La morte di Sinwar potrebbe accelerare la fine del conflitto e rendere la situazione in Libano diversa, almeno per un po’, ma soprattutto dare un’accelerata sulla fine del conflitto, non solo al confine col Libano, ma soprattutto a Gaza a in tutte quelle zone dove non si smette di combattere, ma bisognerà fare attenzione alla situazione legata agli ostaggi.
Di sicuro sarà una di quelle giornate che verranno ricordate. Meloni è la prima leader occidentale ad arrivare in Libano dopo l’escalation tra Israele e Hezzbollah, non certo da sottovalutare, ma dall’Italia e dall’Europa non che arrivino notizie positive. Il Tribunale di Roma bloccai migranti e li rispedisce indietro, sempre dal Belpaese i tre partiti dell’opposizione depositano un’istanza in Commissione Europea per avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia. Insomma, non proprio tutto bene. Tutt’altro.
Nel frattempo il presidente del Consiglio arriva in Medio Oriente, prima tappa in Giordania, ad Aqaba, dove la presidente del Consiglio è stata ricevuta da re Abdullah II, la seconda, più importante e significativa, in Libano, dove invece ha incontrato il primo ministro Najib Mikati e il presidente del Parlamento, Nabih Berri.
Meloni e Abdullah II insistono per un cessate il fuoco a Gaza e soprattutto per il rilascio degli ostaggi israeliani in linea con la risoluzione 2735, stessa situazione in Libano, dove anche qui Meloni ha ribadito la necessità di assicurare in ogni momento la sicurezza del personale di Unifil, avendo anche uno scambio per far sì che venga applicata senza alcun problema la risoluzione 1701.
Medio Oriente, Meloni su Unifil: “21 giorni per il cessate il fuoco e le truppe Onu non si muovono”
Il presidente Meloni ha anche spiegato cosa è venuta a fare a Beirut e soprattutto ha aggiunto che si fa portavoce di quello che pensa e desidera l’Europa sulla situazione che si sta creando al confine tra Libano e Israele: “Siamo venuti qui soprattutto a ribadire l’impegno italiano per un cessate il fuoco. L’Italia si è fatta promotrice, insieme ad altre nazioni, di una proposta di cessate il fuoco di 21 giorni. Entrambi i miei interlocutori di oggi, il primo ministro Mikati e il presidente del parlamento Berri, hanno aderito a questa proposta. Credo che adesso serva uno sforzo da parte israeliana“.
Discorso ben condiviso e attento su Unifil e sul compito che hanno le truppe delle Nazioni Unite tra cui un migliaio di italiani che sono lì per svolgere il loro lavoro, con qualcuno di loro che ha avuto un incontro con la Premier che ha ribadito la posizione dell’Italia, ma anche dell’Europa su tutto quello che sta succedendo da qualche giorno a questa parte.
E non accetta alcun passo indietro di Unifil, tanto che il presidente del Consiglio insieme al ministro libanese Mikati ha sottolineato e ribadito che è “inaccettabile attaccare l’Unifil” aggiungendo anche e con la stessa forza che “tutte le parti facciano ogni sforzo per garantire in ogni momento la sicurezza dei soldati“.
E sul Unifil nessun dubbio: “Siamo convinti che debba essere rafforzata perché solo così si potrà voltare pagine. E penso anche che dobbiamo tornare alla missione originale di Unifil“.