definitiva sospensione) ogni tentativo di colloquio, con l’accusa del secondo di indebiti sconfinamenti di campo.
Francesco Borgonovo ha parlato di questo ed altro, insieme proprio a Giarrusso, nella trasmissione ‘Calibro 8’ da lui condotta su Radio Cusano Campus.
L’ex europarlamentare del M5S Dino Giarrusso sulla situazione dei migranti in Albania: “La strategia europea è solo chiacchiere e non cambia nulla. Aprire le frontiere? Una stronzata!”
Un accordo squisitamente politico e di propaganda, che inevitabilmente si sarebbe bloccato al primo stop chiesto dalla giustizia: nessun attacco delle “toghe rosse” al governo, soltanto applicazione delle più recenti sentenze europee e italiane.
La questione dei migranti in Albania non smette di accendere il dibattito fra maggioranza ed opposizione e visto che viene tirata in ballo anche l’UE, chi meglio di Dino Giarrusso per spiegare cosa è successo? L?ex Iena ed europarlamentare del M5S ha spiegato che secondo lui l’idea italiana di creare due Cpr in Albania si sarebbe scontrata con le decisioni dei giudici italiani.
Come accennato, nessun complotto all’orizzonte, cosa che invece oggi 21 ottobre 2024 molti politici di FdI si sono affrettati a rilanciare sui loro profili social e spalleggiati anche dai giornali di area.
Per Giarrusso, considerato tutto ciò, è mancata non solo la consapevolezza in Italia del pregresso giuridico, ma anche del fatto che se Ursula von der Leyen ha espresso interesse per i Cpr albanesi, non ha poi fatto nulla di concreto per appoggiare il progetto:
Una scelta disastrosa da parte del governo: non so come abbiano potuto realizzare un accordo che non sta né in cielo né in terra ma soprattutto contrasta con una norma europea. Su questo si può discutere, ma una volta che le norme europee hanno valore sovranazionale su determinate discipline tutta questa canea contro i giudici mi sembra fuori luogo: il giudice non fa altro che deve applicare una norma che deve applicare.
Lo sguardo poi si allarga anche al contesto europeo:
Facciamo finta che questo tragico errore non sia stato mai fatto, ma spendiamo tutto sommato quasi un miliardo di euro per portare poche decine di persone all’anno in Albania. Da parlamentare europeo per i 5Stelle, von der Leyen ci fece questa promessa per avere il nostro voto e che poi non mantenne: cioè che l’immigrazione deve essere affrontata in chiave europea. Questo è un fenomeno epocale: la storia “aiutiamoli a casa loro” va bene, ma tutta l’Europa se ne deve assumere la responsabilità!
Il cambiamento climatico secondo Giarrusso: “C’è bisogno anche di un ambientalismo di destra, spero che il governo lo capisca”
Non c’è solo politica, ma anche l’emergenza dettata dal maltempo in Emilia-Romagna e in Liguria ad occupare le pagine dei principali quotidiani. In molti si è ormai fatta strada la convinzione di non chiamare maltempo e cambiamento climatico emergenza, ma un qualcosa di strutturale con cui il mondo deve avere a che fare.
La politica però entra nella questione perché detta l’agenda delle priorità e delle concrete leggi che poi vengono messe in campo. In Emilia i fiumi in piena o il sistema fognario privo di manutenzione sono ormai delle costanti che il governo sembra aver difficoltà persino a riconoscere, cercando di scaricare le responsabilità sull’amministrazione politica di centrosinistra.
Giarrusso si pone in un certo senso in una posizione equidistante fra chi ha abbracciato in toto l’idea di transizione green (con anche i suoi eccessi) e chi invece nega in toto il problema o vorrebbe fare il meno possibile.
Ciò che tutti noi dobbiamo affrontare quotidianamente non dovrebbe, per l’ex europarlamentare pentastellato, ricadere sotto l’etichetta di uno o dell’altro partito di turno:
Ci sono zone d’Italia dove la cementificazione, soprattutto in pendenza (come nella mia regione, la Sicilia, molto montuosa) ha tolto spazio sulle colline agli alberi, che con le loro radici tengono di più acqua e terra. Questo si può fare anche in Liguria, la regione più cementificata d’Europa. Mi auguro che esista prima o poi anche un ambientalismo di destra: c’è l’ambientalismo in Italia che viene visto di sinistra, mentre il fregarsene altamente di destra.
Questo è sbagliato e mi auguro che gli attuali dirigenti politici di destra capiscano che l’ambientalismo non è più rimandabile: c’è modo e modo di difendere l’ambiente. Facciamo che anche a destra c’è un ambientalismo razionale e non fa bene se si considera l’ambientalismo solo di sinistra.
Le elezioni presidenziali negli USA quasi al termine, l’ex Iena: “I sondaggi non dicono tutto, sarà un testa a testa fra Harris e Trump”
Un altro segmento importante della trasmissione è stato infine dedicato alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Giarrusso e Borgonovo si trovano d’accordo sul fatto che in Italia leggere e ascoltare le analisi e le tante spiegazioni sul significato del voto di novembre è come guardare il mondo dallo spioncino di casa propria: una visione un po’ ristretta e provinciale che fa perdere il quadro generale della questione.
Non mancano i motivi di analisi più approfondite, come il domandarsi se Donald Trump ripeterà il suo stile eccessivo e sopra le righe in caso di un suo secondo mandato o se Kamala Harris riuscirà a togliersi di dosso l’etichetta di “candidata costruita a tavolino”.
Trump ha ripreso ad utilizzare X in maniera molto più intensiva che in passato, mostrando di voler attaccare Harris su un ventaglio ampio di argomenti: dagli uragani che hanno colpito agli USA all’idea di nuove tasse che vanno a colpire determinate fasce di popolazione.
Giarrusso si trova d’accordo con l’idea che la candidata dem soffra di una campagna di stampa che la sta favorendo soltanto in quanto donna e non come politica dotata di una piattaforma programmatica. Ma le elezioni negli USA come stanno andando?
Secondo l’ex Iena
In America i due blocchi e i loro elettori fedeli sono molto importanti e si muovono difficilmente: c’è una maggioranza leggera dei repubblicani, ma si vince cercando di convincere una nicchia di coloro che cambiano idea o che non hanno un’ideologia così solida dentro di sé. La differenza fra Kamala e gli altri è che lei è un personaggio costruito in breve: lei non ha tempo perché non era previsto che si candidasse. Una parte radical poi si fa bastare che lei sarebbe il primo presidente donna e secondo me questo compensa lo spostamento al centro.