Quello di oggi è un doppio voto fondamentale per la Moldavia. Più di due milioni di persone dalle 7 di stamattina si sono recate alle urne per le elezioni presidenziali e per il referendum per l’adesione del Paese all’Unione Europea. Tantissimi i cittadini moldavi che hanno votato anche dall’estero nelle scorse ore. Le urne resteranno aperte fino alle 21 di stasera e i risultati potrebbero arrivare alle prime ore di domani.
L’ingresso nell’Unione Europea potrebbe segnare un importate punto di svolta per la Moldavia. Il Paese da anni valuta di entrare a far parte dell’Ue e la guerra in Ucraina ha accelerato il processo di adesione. Chisinau teme infatti che la Russia possa puntare alla conquista del territorio moldavo se Kiev dovesse cadere.
All’interno della Moldavia c’è una forte influenza russa. Il candidato che si oppone alla presidente europeista Maia Sandu è Alexandr Stoianoglu, ex procuratore generale della Moldavia che secondo la stampa avrebbe rapporti costanti con il Cremlino. Tantissimi i candidati delle altre liste ma la sfida sarà sicuramente tra l’esponente del Partito socialista filorusso e l’attuale capo Stato Sandu. Sembra difficile che le elezioni si concludano con la giornata di oggi, il secondo turno è previsto per il 3 novembre.
La Moldavia vota per l’adesione all’Unione Europea
Mosca e Bruxelles attendono impazienti l’esito delle elezioni di oggi 20 ottobre 2024 in Moldavia. Un potenziale ingresso nell’Ue metterebbe il Paese al sicuro dalle istanze degli oligarchi vicini alla Russia e garantirebbe un’adesione alla Comunità europea: il voto di oggi porterebbe ad una modifica della Costituzione moldava.
In caso di vittoria del sì, la Moldavia inizierà un processo di importanti riforme per rispettare le condizioni richieste dall’Ue. Il governo dovrà quindi lavorare alla soluzione di diversi problemi come la corruzione all’interno delle istituzioni o i ritardi nella costruzione di infrastrutture moderne. L’approvazione del referendum da parte dei cittadini innescherebbe dunque un procedimento che impiegherà anni per rendere la Moldavia un membro della Comunità europea ma che potrebbe portare innumerevoli benefici per il suo futuro.
Negli ultimi anni, Chisinau ha mantenuto importanti relazioni con la vicina Romania – membro dell’Unione europea dal 2007. Bucarest ha stretto importanti accordi in particolare per il settore energetico. Negli anni il legame con i Paesi dell’Ue è arrivato a sostituire quello di dipendenza con Mosca. Ad allontanare definitivamente il governo di Chisinau da Mosca è stato lo scoppio della guerra in Ucraina.
Per ora sembra che il sì sia in vantaggio sul no. Il 54% dell’elettorato moldavo vorrebbe entrare nell’Unione Europea mentre il 36% preferirebbe mantenere un rapporto privilegiato con Mosca. Un dato, questo, che potrebbe dire tanto anche sull’altra scelta fondamentale di oggi.
Le elezioni presidenziali in Moldavia e il timore delle influenze russe
Non si decide solo per il referendum per l’ingresso nell’Unione Europea. Oggi oltre due milioni di persone voteranno per le elezioni presidenziali: sono almeno sedici i candidati che si sono presentati per questa tornata elettorale ma alla fine la sfida per il Palazzo Presidenziale si limiterà all’attuale presidente Maia Sandu e all’ex Procuratore generale filorusso Stoianoglu.
La presidente è stata in passato leader del Partito di Azione e Solidarietà, un movimento liberale e filoeuropeista, ed è stata eletta con il 36,16% dei consensi nelle elezioni del 2020 contro l’ex capo di Stato filorusso Dodon. Ad oggi una riconferma di Sandu per un secondo mandato non è scontata: il Paese è diviso tra le grandi città che vorrebbero un futuro europeista e sicuramente voteranno per l’attuale capo di Stato mentre le periferie – in particolare quelle a Est – opteranno per Stoianoglu.
Il principale oppositore piace all’elettorato moldavo filorusso nonostante il suo passato sia pieno di scandali. Presente alle elezioni anche l’ex governatrice della Repubblica di Gaugazia Vlah da sempre vicina a Mosca. Non si esclude che l’imprenditore ed oligarca filorusso Shor, in passato condannato per una frode bancaria da un miliardo di dollari, possa avere avuto un ruolo nel finanziare il movimento di Stoianoglu.
L’incognita Transnistria e la paura per il futuro della Moldavia
All’influenza russa e all’incertezza per il futuro del Paese si inserisce anche il timore del ruolo che potrebbe avere la Transnistria, uno Stato indipendente de facto a confine tra la Moldavia e l’Ucraina. Da sempre in conflitto con il governo di Chisinau e vicina alla Russia, la Transnistria di recente ha aumentato le tensioni quando si è schierata dalla parte di Putin durante il conflitto russo-ucraino costituendo una potenziale minaccia per la Moldavia stessa.
Negli ultimi due anni, Chisinau ha temuto più volte che le truppe dello Stato che si proclama comunista potessero far scoppiare un conflitto interno al Paese. La Transnistria è uno Stato a maggioranza russa ed è parzialmente coinvolto nella guerra. E’ presente un contingente di 1500 soldati russi in questo momento in Transnistria. Una possibile reazione ad un secondo mandato di Sandu e alla vittoria del sì al referendum resta ad oggi un’incognita.
Anti-European referendum rallies are taking place across Moldova.
— Farnak (@Farnakyboy) October 18, 2024
In Comrat and Balti, the first stop on the route was the memorial to the Soviet liberators.
In Chisinau, the event began with the laying of flowers at the monument to Stefan cel Mare. pic.twitter.com/JOW03cxjvl