“Non credo che a Gaza ci sia un genocidio…” queste sono le parole della senatrice a vita Liliana Segre a margine della prima del documentario ‘Liliana‘ di Ruggero Gabbai durante il Festival del Cinema di Roma. La senatrice 94enne, sopravvissuta alla Shoah, ha parlato nel corso della presentazione del film del genocidio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e di quello degli armeni avvenuto tra il 1915 e il 1916 ad opera degli Ottomani.
Il documentario presentato nel corso della giornata di oggi ricostruisce la vita della senatrice e l’esperienza dei campi di concentramento con grande prospettiva su quella che è stata la Shoah per gli ebrei italiani.
Il commento di Liliana Segre sulla guerra a Gaza
Non ha più sorriso dopo quello che è successo il 7 ottobre 2023 in Israele, questo è quello che racconta Liliana Segre poco prima della presentazione del documentario su di lei all’Auditorium Parco della Musica. Nel suo discorso la senatrice Segre ha indicato il fotogramma scelto dal regista Gabbai per presentare il documentario ed ha detto:
Ero a mare in estate nel 2023 con un atteggiamento festoso a godermi il mare nella foto, questo avveniva nel settembre 2023. Pochi giorni dopo c’è stato il 7 di ottobre che mi ha colpito in un modo tale che non sono mai più stata quella donna sorridente…
La senatrice ha poi fornito una preziosa testimonianza sui campi di concentramento nazisti. Liliana Segre è stata prigioniera del lager di Auschwitz-Birkenau tra il 1944 e il 1945 venendo liberata dal campo di Malchow, all’epoca la senatrice aveva 14 anni. Parlando di quell’esperienza Segre spiega al pubblico la difficoltà di raccontare di quegli anni:
Ero libera e per fortuna sono diventata una donna innamorata, una mamma ma ho dovuto aspettare di diventare una nonna per testimoniare quello che ho vissuto. Ero sì libera però per 45 anni non ho potuto parlare di questo argomento…
Il discorso sui genocidi e la domanda su Sinwar
Il rischio ora è che due dei genocidi più brutali dello scorso secolo possano essere dimenticati. Liliana Segre ha dedicato una grande parte del suo intervento per esprimere il suo pessimismo sul ricordo delle atrocità commesse nel passato. Con la morte tra qualche anno di chi è sopravvissuto all’Olocausto c’è il rischio, secondo la senatrice, che muoia anche la memoria di quegli eventi.
Segre ha poi rivelato di aver seguito con molta passione ed interesse la storia degli armeni per fare un parallelismo tra la Shoah e il genocidio del popolo caucasico avvenuto tra il 1915 e il 1916. L’olocausto degli armeni è una delle pagine nere del XXI Secolo: l’Impero ottomano portò allo sterminio di 1,5 milioni di persone durante la Prima Guerra Mondiale, oggi trenta Stati riconoscono l’Olocausto armeno. La senatrice a tal proposito ha spiegato:
Gli armeni sono stati deportati e uccisi in gran parte nel 1915 facendola marciare senza mangiare, mi sono interessata anche alla loro storia e ho pensato che nel 2015 – a cento anni dal genocidio – pochi si sono interessati del genocidio armeno. Questo succederà anche alla Shoah per i negazionisti che stigmatizzano i piccoli errori nelle testimonianze non fotografiche dei sopravvissuti. Nel tempo che passa le cose si dimenticano…
Non c’è solo spazio per il pessimismo. Segre ritiene che l’arrivo dell’intelligenza artificiale potrebbe ‘risvegliare in modo naturale delle coscienze‘.
La senatrice è stata spesso al centro delle contestazioni nei cortei pro Palestina per la sua mancata condanna alla risposta israeliana all’attentato terroristico del 7 ottobre 2023. Riguardo alla guerra in Medio Oriente vengono poste due domande a Segre: la prima riguardo alla morte del leader di Hamas Yahya Sinwar e la seconda riguardante la condizione di Gaza dopo il conflitto.
“Queste cose non c’entrano con il film…” commenta la senatrice quando le viene chiesto dell’uccisione del capo di Hamas. E sulla possibilità che sia in corso un genocidio a Gaza? Segre risponde con un secco: “Non penso…” prima di scendere dal palco.
Presente anche il ministro Giuli: “Importante tenere viva la memoria”
Alla prima del documentario ‘Liliana‘ era presente anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Dopo il suo intervento la senatrice a vita ed il titolare del dicastero sono stati fotografati mentre erano seduti in prima fila.
“È importante che film, documentari e altre testimonianze continuino a tenere viva la memoria per i giovani e per chi ha ruoli istituzionali. È fondamentale essere presenti e incoraggiare tutto ciò che è testimonianza viva.”
ha dichiarato il Ministro della Cultura rispondendo alle domande dei giornalisti sull’importanza del valore dell’antifascismo.