Le filiali dell’istituto Al Qard al-Hassan sono state colpite dai bombardamenti israeliani nella notte tra ieri e oggi 21 ottobre 2024 a Beirut, in Libano. La banca della capitale libanese era stata definita da Tel Aviv e da Washington come “l’istituto finanziario di Hezbollah“: si ritiene infatti che Al-Qard al Hassan tramite donazioni ricevute dall’Iran finanziasse il gruppo paramilitare sciita dichiarando sulla carta di aiutare persone bisognose a Beirut.

L’esercito israeliano ha preso di mira alcuni quartieri meridionali della capitale libanese nell’ultimo mese con il sospetto che fossero abitati da esponenti di Hezbollah. Stando alle teorie dell’Idf, Al-Qard al Hassan distribuiva sussidi economici ai miliziani dicendo che fossero ‘vittime della guerra in Medio Oriente‘ e ‘persone povere‘.

La banca islamica è stata oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti in passato. Nel 2016 Washington ha stimato che esistono oltre 30 sedi di Al-Qard al Hassan in Libano, di queste 15 filiali sono nelle aree più densamente popolate di Beirut. Almeno undici di queste sedi sono state colpite dai bombardamenti israeliani e sono state distrutte, per ora Teheran non si è espressa sulla vicenda.

Cos’è Al-Qard al-Hassan, la ‘banca di Hezbollah’ che Israele ha preso di mira

Al Qard al-Hassan è stata spesso definita come ‘la banca di Hezbollah‘. Tramite questo istituto, l’Iran riesce a stanziare finanziamenti all’interno del Paese ai miliziani sciiti. Il gruppo ‘Al Qard al-Hassan‘ opera parallelamente al sistema bancario libanese ed è noto da tempo che i fondi stanziati al suo interno fossero utilizzati per finanziare le attività terroristiche.

Fondata nel 1983 e registrata come organizzazione non governativa dal 1986, la banca viene definita dalle autorità di Israele ‘senza licenza’. Al Qard al -Hassan concede da anni microcrediti e si occupa sulla carta di persone in difficoltà economica. Negli ultimi 40 anni l’istituto finanziario avrebbe approfittato dei danni provocati dalla guerra civile per fornire assegni da destinare alla popolazione civile a Hezbollah, nato nello stesso anno della fondazione della banca.

L’istituto finanziario era da anni nel mirino di Israele e degli Stati Uniti. Solo nel 2016 Washington ha deciso di sottoporre Al Qard al -Hassan a sanzioni molto severe per lo spostamento di capitali verso il gruppo armato sciita.

La storia dietro al concetto di Al Qard al Hassan

Al Qard al Hassan‘ è un termine coranico ricco di significati. Questo concetto viene ripetuto in almeno sei versetti del libro sacro dei mussulmani e si traduce in italiano come ‘prestito benevolo‘. Si tratta dunque di un prestito senza interessi dato per benevolenza nei confronti di una persona che versa in condizioni di povertà. Alla fine del periodo durante il quale viene concesso il prestito, il valore nominale di quest’ultimo viene ripagato.

L’obiettivo di ‘Qardh al-hasan‘ è quello di aiutare i bisognosi concedendo loro un prestito senza interesse. Il libro sacro ribadisce spesso che questa azione è da considerarsi ammirevole perché il ‘mutuatario‘ di tale prestito sarebbe Allah e non colui che riceve i soldi. Secondo il Corano, Allah ha stima dei fedeli che aiutano il prossimo. Uno degli obiettivi di ‘Qardh al-hasan‘ è anche quello di stabilire una relazione tra le persone più ricche e quelle maggiormente bisognose contribuendo a una redistribuzione delle risorse.

Nel corso del tempo il concetto di ‘prestito benevolo‘ si è evoluto contribuendo alla nascita di istituti non necessariamente legati alle banche tradizionali. Oggi questo principio è fondamentale nella società araba e ha creato una sorta di sistema di welfare state per aiutare le persone bisognose.

Quante persone sotto la soglia di povertà ci sono in Libano?

La presenza di un istituto finanziario come ‘Al Qardh al-hasan‘ è fondamentale in Libano. Il Paese dei Cedri è passato dall’essere ‘La Svizzera del Medio Oriente‘ a una delle aree più povere della regione nel giro di pochi anni. Secondo le stime delle Nazioni Unite, almeno l’82% delle famiglie libanesi viveva sotto la soglia di povertà nel 2020 dopo l’esplosione del porto di Beirut a causa di un incidente industriale.

Dati più aggiornati della organizzazione non governativa Human Right Watch risalenti al 2023 confermano che l’80% della popolazione libanese vive sotto la soglia di povertà. Il 36% delle persone invece si trova sotto la soglia di povertà estrema.

Il recente intervento di Israele in Libano e i successivi bombardamenti a tappeto di Beirut, capitale e principale centro abitato del Paese, ha reso ancora più disperate le condizioni della popolazione libanese. In simili condizioni aumenteranno inevitabilmente i profughi in arrivo verso l’Europa dal Paese dei Cedri. In passato il Libano era un porto sicuro per i migranti da tutto il Medio Oriente. Basti pensare che sul suolo libanese vivono due milioni di profughi provenienti da diversi Paesi.