Nella Manovra 2025, entra in scena una prima versione del quoziente familiare per il calcolo delle detrazioni fiscali. Un sistema di questo tipo, anche se nella sua veste base, dovrebbe già portare un vantaggio considerevole alle famiglie con tanti figli.

La misura, però, non può fare a meno di scatenate critiche da più parti. Il quoziente familiare avvantaggia le famiglie con figli e nel farlo manca di equità fiscale perché, dall’altra parte, penalizza le coppie senza figli e i single.

Tra i pro per alcuni e i contro per altri, vediamo subito chi ci guadagna davvero con il quoziente familiare, nel calcolo delle detrazioni. È opportuno anche sapere chi resta escluso e quali sono i possibili problemi che potrebbe comportare l’applicazione di questo nuovo sistema di calcolo.

Come funziona il calcolo delle detrazioni fiscali con il quoziente familiare

Potrebbe essere facilmente rinominata “La manovra per le famiglie con tanti figli”: la prossima Legge di Bilancio, infatti, porta con sé un bel pacchetto di misure che puntano a incentivare la natalità.

Tra le tante misure, una in particolar modo, interessa le famiglie molto numerose appartenenti a ceti medio-bassi. Il quoziente familiare entra in scena e avrà un peso sulla rimodulazione delle detrazioni fiscali.

Questo nuovo sistema di calcolo dovrebbe essere un modo per avvantaggiare le famiglie con molti figli, a scapito di molte altre che non solo vengono tagliate fuori, ma saranno addirittura penalizzate.

Come funziona il quoziente familiare nel calcolo delle detrazioni fiscali? Il quoziente familiare prevede che i redditi del nucleo familiare siano sommati e divisi per un numero di parti che risulta dall’attribuzione di un coefficiente a ciascun componente. Invece, la tassazione IRPEF si basa sul reddito del singolo.

Il nuovo meccanismo prevede un tetto di spesa basato sia sul reddito che sul numero dei figli. Tradotto: più il nucleo familiare è numeroso, maggiori saranno le detrazioni fiscali che saranno elevate fino a un reddito di 50.000 euro. Sarebbe prevista una graduale riduzione tra i 50.000 e i 100.000 euro di reddito e, poi, oltre i 100.000 euro.

Chi ci guadagna con il quoziente familiare

Il quoziente familiare, con il suo nuovo meccanismo di calcolo delle detrazioni IRPEF, avvantaggia solo i nuclei familiari medi-bassi e con molti figli.

Nel calcolo, infatti, viene considerata la somma dei redditi familiari e, poi, divisa per il numero dei componenti, considerando i coefficienti assegnati.

Il risultato è il reddito medio da tassare. Quali potrebbero essere i coefficienti?

  • 1 punto per single e per le vedove con un figlio a carico;
  • 2 per le coppie sposate o conviventi;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo;
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • 4 per il terzo figlio o per figli disabili a carico.

Tenendo in considerazione solo il reddito e il nucleo familiare, il quoziente familiare diventa più vantaggioso dell’ISEE che, invece, conteggia anche il patrimonio mobiliare e immobiliare.

Per chi saranno meno vantaggiose le detrazioni fiscali

Il nuovo meccanismo di calcolo delle detrazioni fiscali rischia di tagliare fuori le coppie senza figli e i single. Non solo taglia fuori queste categorie, ma rischia di essere, addirittura, penalizzante, non permettendo loro di recuperare pienamente le spese detraibili.

Nelle intenzioni del Governo c’è la piena volontà di concedere alle famiglie con più figli un trattamento fiscale migliore rispetto a chi non ne ha, nell’ottica che le prime affrontano spese maggiori.

D’altra parte, l’applicazione di questa misura potrebbe comportare numerose contestazioni, considerando la scarsa equità fiscale.

Va fatta, infine, un’ulteriore considerazione. Il quoziente familiare potrebbe, in qualche modo, incentivare il coniuge che guadagna meno a non lavorare, considerando che il suo reddito viene tassato con un’unica aliquota.