La guerra in Ucraina si combatte su più fronti. La diplomazia e le alleanze hanno un peso significativo per il futuro del conflitto. Il presidente Volodymyr Zelensky gode del sostegno degli Stati Uniti ed anche dei paesi membri della Nato fin dall’inizio dell’invasione del territorio ucraino. Gli alleati hanno inviato, numerose volte da febbraio 2022 ad oggi, armi ed aiuti economici a Kiev.

Dall’altra parte del fronte, la Russia è stata sempre più isolata dall’inizio del conflitto. L’Occidente ha annunciato sanzioni contro diversi personaggi, tra cui oligarchi e politici russi incluso il presidente Vladimir Putin. Nel marzo 2023, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Putin e la commissaria presidenziale per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova. Durante questo periodo, però, Mosca ha stretto legami con i propri alleati Cina, Corea del Nord e Iran.

Il Crink, acronimo dei quattro paesi, allarma gli alleati occidentali su un eventuale cambio di rotta della guerra in Ucraina. Secondo quanto riporta il quotidiano statunitense Politico, la Nato infatti si sta occupando di allargare la propria cooperazione nei paesi dell’Indo-Pacifico che condividono la stessa visione con l’Alleanza atlantica.

Guerra Russia-Ucraina, il piano di vittoria di Kiev e la Nato

Durante oltre due anni e mezzo di conflitto tra Russia e Ucraina, Volodymyr Zelensky è stato in stretto contato diplomatico con i paesi occidentali. Gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Biden, sono stati il principale sostenitore di Kiev insieme agli altri paesi membri della Nato. Negli ultimi mesi, i paesi dell’Alleanza atlantica hanno fornito anche gli F-16 all’Ucraina. L’ultima assistenza statunitense è stata annunciata il 17 ottobre è di un totale di 425 milioni di dollari nell’ambito di un pacchetto di sicurezza che comprende armi, munizioni e veicoli blindati.

Il presidente ucraino ha basato il suo piano finalizzato a porre fine la guerra sul sostegno dei propri alleati. Questa strategia è composta da diversi elementi economici, politici, diplomatici e militari, come annunciato precedentemente da Zelensky tra cui un invito a far parte della Nato. Kiev chiede, inoltre, più armi per aumentare la propria capacità di difesa e l’eliminazione delle restrizioni sul loro utilizzo per poter colpire gli obiettivi all’interno del territorio russo.

Finora Washington è stata attenta a non sorpassare i limiti che possano contribuire ad un escalation tra i paesi occidentali e la Russia. Una decisione che potrebbe cambiare questa strategia è emersa dall’incontro dei ministri della Difesa del G7. Questi hanno affermato, in una dichiarazione del 19 ottobre, che sostengono “il percorso irreversibile dell’Ucraina verso la piena integrazione euro-atlantica in cui è compresa l’adesione alla NATO”.

Il Crink è il nuovo “asse del male”?

Mentre l’Ucraina gode del sostegno degli alleati occidentali, la Russia è appoggiata da Cina, Iran e Corea del Nord. In un articolo del 17 ottobre, Politico definisce il Crink come “un nuovo acronimo minaccioso che sfida l’ordine globale”. Non si tratta di un’alleanza stretta negli ultimi tempi, infatti, nel periodo dopo lo scoppio della guerra, diversi politici statunitensi hanno parlato di questi quattro paesi definendoli come il nuovo “asse del male”. Un’espressione che rimanda subito al discorso dell’ex presidente degli Usa, George W. Bush, del 2002, quando ha parlato del “nuovo asse del male” che minacciava la “pace del mondo” che poi ha segnato per sempre il Medio Oriente.

Il quotidiano statunitense afferma anche che Corea del Nord, Iran e Cina oggi sono complici della “sanguinosa campagna” russa in Ucraina. L’Iran fornisce i droni Shahed all’esercito di Mosca. Nelle ultime settimane, Washington e Kiev hanno affermato che la Repubblica islamica invia alla Russia anche missili balistici. Questa dichiarazione è stata smentita da Teheran.

La Corea del Nord, invece, ha rafforzato, negli ultimi mesi, i legami storici con Mosca. Pyongyang aveva già inviato munizioni di artiglieria in passato. Negli ultimi giorni è stata accusata più volte da Zelensky di aver mandato anche militari in sostegno all’esercito russo. La Corea del Sud ha aumentato i sospetti su un eventuale coinvolgimento del Nord nella guerra annunciando che il paese avrebbe inviato 12mila soldati per combattere in Ucraina.

Discorso leggermente diverso vale per la Cina, accusata dagli Usa di aiutare l’esercito russo attraverso la fornitura di armi a Mosca. Pechino, dal canto suo, smentisce categoricamente.

Ad accendere i campanelli d’allarme sull’alleanza di questi quattro paesi è stata l’Ucraina. Il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale, Mykhailo Podolyak, ha affermato che a suo avviso questa alleanza è passata dal minacciare equilibri regionali ad attaccare l’ordine globale:

La guerra in Ucraina ha esposto le debolezze militari e industriali della Russia, costringendo i suoi complici a fornire un sostegno sostanziale. Un tempo inimmaginabile, oggi un attacco del genere si sta avvicinando attraverso lo scambio di tecnologie missilistiche, aeronautiche e sottomarine all’interno del Crink.

La cooperazione tra Nato e Indo-Pacifico

Politico sottolinea lo scetticismo di diversi paesi della Nato sui comportamenti di Pechino nella regione dell’Indo-Pacifico. In risposta al legame dei tre paesi con Mosca, il quotidiano statunitense osserva che l’Alleanza atlantica è stata spinta a rafforzare le proprie relazioni con i paesi della regione.

Australia, Corea del Sud, Giappone e Nuova Zelanda, infatti, hanno recentemente preso parte ad una rinunione dell’Alleanza a Bruxelles. Questi paesi stanno continuano a stringere con la Nato una cooperazione nel settore della difesa. Ad oggi, comunque, l’intento degli alleati non è quello di espandersi all’interno della regione Indo-Pacifica.