Gli insonni si riconoscono dall’irritabilità, dall’infelicità, dal viso stanco. Dormire male vuol dire vivere male, trovarsi a fare i conti con una serie di rischi che possono compromettere la salute, la serenità e quotidianità. Una constatazione che associata ai numeri, in costante aumento, porta alla certezza di un cambiamento. Siamo una società di insonni: come diventeremo? Chi non riesce a dormire non può passare la vita sveglio, dovrà pur trovare una soluzione. Il primo passo è parlarne col medico di base, TAG24.IT ne ha voluto parlare con l’autore di “Insonnia” ed esperto in psicoterapia cognitivo-comportamentale per gestire il sonno, Enrico Rolla, per offrire un’idea diversa alle solite benzodiazepine.

Quanti tipi di insonnia ci sono?

“L’insonnia può essere iniziale, è il caso in cui impiegano due ore prima di addormentarsi; centrale, quelli che si svegliano di notte e fanno fatica a prendere sonno; e infine terminale, cioè persone che si svegliano di notte e non si riaddormentano più. La prima e più facile soluzione sono le benzodiazepine, o lo psichiatra – spiega Rolla – di fatto esistono le linee guida europee per l’insonnia che dicono che il protocollo da utilizzare, funzionale, è la terapia cognitivo comportamentale. Il consiglio, in questo caso, è di non usare le benzodiazepine per più di quattro settimane, perché creano dipendenza e hanno effetti collaterali sulla memoria. Il vero problema è che i medici non prendono in considerazione la psicoterapia specifica.”

Insonnia: le cause

C’è chi dice che la causa delle persone che non riescono a dormire sia il Covid, ma potrebbe anche soltanto essere la punta dell’iceberg di un problema sommerso, e radicato da tempo. Ad oggi si contano più di 9 milioni di insonni. “Lo stress incide al 50% sull’insonnia. Chi è sotto stress è più probabile che sia insonne, e per ridurre lo stato di agitazione le tecniche cognitivo comportamentali aiutano, così come l’attività fisica costante e gli esercizi di rilassamento. Bastano cinque o sei sedute di terapia per gestire il problema: il diario del sonno e il primo esercizio a cui ne fanno seguito altri, risolutivi.”

Quali sono gli esercizi da fare per dormire bene?

“Il diario del sonno permette di vedere com’è l’insonnia, e come si manifesta. Subito dopo bisogna compilare il questionario sullo stress per vedere quanto incide, e quali sono le credenze sul sonno: c’è gente che si agita al letto, ad esempio, creando la profezia che si autoavvera. Il letto deve diventare amico, bisogna bloccare pensieri che non fanno bene: l’autoipnosi, prima di addormentarmi, è utilissima.”

Cos’è lo sleep tourism?

Una delle tendenze dell’estate 2024 è stato lo sleep tourism, il problema del sonno sia una questione sociale importante. Lo sleep tourism consiste nella necessità di scegliere location per le vacanze, dove si potesse dormire bene: vicino al mare o immersi nel verde, sugli alberi. Ne abbiamo viste diverse di ipotesi, ma è stato utile e risolutivo?

Allenamento pre sonno

“Con un buon allenamento, e imparando le tecniche che consiglio in “Insonnia” si impara a dormire bene ovunque – ha fatto notare in conclusione il direttore Enrico Rolla – il problema del sonno è soggettivo. Ad alcuni bastano quattro o cinque, sette o otto o dodici ore per dormire. L’abilità sta nell’applicare le tecniche descritte nel libro, come andare con la mente in un posto piacevole, respirare con la respirazione diaframmatica, trovare la frequenza respiratoria per calmarsi, fare i microsonni, imparare a fare tutto quello che si vuole. Devo dire che oggi con l’Apple Whatch si può imparare subito cosa fare, e facilmente.”